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Cessione del credito a garanzia: la tassazione separata

La Corte di Cassazione ha stabilito che una cessione del credito a garanzia, se stipulata in un momento successivo al finanziamento che intende garantire, costituisce un atto giuridico autonomo e non accessorio. Di conseguenza, deve essere assoggettata a imposta di registro in misura proporzionale (0,50%) e non fissa. La Corte ha inoltre precisato che, non essendo una prestazione a titolo oneroso, tale cessione non rientra nel campo di applicazione dell’IVA, escludendo così l’applicazione del principio di alternatività IVA/Registro.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessione del Credito a Garanzia: Guida alla Tassazione Separata

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 32338/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul regime fiscale della cessione del credito a garanzia. La questione, di grande rilevanza per imprese e professionisti, riguarda l’applicazione dell’imposta di registro: deve essere fissa, considerando l’operazione accessoria a un finanziamento, oppure proporzionale, trattandola come un atto autonomo? La Suprema Corte ha optato per la seconda via, delineando criteri precisi per distinguere le due fattispecie.

I Fatti del Caso: Cessione del Credito e Avviso di Liquidazione

La vicenda trae origine da un avviso di liquidazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a un notaio. L’atto contestato era un contratto di cessione di crediti pro solvendo per un valore di 4 milioni di euro, stipulato da una società a favore di una banca. Questa cessione era stata posta a garanzia di una linea di credito di 3,5 milioni di euro, che la banca aveva concesso alla società cedente.

L’Agenzia delle Entrate aveva applicato l’imposta di registro in misura proporzionale dello 0,50%, ritenendo la cessione un negozio giuridico a sé stante. Il notaio, invece, sosteneva che la cessione fosse strettamente collegata al finanziamento (operazione soggetta ad IVA, anche se esente) e che, pertanto, dovesse beneficiare dell’imposta di registro in misura fissa, in virtù del principio di alternatività IVA/Registro. Sia la Commissione Tributaria di primo grado che quella di secondo grado avevano dato ragione al professionista, qualificando la cessione come “prestazione accessoria” al finanziamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

Contro la decisione di secondo grado, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e confermando la legittimità dell’imposizione proporzionale. Secondo i giudici, la cessione del credito, essendo stata stipulata in un momento successivo alla concessione del finanziamento, non poteva essere considerata parte di un’unica operazione economica, ma costituiva un atto autonomo con una propria causa giuridica, quella di garanzia.

Le Motivazioni: Perché la cessione del credito a garanzia è un atto autonomo?

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali, offrendo una disamina chiara della disciplina tributaria degli atti collegati.

1. Distinzione tra Negozio Complesso e Negozi Collegati: Il punto di partenza è l’art. 21 del D.P.R. 131/1986. Un negozio è complesso quando ha una causa unica e inscindibile, e viene tassato come un’unica operazione. I negozi collegati, invece, sono atti distinti, ciascuno con una propria causa, sebbene legati da un fine economico comune. In questo secondo caso, ogni atto sconta la propria imposta. Nel caso di specie, il contratto di finanziamento e la successiva cessione del credito a garanzia sono stati qualificati come negozi collegati, ma autonomi.

2. L’Importanza del Momento della Stipula: Un elemento decisivo per la Corte è stata la circostanza che l’apertura di credito era già stata concessa al momento della stipula della cessione. Questa sfasatura temporale ha impedito di considerare i due atti come un’unica operazione. Se la garanzia fosse stata contestuale e parte integrante della struttura del finanziamento, la valutazione avrebbe potuto essere diversa.

3. La Natura dell’Imposta di Registro come “Imposta d’Atto”: La Corte ha ribadito che l’imposta di registro colpisce il singolo atto giuridico in base ai suoi effetti. Poiché la cessione del credito è un contratto tipico con una propria causa (in questo caso, di garanzia), deve essere tassato per quello che è, indipendentemente dal suo collegamento funzionale con un altro contratto.

4. Inapplicabilità del Principio di Alternatività IVA/Registro: La difesa del contribuente si basava sull’idea che la cessione fosse un’operazione accessoria a un finanziamento soggetto a IVA. Tuttavia, la Cassazione ha smontato questa tesi. Citando la giurisprudenza nazionale ed europea, ha affermato che una cessione del credito a garanzia non costituisce una prestazione di servizi “a titolo oneroso” ai fini IVA. Mancando un corrispettivo diretto per il servizio di garanzia, l’operazione è fuori dal campo di applicazione dell’IVA. Di conseguenza, non può scattare il principio di alternatività che porterebbe all’imposta di registro fissa.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza n. 32338/2024 stabilisce un principio chiaro e di notevole impatto pratico: una cessione del credito a garanzia stipulata per rafforzare un finanziamento già esistente è un atto fiscalmente autonomo. Le imprese e i professionisti che strutturano operazioni finanziarie devono quindi prestare massima attenzione alla tempistica e alla forma giuridica degli accordi di garanzia. Per evitare l’applicazione dell’imposta proporzionale, la garanzia dovrebbe essere strutturata come un elemento contestuale e intrinseco del contratto di finanziamento, e non come un atto separato e successivo. Questa pronuncia consolida un approccio rigoroso che privilegia la natura formale dell’atto rispetto al collegamento economico tra le operazioni, con conseguenze dirette sui costi fiscali delle transazioni finanziarie.

Una cessione del credito a garanzia di un finanziamento è sempre tassata con imposta di registro fissa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che se la cessione è un atto separato e successivo al contratto di finanziamento, va tassata con imposta proporzionale. Non è considerata una prestazione accessoria ma un negozio autonomo.

Perché la Corte ha considerato il contratto di finanziamento e la cessione del credito come due atti distinti?
Perché la cessione del credito è avvenuta in un momento successivo alla stipula dell’apertura di credito. Questa separazione temporale dimostra che si tratta di due negozi autonomi (collegati ma non fusi in un’unica operazione), ciascuno con una propria causa e soggetto a una tassazione separata.

Il principio di alternatività IVA/Registro si applica in questo caso di cessione del credito a garanzia?
No. La Corte ha stabilito che la cessione del credito a scopo di garanzia non è un’operazione “a titolo oneroso” e quindi non rientra nel campo di applicazione dell’IVA. Di conseguenza, non può beneficiare del principio di alternatività, che prevede l’imposta di registro in misura fissa solo per gli atti relativi a operazioni soggette a IVA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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