LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Canoni di locazione non percepiti: la tassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che i canoni di locazione non percepiti per immobili ad uso commerciale concorrono a formare il reddito del locatore e vanno tassati. La risoluzione del contratto per inadempimento non ha effetto retroattivo, pertanto l’obbligazione di pagamento dei canoni maturati prima della risoluzione rimane valida ai fini fiscali. La tassazione si basa sul principio di competenza e non di cassa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione dei Canoni di Locazione non Percepiti: La Cassazione Fa Chiarezza

I canoni di locazione non percepiti rappresentano una problematica fiscale significativa per i proprietari di immobili, specialmente quando si tratta di locazioni commerciali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per gli immobili a uso commerciale, il reddito da locazione va dichiarato e tassato anche se il canone non è stato effettivamente incassato. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le ragioni giuridiche di questa decisione.

I Fatti del Caso

Una proprietaria di un immobile commerciale si è vista recapitare avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per gli anni 2012, 2013 e 2014. L’amministrazione finanziaria contestava un maggior reddito da fabbricati, basandosi su quanto emerso in un precedente giudizio civile. In quella sede, era stato accertato che il canone di locazione effettivamente pattuito era molto più alto di quello dichiarato e che l’inquilino era moroso da diversi mesi. Il Tribunale civile aveva quindi risolto il contratto e condannato il conduttore al pagamento dei canoni arretrati, calcolati sulla base dell’importo più elevato.

Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha rideterminato il reddito imponibile della locatrice, tassando i canoni dovuti e non pagati per le annualità in questione.

La contribuente ha impugnato gli avvisi, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. I giudici tributari di merito avevano ritenuto che la risoluzione del contratto avesse un’efficacia retroattiva, annullando di fatto l’obbligo di dichiarare i canoni non incassati.

La Tassazione dei Canoni di Locazione non Percepiti secondo la Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte di Giustizia Tributaria regionale avesse errato nell’applicare le norme civilistiche e fiscali. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e confermando la pretesa del Fisco.

I giudici hanno chiarito la distinzione cruciale tra locazioni abitative e commerciali ai fini della tassazione dei redditi fondiari. Mentre per gli immobili ad uso abitativo la legge (L. 431/1998) prevede espressamente che i redditi non percepiti non concorrono a formare il reddito imponibile dal momento della convalida di sfratto per morosità, tale eccezione non si estende alle locazioni commerciali.

Le Motivazioni della Corte

La decisione della Corte si fonda su due pilastri normativi:

1. Principio di Competenza per i Redditi Fondiari (Art. 26 TUIR): I redditi fondiari, inclusi quelli da locazione, concorrono a formare il reddito complessivo del possessore indipendentemente dalla loro effettiva percezione. Ciò significa che la tassazione si basa sul momento in cui il diritto a percepire il canone sorge (la maturazione), non sul momento dell’incasso effettivo.

2. Effetto non Retroattivo della Risoluzione (Art. 1458 c.c.): Per i contratti ad esecuzione continuata o periodica, come la locazione, la risoluzione per inadempimento non ha effetto retroattivo. Opera ex nunc, cioè ‘da ora in poi’. Questo significa che le prestazioni già eseguite o maturate prima della risoluzione (come il godimento dell’immobile da parte del conduttore e il diritto del locatore a ricevere il canone) non vengono meno. L’obbligo di pagare i canoni per il periodo in cui l’immobile è stato a disposizione dell’inquilino rimane valido, e di conseguenza, tale importo deve essere tassato.

La Corte regionale aveva erroneamente applicato un effetto retroattivo alla risoluzione, come se il contratto non fosse mai esistito per il periodo di morosità. La Cassazione ha corretto questa interpretazione, riaffermando che l’obbligo fiscale sorge sulla base del diritto a percepire il canone, diritto che non viene cancellato dalla successiva risoluzione del contratto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: i proprietari di immobili commerciali devono dichiarare i canoni di locazione maturati, anche se l’inquilino è moroso e non li ha pagati. L’unica via per interrompere l’obbligo dichiarativo è la cessazione del contratto di locazione. Fino a quel momento, il reddito ‘figurativo’ derivante dai canoni pattuiti è soggetto a tassazione. La decisione sottolinea l’importanza per i locatori di agire tempestivamente per la risoluzione del contratto in caso di morosità, al fine di limitare il carico fiscale su redditi non effettivamente incassati.

I canoni di locazione non percepiti per un immobile commerciale devono essere tassati?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, i redditi derivanti da locazioni commerciali concorrono a formare il reddito imponibile indipendentemente dalla loro effettiva percezione, basandosi sul principio di competenza sancito dall’art. 26 del TUIR.

La risoluzione del contratto di locazione per inadempimento ha effetto retroattivo ai fini fiscali?
No. Per i contratti ad esecuzione continuata come la locazione, l’art. 1458 c.c. stabilisce che la risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite o maturate. L’effetto è ‘ex nunc’ (da ora in poi), quindi i canoni maturati prima della risoluzione restano dovuti e, di conseguenza, tassabili.

C’è differenza tra la tassazione dei canoni non incassati per immobili abitativi e commerciali?
Sì. Per le locazioni abitative, una specifica norma (L. 431/1998) consente di non tassare i canoni non percepiti a partire dalla data di conclusione del procedimento di convalida di sfratto per morosità. Questa eccezione non è prevista per le locazioni a uso commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati