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Canoni locazione non percepiti: quando vanno tassati?

Un locatore ha impugnato la tassazione dei canoni di affitto non incassati relativi a un immobile commerciale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando il principio secondo cui i canoni locazione non percepiti da immobili a uso diverso dall’abitativo sono tassabili fino alla formale risoluzione del contratto, a differenza di quanto previsto per gli immobili residenziali. La Corte ha stabilito che la base imponibile è il reddito contrattuale, indipendentemente dall’effettivo incasso.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Canoni di Locazione non Percepiti: La Cassazione Conferma la Tassazione per gli Immobili Commerciali

Uno dei dilemmi più comuni per i proprietari di immobili è la gestione dei canoni locazione non percepiti. Cosa succede quando l’inquilino non paga l’affitto? Quelle somme, mai incassate, devono comunque essere dichiarate al Fisco? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza, ribadendo una distinzione fondamentale tra locazioni abitative e commerciali, con importanti conseguenze fiscali per i locatori.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un contribuente, proprietario di un immobile locato per uso commerciale, che aveva ricevuto un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria contestava la mancata dichiarazione di alcuni canoni di affitto che, sebbene previsti dal contratto, non erano mai stati pagati dall’inquilino moroso. Il proprietario si era opposto, sostenendo che tassare un reddito mai entrato nelle sue casse fosse ingiusto e contrario ai principi costituzionali. Dopo un percorso giudiziario altalenante nei primi due gradi, la questione è approdata in Cassazione.

Il Principio di Diritto: Differenza tra Uso Abitativo e Commerciale

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 26 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Questa norma stabilisce che i redditi fondiari sono tassati indipendentemente dalla loro percezione. Tuttavia, prevede un’importante eccezione per le locazioni di immobili a uso abitativo: i canoni non incassati non concorrono a formare il reddito, a patto che il locatore abbia avviato un procedimento di sfratto per morosità.

La questione posta alla Corte era se questa eccezione potesse essere estesa anche alle locazioni commerciali.

La Decisione della Corte sui Canoni Locazione non Percepiti

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del contribuente, confermando il suo orientamento consolidato. I giudici hanno chiarito che la deroga prevista per i canoni locazione non percepiti si applica esclusivamente agli immobili ad uso abitativo. Per gli immobili locati a uso diverso (commerciale, ufficio, artigianale), vige la regola generale: il reddito da dichiarare è quello che risulta dal contratto di locazione, anche se non effettivamente pagato.

La tassazione cessa solo dal momento in cui il contratto di locazione viene formalmente risolto, sia per via giudiziale che consensuale. Fino a quel momento, il diritto del proprietario a percepire il canone è considerato di per sé un indice di ricchezza tassabile.

L’inammissibilità del Ricorso dell’Agenzia delle Entrate

Curiosamente, anche l’Agenzia delle Entrate aveva presentato un ricorso (definito incidentale) contro una parte della sentenza di secondo grado che le era sfavorevole. L’Agenzia contestava la decisione dei giudici d’appello di escludere dal reddito imponibile due mensilità successive alla risoluzione del contratto. La Cassazione ha dichiarato questo ricorso inammissibile, poiché mirava a una rivalutazione delle prove e dei fatti, un’attività preclusa nel giudizio di legittimità, che si limita al controllo della corretta applicazione della legge.

Le Motivazioni

La Corte fonda la sua decisione su una rigorosa interpretazione della legge. Il legislatore ha scelto deliberatamente di creare un regime di favore solo per le locazioni abitative, subordinandolo all’avvio di un’azione legale contro l’inquilino moroso. Questa scelta, secondo la giurisprudenza costante anche della Corte Costituzionale, non è irragionevole. Per i redditi fondiari derivanti da locazioni commerciali, il presupposto dell’imposta è la titolarità del diritto a percepire un reddito, che nasce direttamente dal contratto. La semplice esistenza di un contratto di locazione valido ed efficace è sufficiente a generare il presupposto impositivo, indipendentemente dall’effettivo flusso di cassa. La morosità dell’inquilino è un rischio d’impresa che non sposta la base imponibile, fino a quando il rapporto contrattuale non viene interrotto legalmente.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rappresenta un monito fondamentale per i proprietari di immobili commerciali. I canoni locazione non percepiti sono e restano reddito imponibile. Per interrompere l’obbligo di dichiarare e pagare le imposte su affitti non incassati, non è sufficiente la semplice morosità del conduttore. È indispensabile agire tempestivamente per ottenere la risoluzione formale del contratto di locazione. In caso contrario, il locatore si troverà nella difficile situazione di dover pagare tasse su un reddito che esiste solo sulla carta. La gestione proattiva e legale dei rapporti di locazione commerciale diventa, quindi, non solo una questione di recupero del credito, ma anche una necessità per una corretta pianificazione fiscale.

I canoni di locazione non percepiti per un immobile commerciale vanno dichiarati e tassati?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che i canoni di locazione per immobili a uso diverso dall’abitativo (commerciale, ufficio, ecc.) concorrono a formare il reddito imponibile anche se non sono stati effettivamente incassati, fino a quando il contratto di locazione non viene risolto.

La regola per i canoni non percepiti è la stessa per gli affitti residenziali e commerciali?
No. Per i contratti di locazione ad uso abitativo, i redditi non percepiti non concorrono a formare il reddito imponibile a condizione che la mancata percezione sia comprovata dall’intimazione di sfratto per morosità o dall’ingiunzione di pagamento. Questa deroga non si applica ai contratti per uso diverso dall’abitativo.

Tassare un reddito non incassato non viola il principio di capacità contributiva?
Secondo la giurisprudenza consolidata, inclusa quella della Corte Costituzionale, non lo viola nel caso di locazioni commerciali. Per i redditi fondiari, il presupposto dell’imposta è legato alla titolarità del diritto a percepire un reddito, che deriva dal contratto. Questo diritto è di per sé un indice di ricchezza tassabile, salvo le eccezioni espressamente previste dalla legge (come per l’uso abitativo).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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