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Cartella di pagamento: non è atto esecutivo sospeso

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento non rientra tra le procedure esecutive sospese in caso di sequestro di beni ai sensi della normativa antimafia. L’ordinanza chiarisce che la cartella di pagamento è un atto preliminare, con la duplice funzione di notifica del titolo e di intimazione al pagamento (precetto), ma non costituisce l’inizio dell’esecuzione forzata, che si avvia solo con il pignoramento. Pertanto, l’agente della riscossione può legittimamente notificare la cartella anche in presenza di un sequestro sui beni del contribuente.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Cartella di pagamento: Non è Atto Esecutivo e non si Sospende

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale nel diritto tributario: la natura giuridica della cartella di pagamento. Questa decisione è fondamentale per i contribuenti i cui beni sono sottoposti a sequestro, in quanto stabilisce che la notifica della cartella non rientra tra gli atti esecutivi sospesi dalla legge. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Una società contribuente, i cui beni erano stati sottoposti a sequestro e successiva confisca in base alla normativa antimafia, impugnava una cartella di pagamento per un debito di oltre 300.000 euro relativo a IRAP, IRPEG e IVA. La società sosteneva che, a causa del sequestro, tutte le procedure esecutive e cautelari da parte dell’Agente della Riscossione avrebbero dovuto essere sospese, inclusa la notifica della cartella.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla società, equiparando la cartella a un titolo esecutivo e ritenendo che la procedura di riscossione dovesse essere bloccata. L’Agente della Riscossione, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agente della Riscossione, cassando la sentenza precedente e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Il principio di diritto affermato è netto: la cartella di pagamento, pur avendo una duplice funzione, non è l’atto con cui inizia la procedura esecutiva. L’esecuzione forzata, infatti, comincia solo con il pignoramento.

Le Motivazioni: la natura della cartella di pagamento

La Corte ha svolto un’analisi approfondita per distinguere i vari atti del procedimento di riscossione.

La Distinzione tra Atto Preliminare e Atto Esecutivo

Il punto centrale della motivazione risiede nella distinzione tra gli atti preparatori e l’esecuzione vera e propria. La normativa richiamata (art. 50 del d.lgs. n. 159/2011) prevede la sospensione delle procedure esecutive, degli atti di pignoramento e dei provvedimenti cautelari. La Corte ha sottolineato che la cartella di pagamento non rientra in nessuna di queste categorie.

Essa è un atto prodromico, necessario per portare a conoscenza del contribuente l’esistenza di un debito iscritto a ruolo e per intimargli il pagamento. La sua funzione è quella di rendere edotto il debitore della pretesa e di salvaguardare il credito da eventuali termini di decadenza o prescrizione, ma non ha efficacia esecutiva propria.

Il Ruolo della cartella di pagamento nel sistema di riscossione

La Cassazione ha ribadito che, nel sistema di riscossione coattiva, la cartella di pagamento assolve contemporaneamente a due funzioni che nel processo esecutivo ordinario sono distinte:

1. Notificazione del titolo esecutivo: Il vero titolo esecutivo è il ruolo (l’elenco dei debitori e delle somme dovute), e la cartella ne rappresenta un estratto che viene notificato al contribuente.
2. Funzione di precetto: La cartella contiene l’intimazione a pagare entro 60 giorni, con l’avvertimento che in caso contrario si procederà all’esecuzione forzata.

Tuttavia, pur accorpando queste funzioni, la cartella rimane un atto preliminare. L’esecuzione forzata inizia solo con l’atto successivo, ovvero il pignoramento dei beni del debitore, come previsto dall’art. 491 del codice di procedura civile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ha importanti conseguenze pratiche. Stabilisce chiaramente che, anche in presenza di un sequestro sui beni di un’azienda, l’Agente della Riscossione ha il diritto e il dovere di notificare la cartella di pagamento per formalizzare la pretesa creditoria. La sospensione prevista dalla legge antimafia interviene solo in una fase successiva, qualora l’ente riscossore intendesse procedere con un pignoramento.

In sintesi, il contribuente sotto sequestro non può eccepire l’illegittimità della notifica della cartella invocando la sospensione delle procedure esecutive, perché tale notifica non è, per sua natura, un atto esecutivo. La tutela del contribuente si attiverà solo se, e quando, l’Agente della Riscossione tenterà di aggredire materialmente il patrimonio con un atto di pignoramento.

Una cartella di pagamento è considerata un atto della procedura esecutiva?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la cartella di pagamento non è un atto della procedura esecutiva, ma un atto preliminare. Essa funge sia da notifica del titolo esecutivo (il ruolo) sia da intimazione al pagamento (precetto), ma non dà inizio all’esecuzione forzata.

La notifica di una cartella di pagamento viene sospesa se i beni del contribuente sono sotto sequestro ai sensi della normativa antimafia?
No, la notifica della cartella di pagamento non viene sospesa. La legge prevede la sospensione delle procedure esecutive, degli atti di pignoramento e dei provvedimenti cautelari. Poiché la cartella non rientra in queste categorie, la sua notifica è legittima anche in presenza di un sequestro.

Quando inizia la procedura di esecuzione forzata nella riscossione tributaria?
Secondo la Corte, la procedura di esecuzione forzata inizia con l’atto di pignoramento. La notifica della cartella di pagamento è un passaggio necessario e precedente, ma non segna l’avvio della fase esecutiva vera e propria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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