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Cessazione materia del contendere: accordo e spese

Un Comune e una contribuente si scontrano su un avviso di accertamento ICI. Durante il ricorso in Cassazione, le parti trovano un accordo transattivo. La Corte Suprema, prendendo atto dell’accordo, dichiara la cessazione della materia del contendere, estinguendo il giudizio e compensando integralmente le spese legali tra le parti.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessazione della materia del contendere: come un accordo chiude il processo tributario

La cessazione della materia del contendere è un istituto giuridico fondamentale che permette di chiudere un contenzioso quando le parti trovano una soluzione extragiudiziale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un accordo transattivo, anche se raggiunto durante il giudizio di legittimità, possa portare all’estinzione del processo, con importanti conseguenze sulla sentenza impugnata e sulla gestione delle spese legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento ICI per l’annualità 2007, con cui un Comune richiedeva a una contribuente il pagamento di maggiori imposte relative a tre aree edificabili di sua proprietà. La contribuente impugnava l’atto, ma il suo ricorso veniva rigettato in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale.

Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva l’appello della contribuente, annullando l’avviso di accertamento. La CTR riteneva che l’atto fosse viziato da errori nel procedimento di valutazione delle aree. Insoddisfatto della decisione, il Comune proponeva ricorso per cassazione.

L’Accordo Transattivo e la richiesta di Cessazione della Materia del Contendere

Nelle more del giudizio di legittimità, le parti riuscivano a trovare un’intesa per definire non solo la controversia in esame, ma anche altre pendenze relative a diverse annualità d’imposta. L’accordo prevedeva:

1. La rettifica del valore della base imponibile, riducendola da circa 5,7 milioni di euro a poco meno di 4,3 milioni.
2. Il pagamento in un’unica soluzione delle imposte, sanzioni e interessi ricalcolati sulla nuova base imponibile.
3. La cessione gratuita al Comune di una porzione di terreno da parte della contribuente.

Sulla base di questo accordo, formalizzato in un apposito atto di definizione stragiudiziale, i difensori di entrambe le parti hanno chiesto congiuntamente alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, con integrale compensazione delle spese di lite.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta congiunta, spiegando i principi giuridici che governano tale situazione. I giudici hanno chiarito che, quando le parti definiscono la controversia con un accordo convenzionale durante il giudizio di legittimità, la Corte deve dichiarare cessata la materia del contendere. Questa dichiarazione ha un effetto dirimente: fa venir meno l’efficacia della sentenza impugnata. Il provvedimento della CTR, favorevole alla contribuente, perde quindi ogni valore, sostituito in toto dall’accordo raggiunto tra le parti.

La Suprema Corte, richiamando una sua precedente pronuncia a Sezioni Unite (n. 8980/2018), ha sottolineato come questa fattispecie non possa essere confusa con un semplice ‘disinteresse sopravvenuto’ delle parti, che porterebbe a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. L’accordo transattivo, invece, risolve nel merito la lite, rendendo superflua una pronuncia del giudice. Di conseguenza, l’unica decisione possibile è quella di certificare l’avvenuta composizione del conflitto, dichiarando estinto il giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce l’importanza e l’efficacia degli strumenti di definizione stragiudiziale delle liti tributarie. Anche quando un contenzioso arriva fino all’ultimo grado di giudizio, le parti conservano la facoltà di trovare un accordo che soddisfi i reciproci interessi. La cessazione della materia del contendere rappresenta la presa d’atto da parte del giudice di questa volontà conciliativa, che porta all’estinzione del processo e alla sostituzione della pronuncia giudiziale con i termini dell’accordo privato. La decisione di compensare integralmente le spese legali è una conseguenza logica di questo percorso, in cui non vi è un vincitore e un vinto, ma solo due parti che hanno scelto di porre fine alla disputa in modo consensuale.

Cosa succede se le parti di un processo tributario trovano un accordo mentre il caso è in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara la ‘cessazione della materia del contendere’, un atto che estingue formalmente il giudizio. L’accordo tra le parti sostituisce qualsiasi precedente decisione del giudice.

La sentenza del giudice di appello rimane valida dopo la dichiarazione di cessazione della materia del contendere?
No. La dichiarazione di cessazione della materia del contendere fa venir meno l’efficacia della sentenza impugnata. L’unica disciplina che regolerà i rapporti tra le parti sarà quella contenuta nell’accordo che hanno sottoscritto.

Chi paga le spese legali in caso di accordo e cessazione della materia del contendere?
In casi come questo, dove la lite si chiude con un accordo, è prassi comune che il giudice disponga la ‘compensazione integrale delle spese’. Ciò significa che ciascuna parte si fa carico dei costi del proprio avvocato, senza che nessuna delle due debba rimborsare l’altra.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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