LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cessazione materia del contendere: accordo e rinvio

Una società impugna una cartella di pagamento fino in Cassazione. Durante il processo, raggiunge un accordo di ristrutturazione del debito con l’Agenzia delle Entrate. La Corte, rilevato l’accordo, non decide nel merito ma emette un’ordinanza interlocutoria, rinviando la causa a nuovo ruolo in attesa che le parti formalizzino la cessazione materia del contendere.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Accordo col Fisco in Causa: la Cassazione e la Cessazione della Materia del Contendere

Un accordo di ristrutturazione del debito siglato con l’amministrazione finanziaria mentre è in corso un contenzioso tributario può portare alla cessazione della materia del contendere. Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha chiarito i passaggi procedurali da seguire quando le parti risolvono la loro disputa fuori dalle aule di giustizia, anche se il processo è giunto al suo ultimo grado di giudizio. Analizziamo questa interessante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una cartella di pagamento relativa all’IRPEF per l’anno 2012, notificata a una società a responsabilità limitata. La pretesa del Fisco derivava da un controllo formale sulla dichiarazione presentata dalla società in qualità di sostituto d’imposta.

La società ha impugnato la cartella, ma il suo ricorso è stato respinto sia in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello dalla Commissione Tributaria Regionale. Non dandosi per vinta, l’azienda ha proposto ricorso per cassazione, affidando le sue ragioni a cinque distinti motivi di diritto.

La Svolta Processuale: l’Accordo di Ristrutturazione

La vera svolta è avvenuta durante il giudizio di legittimità. La società ricorrente ha depositato telematicamente una documentazione cruciale: un atto di definizione del trattamento dei crediti erariali, stipulato con l’Agenzia delle Entrate e l’Agente della Riscossione. Questo atto rientrava in un più ampio accordo di ristrutturazione del debito, omologato dal Tribunale competente.

In sostanza, la pretesa fiscale oggetto del contenzioso era stata inclusa e definita all’interno di questo accordo, sanando la controversia direttamente tra le parti. Questo evento ha cambiato radicalmente lo scenario processuale, rendendo superflua una decisione nel merito da parte della Corte.

La Decisione Interlocutoria sulla Cessazione Materia del Contendere

Di fronte a questa novità, la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva, ma un’ordinanza interlocutoria. Invece di decidere sui motivi del ricorso, ha preso atto della nuova situazione. Ha stabilito che l’amministrazione finanziaria dovesse prendere cognizione formale dell’accordo depositato dalla società. A tal fine, ha disposto la comunicazione della documentazione all’Agenzia delle Entrate e all’Agente della Riscossione e ha rinviato il procedimento a nuovo ruolo.

Si tratta di un passaggio procedurale necessario per permettere al Collegio, in una futura udienza, di dichiarare formalmente la cessazione della materia del contendere, una volta che anche le controparti pubbliche avranno confermato la definizione della lite.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Secondo la Cassazione, il giudizio si estingue in tutti i casi in cui le pendenze tributarie vengono definite per legge o per accordo tra le parti. La transazione sui crediti tributari e contributivi, prevista dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (che ha sostituito la precedente normativa fallimentare), rientra pienamente in queste ipotesi.

L’intervento di un accordo negoziale tra le parti determina una nuova regolamentazione delle situazioni giuridiche controverse. Di conseguenza, il giudizio deve essere definito con una declaratoria di cessazione della materia del contendere, poiché è venuto meno l’interesse delle parti a una pronuncia giudiziale.

Prima di procedere con tale declaratoria, però, il Collegio ha ritenuto opportuno un passaggio intermedio: assicurarsi che l’amministrazione finanziaria fosse ufficialmente informata dell’istanza e della documentazione depositata, per poter esprimere la propria posizione. Da qui la decisione di rinviare la causa, disponendo la comunicazione degli atti a cura della parte ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la via della composizione negoziata della crisi e della transazione fiscale è percorribile e può risolvere efficacemente anche i contenziosi pendenti. In secondo luogo, illustra il corretto iter procedurale che la Corte di Cassazione segue in questi casi: non una chiusura immediata, ma un rinvio interlocutorio per garantire il contraddittorio tra le parti sulla sopravvenuta definizione della lite. Per i contribuenti e i loro difensori, ciò significa che la ricerca di una soluzione concordata con il Fisco rimane un’opzione valida e strategica fino all’ultimo grado di giudizio.

Un accordo di ristrutturazione del debito può influenzare una causa tributaria già in corso?
Sì, secondo la Corte, un accordo che definisce la pretesa fiscale oggetto del contenzioso determina la cessazione della materia del contendere e, di conseguenza, l’estinzione del processo.

Cosa significa “cessazione della materia del contendere”?
Significa che il motivo originario della disputa tra le parti è venuto meno perché è stato risolto attraverso un accordo. Pertanto, non è più necessario che il giudice emetta una decisione sul merito della questione.

Perché la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di chiudere subito il caso?
La Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria come passaggio procedurale per assicurarsi che le controparti (Agenzia delle Entrate e Agente della Riscossione) fossero formalmente informate dell’accordo depositato. Questo garantisce il corretto contraddittorio prima di dichiarare formalmente estinto il giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati