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Cessazione materia del contendere: prova necessaria

Una società in lite con l’Agenzia delle Entrate per un accertamento fiscale ha chiesto in Cassazione la cessazione della materia del contendere, sostenendo di aver aderito a una definizione agevolata. La Corte Suprema, non trovando prova del collegamento tra la cartella pagata e l’atto oggetto del giudizio, ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Con tale provvedimento, ha sospeso la decisione e ha concesso alle parti 60 giorni per fornire chiarimenti sul punto, evidenziando la necessità di provare i fatti posti a fondamento delle proprie istanze.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessazione Materia del Contendere: L’Onere della Prova in Cassazione

L’adesione a una sanatoria fiscale può chiudere un contenzioso in corso? Sì, ma a una condizione fondamentale: bisogna dimostrare con certezza il collegamento tra il debito sanato e quello oggetto della causa. L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione in esame offre un importante chiarimento procedurale sulla cessazione materia del contendere, sottolineando come non basti affermare un fatto, ma sia necessario provarlo in modo inequivocabile.

I Fatti del Processo Tributario

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato da parte dell’Agenzia delle Entrate a una società a responsabilità limitata. L’Ufficio contestava il mancato versamento di IRAP e IVA per l’anno d’imposta 2005. La società ha impugnato l’atto, ma il suo ricorso è stato respinto sia in primo grado, dalla Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello, dalla Commissione Tributaria Regionale.

I giudici di merito avevano confermato la legittimità dell’operato dell’Amministrazione Finanziaria, ritenendo, tra l’altro, che la contribuente non avesse fornito adeguata prova della deducibilità di alcuni costi, né della loro certezza e inerenza. Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la società ha presentato ricorso affidato a diversi motivi.

La Svolta: L’Istanza per Cessazione Materia del Contendere

Durante il giudizio di legittimità, la società ricorrente ha depositato un’istanza per ottenere la declaratoria di cessazione materia del contendere. A sostegno della propria richiesta, ha affermato di aver aderito alla definizione agevolata prevista dal D.L. n. 119 del 2018 (la cosiddetta “pace fiscale”), regolarizzando una specifica cartella di pagamento. Secondo la tesi della difesa, tale adesione avrebbe fatto venir meno l’interesse delle parti a proseguire il giudizio, poiché la pretesa fiscale originaria si sarebbe estinta.

La Decisione Interlocutoria della Corte

La Corte di Cassazione, prima di decidere sul merito del ricorso, ha analizzato l’istanza presentata. I giudici hanno rilevato una criticità fondamentale: non vi era alcuna prova che la cartella di pagamento, richiamata e allegata all’istanza, fosse direttamente collegata all’avviso di accertamento che aveva dato origine all’intero contenzioso. In altre parole, mancava l’anello di congiunzione tra il debito sanato e il debito contestato.

Il Principio di Diritto Sotteso

La Corte non può dare per scontato che i due atti si riferiscano alla stessa pretesa tributaria. Nel processo, e in particolare in quello tributario, vige il principio dell’onere della prova: chi afferma un fatto a proprio vantaggio ha il dovere di dimostrarlo. In questo caso, era onere della società contribuente provare, con documentazione idonea, che l’adesione alla definizione agevolata riguardava proprio il debito per cui era in corso la causa.

Le motivazioni

La motivazione della Corte è di natura squisitamente processuale. Non potendo verificare d’ufficio la corrispondenza tra la cartella e l’atto impositivo, e in assenza di prove fornite dalla parte interessata, i giudici non hanno potuto accogliere l’istanza. La mancanza di questa prova impedisce di dichiarare la cessazione materia del contendere. Per questo motivo, la Corte ha ritenuto necessario un approfondimento, emettendo un’ordinanza interlocutoria anziché una sentenza definitiva. Con tale provvedimento, ha invitato le parti a “interloquire”, ovvero a presentare le proprie argomentazioni e, soprattutto, le prove necessarie a chiarire il punto controverso.

Le conclusioni

Con l’ordinanza in commento, la Corte di Cassazione ha rinviato la causa a nuovo ruolo, concedendo alle parti un termine di sessanta giorni per depositare memorie e documenti utili a dimostrare il nesso tra la definizione agevolata e l’atto impugnato. Questa decisione è un monito importante per tutti i contribuenti e i loro difensori: quando si invoca un fatto estintivo del processo, come la cessazione materia del contendere per avvenuta sanatoria, è indispensabile corredare l’istanza con tutte le prove documentali che ne dimostrino in modo inconfutabile il fondamento. In caso contrario, si rischia di veder proseguire un contenzioso che si riteneva, erroneamente, già concluso.

Cosa significa che la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria?
Significa che la Corte non ha ancora deciso il caso in via definitiva. Ha invece risolto una questione procedurale, rinviando la causa a una nuova udienza e chiedendo alle parti di fornire chiarimenti su un punto specifico prima di poter emettere la sentenza finale.

Perché la richiesta di dichiarare la cessazione della materia del contendere non è stata accolta subito?
La richiesta non è stata accolta perché la parte ricorrente, pur avendo dichiarato di aver aderito a una definizione agevolata, non ha fornito la prova che la cartella di pagamento saldata si riferisse specificamente all’atto impositivo oggetto del giudizio in corso.

Cosa devono fare le parti dopo questa ordinanza?
Le parti devono interloquire, cioè presentare memorie e documenti, entro sessanta giorni dalla comunicazione dell’ordinanza, per dimostrare se esista o meno un collegamento tra la cartella definita in via agevolata e l’avviso di accertamento al centro della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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