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Cessata materia del contendere: l’accordo che annulla la lite

Una società agricola ha impugnato un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune. Dopo una sentenza di secondo grado sfavorevole, la società ha presentato ricorso in Cassazione. Durante il giudizio, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, risolvendo la controversia. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la cessata materia del contendere, un esito che fa perdere efficacia alla sentenza impugnata e conclude il processo, con compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cessata Materia del Contendere: Quando un Accordo Spegne il Processo

L’ordinamento giuridico offre alle parti in lite la possibilità di porre fine a una controversia autonomamente, anche quando questa è già pendente davanti a un giudice. In questi casi, si verifica la cosiddetta cessata materia del contendere, un istituto che determina l’estinzione del giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti di un accordo raggiunto tra le parti durante il processo, sottolineando come questo prevalga sulla sentenza impugnata, facendole perdere efficacia. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne i principi e le implicazioni pratiche.

I Fatti della Causa: dal Contenzioso Tributario all’Accordo

La vicenda trae origine da un contenzioso tributario tra una società agricola e un Comune. Quest’ultimo aveva emesso un avviso di accertamento per l’IMU relativa all’anno 2013, non riconoscendo alla società le agevolazioni fiscali previste per gli imprenditori agricoli professionali.

La società aveva impugnato l’atto e, dopo alterne vicende nei primi due gradi di giudizio, aveva proposto ricorso davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse pronunciarsi nel merito, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, definendo bonariamente la controversia e chiedendo congiuntamente al giudice di dichiarare la fine del processo.

La Decisione della Cassazione e la Cessata Materia del Contendere

Preso atto dell’accordo intervenuto, la Corte di Cassazione ha pronunciato un’ordinanza con cui ha dichiarato la cessata materia del contendere. Questa declaratoria non è una decisione sul merito del ricorso, ma una presa d’atto che l’interesse delle parti a ottenere una sentenza è venuto meno. La volontà congiunta di porre fine alla lite, manifestata attraverso l’accordo, svuota di contenuto il processo stesso.

La Perdita di Efficacia della Sentenza Impugnata

L’aspetto più significativo della decisione risiede nell’effetto che la cessata materia del contendere produce sulla sentenza di secondo grado, oggetto del ricorso. La Corte chiarisce che la dichiarazione di estinzione del giudizio comporta la “automatica perdita di efficacia della sentenza impugnata”.

Questo significa che la pronuncia precedente viene completamente neutralizzata. Non si tratta di una “cassazione” della sentenza, ma della constatazione che il nuovo accordo negoziale tra le parti ha sostituito integralmente la regolamentazione del loro rapporto, rendendo irrilevante la decisione del giudice.

Le Motivazioni

La Corte, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha spiegato che quando le parti raggiungono un accordo, affidano a quest’ultimo la disciplina esclusiva della loro vicenda. Di conseguenza, rinunciano a far valere gli effetti della sentenza impugnata. Il giudice di legittimità non può ignorare questa volontà e deve limitarsi a dichiarare che il contendere è cessato.

La pronuncia non può essere di inammissibilità del ricorso, perché ciò lascerebbe in vita la sentenza precedente. Deve essere, invece, una pronuncia di cessazione della materia del contendere, che accerta il venir meno dell’efficacia della sentenza per effetto dell’accordo. Infine, in conformità alla richiesta congiunta delle parti, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese di giudizio, stabilendo che ciascuna parte sostenga i propri costi legali.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’autonomia negoziale delle parti può prevalere sul giudizio in corso. La dichiarazione di cessata materia del contendere rappresenta lo strumento processuale attraverso cui il giudice prende atto di questa volontà, chiudendo il processo e privando di effetti le decisioni precedenti. Per i cittadini e le imprese, ciò significa che la via dell’accordo è sempre percorribile e, se raggiunta, diventa l’unica fonte regolatrice del rapporto controverso, superando l’incertezza e i costi di un lungo iter giudiziario.

Cosa significa ‘cessata materia del contendere’?
Significa che il processo si estingue perché è venuto meno l’interesse delle parti a una decisione da parte del giudice. Questo accade, come nel caso di specie, quando le parti raggiungono un accordo transattivo che risolve la loro controversia.

Quali sono gli effetti di un accordo tra le parti sulla sentenza già emessa?
L’accordo tra le parti, se interviene durante il giudizio di Cassazione, determina la perdita automatica di efficacia della sentenza impugnata. L’accordo sostituisce la sentenza come unica fonte di regolamentazione del rapporto tra le parti.

In caso di cessata materia del contendere a seguito di un accordo, chi paga le spese legali?
In questo caso, poiché le parti lo hanno richiesto congiuntamente nel loro accordo, la Corte ha disposto la compensazione integrale delle spese di giudizio. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i costi dei propri avvocati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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