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Cessione del credito: imposta fissa o proporzionale?

Una società aveva effettuato una cessione del credito a una banca come garanzia per una linea di credito, pagando un’imposta di registro fissa. L’Agenzia delle Entrate ha contestato, applicando un’imposta proporzionale. La Corte di Cassazione ha dato ragione all’Agenzia, stabilendo che l’apertura di credito e la successiva cessione del credito a scopo di garanzia sono due negozi giuridici distinti e autonomi. Di conseguenza, la cessione, non essendo un’operazione di finanziamento che immette nuova liquidità, deve essere tassata separatamente con l’imposta di registro proporzionale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione del credito e imposta di registro: la Cassazione chiarisce la tassazione

La corretta tassazione della cessione del credito a scopo di garanzia è un tema cruciale che interseca diritto civile e tributario. Un’operazione di questo tipo è soggetta a imposta di registro fissa o proporzionale? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione rigorosa, distinguendo nettamente tra l’operazione di finanziamento e l’atto di garanzia ad essa collegato, con importanti conseguenze fiscali per imprese e professionisti.

I fatti del caso

Una società a responsabilità limitata aveva ottenuto una linea di credito da un istituto bancario. Successivamente, per garantire tale finanziamento, la società ha stipulato un atto di cessione del credito che vantava nei confronti di un’altra grande azienda. Al momento della registrazione di questo atto di cessione, redatto da un notaio, è stata versata l’imposta di registro in misura fissa, ritenendo l’operazione strettamente connessa al finanziamento e quindi unitariamente tassabile.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, ha emesso un avviso di accertamento, sostenendo che la cessione del credito dovesse essere tassata separatamente con un’aliquota proporzionale dello 0,50%, in quanto operazione autonoma e non rientrante nel campo di applicazione dell’IVA. La Commissione Tributaria Regionale aveva inizialmente dato ragione ai contribuenti (società e notaio), considerando i due atti – finanziamento e cessione – come un’operazione unitaria. L’Agenzia ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La distinzione chiave nella tassazione della cessione del credito

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 21 del D.P.R. 131/1986, che disciplina la tassazione degli atti contenenti più disposizioni. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione regionale, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno chiarito la differenza fondamentale tra “negozio complesso” (con causa unica) e “negozi collegati” (con cause distinte ma funzionalmente unite).

Nel caso in esame, l’apertura della linea di credito e la successiva cessione del credito a garanzia sono stati qualificati come negozi collegati, ma autonomi. Essi sono stati stipulati in momenti diversi (a distanza di un mese), un elemento che, secondo la Corte, ostacola la configurazione di una causa reale unitaria. La cessione del credito con finalità di garanzia è considerata una vicenda “accidentale” rispetto all’operazione di finanziamento principale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su due principi cardine.

In primo luogo, ha ribadito la natura di “imposta d’atto” dell’imposta di registro, che impone di valutare fiscalmente ogni singolo negozio giuridico in base agli effetti che produce autonomamente. Pertanto, l’atto di finanziamento e l’atto di cessione, essendo contratti distinti, devono essere sottoposti a tassazione separata.

In secondo luogo, i giudici hanno analizzato la ratio legis delle agevolazioni fiscali previste per le operazioni di finanziamento (art. 15 del D.P.R. 601/1973). Tali benefici sono concessi per incentivare l’immissione di nuova liquidità nel mercato e sostenere gli investimenti produttivi. Una cessione di credito a garanzia di un finanziamento già erogato non introduce nuove risorse finanziarie; ha la sola funzione di assicurare il recupero del credito per la banca. Di conseguenza, non può beneficiare del trattamento fiscale agevolato (imposta fissa) ma sconta l’imposta di registro in misura proporzionale (0,50%) come previsto per le cessioni di crediti.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso: la cessione del credito a scopo di garanzia, anche se funzionalmente collegata a un contratto di finanziamento, costituisce un atto giuridico autonomo e distinto. Pertanto, deve essere assoggettata a imposta di registro proporzionale e non può beneficiare del regime fiscale di favore previsto per le operazioni di finanziamento. Questa interpretazione impone a imprese, banche e professionisti di prestare la massima attenzione nella strutturazione e nella registrazione di tali operazioni, al fine di evitare contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria.

Una cessione di credito a garanzia di un finanziamento è soggetta a imposta di registro fissa o proporzionale?
Secondo la Corte di Cassazione, è soggetta a imposta di registro in misura proporzionale (0,50%). L’atto di cessione e il contratto di finanziamento sono considerati negozi giuridici distinti e autonomi, anche se collegati, e quindi devono essere tassati separatamente.

Perché la cessione del credito a garanzia non beneficia delle agevolazioni fiscali per i finanziamenti?
Le agevolazioni fiscali (come l’imposta di registro fissa) sono previste per le operazioni che immettono nuova liquidità nel sistema economico. La cessione di un credito a scopo di garanzia non crea nuova ricchezza, ma ha solo la funzione di assicurare il recupero di un credito già esistente, pertanto non rientra nella finalità della norma agevolativa.

Qual è la differenza tra ‘negozio complesso’ e ‘negozi collegati’ ai fini fiscali?
Un ‘negozio complesso’ ha una causa unica e viene tassato come un’unica operazione. I ‘negozi collegati’, invece, sono atti distinti con cause autonome, sebbene legati da uno scopo comune. In questo caso, ogni atto viene tassato separatamente in base alla sua natura e ai suoi effetti giuridici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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