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Cessione del credito a garanzia: no imposta sostitutiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23940/2024, ha stabilito che la cessione del credito a garanzia di un contratto di locazione finanziaria (leasing) non beneficia del regime fiscale agevolato dell’imposta sostitutiva. Secondo la Corte, tale operazione non costituisce un finanziamento a medio-lungo termine volto a creare nuova liquidità per investimenti produttivi, ma una mera garanzia per un credito già erogato. Di conseguenza, l’atto è soggetto all’imposta di registro in misura proporzionale.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione del Credito a Garanzia: la Cassazione Nega l’Imposta Sostitutiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23940 del 5 settembre 2024, ha fornito un importante chiarimento sul trattamento fiscale della cessione del credito a garanzia. La Suprema Corte ha stabilito che questa operazione, se posta in essere a garanzia di un contratto di leasing, non rientra nel campo di applicazione dell’imposta sostitutiva agevolata prevista per i finanziamenti a medio e lungo termine, ma deve essere assoggettata all’imposta di registro proporzionale. Analizziamo la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società. L’atto impositivo contestava l’applicazione dell’imposta sostitutiva su un contratto di cessione di crediti. Tali crediti erano stati ceduti pro solvendo a una banca, a garanzia del puntuale pagamento dei canoni derivanti da un contratto di locazione finanziaria (leasing) precedentemente stipulato.

La società contribuente si opponeva, sostenendo che l’operazione, essendo collegata a un finanziamento, dovesse beneficiare del regime fiscale di favore previsto dall’art. 15 del d.P.R. n. 601/1973. La Commissione Tributaria Regionale accoglieva le ragioni della società, ma l’Agenzia delle Entrate ricorreva per cassazione.

Il Regime Fiscale della Cessione del Credito a Garanzia

Il punto centrale della controversia riguarda l’interpretazione della normativa sulle agevolazioni fiscali per il settore del credito. L’art. 15 del d.P.R. n. 601/1973 prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva, più vantaggiosa, per le operazioni di finanziamento a medio e lungo termine e per tutti gli atti e le garanzie ad esse collegate. Lo scopo di questa norma, la sua ratio legis, è incentivare gli investimenti produttivi, favorendo l’erogazione di nuova liquidità alle imprese.

La questione era quindi stabilire se una cessione del credito a garanzia potesse essere considerata un’operazione funzionale a un finanziamento agevolabile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione di merito. I giudici hanno chiarito che il trattamento fiscale di favore è riservato esclusivamente a quelle operazioni che si traducono nella “provvista di disponibilità finanziarie”, ovvero nella possibilità per un’impresa di attingere nuovo denaro da impiegare in investimenti produttivi.

Nel caso specifico, la situazione era differente. Il finanziamento (il leasing) era già stato erogato. La successiva cessione del credito non aveva lo scopo di fornire nuova liquidità alla società, ma unicamente quello di garantire l’istituto di credito contro il rischio di inadempimento. Si trattava, quindi, di un negozio con finalità di garanzia per il recupero di un credito già esistente, e non di un’operazione di finanziamento.

La Corte ha sottolineato che, per effetto della cessione, il cessionario (la banca) non dispone di “nuovo denaro suscettibile di impieghi produttivi”. Di conseguenza, non ricorrono i presupposti per applicare l’agevolazione. L’operazione, caratterizzata da un’autonomia funzionale rispetto al finanziamento originario, deve essere assoggettata al suo regime fiscale proprio, ovvero l’imposta di registro in misura proporzionale dello 0,50% ai sensi dell’art. 6 della tariffa annessa al D.P.R. n. 131/1986.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso nell’interpretazione delle norme agevolative. Le conclusioni pratiche sono significative: le imprese e gli intermediari finanziari devono prestare attenzione alla natura e alla finalità degli atti posti in essere. Non tutti gli atti collegati a un finanziamento beneficiano automaticamente dell’imposta sostitutiva. In particolare, le cessioni di credito con una funzione puramente di garanzia, distinte dall’erogazione di nuova finanza, sono escluse dal regime di favore e scontano l’imposta di registro. Questa distinzione è cruciale per una corretta pianificazione fiscale e per evitare future contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

Una cessione del credito a garanzia di un contratto di leasing può beneficiare dell’imposta sostitutiva agevolata?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale operazione non rientra nel campo di applicazione del regime agevolato, in quanto non costituisce una nuova operazione di finanziamento ma una mera garanzia per un credito già esistente.

Perché la Corte esclude l’applicazione del beneficio fiscale in questo caso?
La ragione (ratio legis) dell’agevolazione è incentivare gli investimenti produttivi attraverso l’erogazione di nuova liquidità. Una cessione a scopo di garanzia non fornisce nuove risorse finanziarie all’impresa, ma serve solo a tutelare il creditore dal rischio di insolvenza, pertanto non realizza lo scopo della norma.

Quale imposta si applica, quindi, alla cessione del credito a scopo di garanzia?
L’atto sconta l’imposta di registro in misura proporzionale, con l’aliquota dello 0,50%, come previsto dall’art. 6 della tariffa, parte prima, annessa al D.P.R. n. 131/1986, che disciplina le “Cessioni di crediti”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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