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Canone pubblicitario: la Cassazione fa chiarezza

Una società pubblicitaria contesta il canone pubblicitario richiesto da un Ente Locale per l’uso di impianti comunali. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo la distinzione tra canone di locazione di impianti pubblici e canone di concessione di suolo pubblico, confermando l’assoggettabilità ad IVA e i criteri di calcolo differenziati.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Canone Pubblicitario: la Cassazione traccia la linea tra Locazione e Concessione

L’ordinanza n. 14724 del 27 maggio 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione in materia di canone pubblicitario, delineando con precisione la distinzione tra il canone dovuto per la locazione di impianti di proprietà comunale e quello per la concessione di suolo pubblico. Questa pronuncia è fondamentale per gli operatori del settore e per gli enti locali, poiché incide direttamente sui criteri di calcolo dei canoni e sull’applicazione dell’IVA.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore delle affissioni pubblicitarie ha impugnato alcuni avvisi di pagamento emessi da un grande Ente Locale, relativi al canone per l’utilizzo di impianti pubblicitari di proprietà comunale per l’anno 2004. La società sosteneva di aver diritto a una riduzione del 30% del canone e che questo dovesse essere calcolato in base all’effettiva occupazione del suolo pubblico, oltre a contestarne l’assoggettamento ad IVA.

Il Tribunale di primo grado aveva parzialmente accolto le ragioni della società, concedendo la riduzione del 30%. Tuttavia, la Corte d’Appello, riformando la decisione, ha dato piena ragione all’Ente Locale, stabilendo che le somme erano interamente dovute, senza riduzioni e comprensive di IVA. La società ha quindi proposto ricorso per cassazione.

Il Contenzioso sul Canone Pubblicitario: le Diverse Tesi

Il cuore della controversia giuridica si è incentrato sull’interpretazione dell’art. 9, comma 7, del D.Lgs. n. 507/1993. La società ricorrente riteneva che la norma equiparasse il canone di locazione degli impianti pubblici a quello di concessione di suolo per impianti privati, sostenendo che entrambi dovessero essere “commisurati all’effettiva occupazione del suolo pubblico”.

La Corte d’Appello, invece, aveva adottato un’interpretazione letterale e logica della norma, distinguendo nettamente le due fattispecie:

* Canone di locazione: relativo all’uso di un impianto pubblicitario già esistente e di proprietà del Comune.
* Canone di concessione: relativo all’ottenimento del permesso di installare un impianto privato su suolo pubblico.

Secondo i giudici di secondo grado, solo il canone di concessione doveva essere calcolato in base allo spazio pubblico occupato.

L’Analisi della Corte di Cassazione e il Rigetto del Ricorso

La Suprema Corte ha esaminato e respinto tutti e cinque i motivi di ricorso presentati dalla società.

La Distinzione tra Locazione e Concessione

Il motivo centrale del ricorso è stato giudicato infondato. La Cassazione ha confermato l’interpretazione della Corte d’Appello. Analizzando il testo dell’art. 9, comma 7, d.lgs. n. 507/1993, i giudici hanno evidenziato che la locuzione “commisurati, questi ultimi, alla effettiva occupazione del suolo pubblico” si riferisce inequivocabilmente solo ai “canoni di concessione”, menzionati per ultimi nella frase, e non anche a quelli di locazione. La scelta del legislatore di distinguere le due tipologie di canone è logica: la concessione riguarda l’occupazione di suolo pubblico con un impianto privato, mentre la locazione riguarda l’utilizzo di un bene (l’impianto) già di proprietà dell’ente.

La Questione dell’IVA

La Corte ha rigettato anche il motivo relativo all’inapplicabilità dell’IVA. È stato ribadito l’orientamento consolidato secondo cui, quando un ente pubblico agisce al di fuori delle sue funzioni di “pubblica autorità” e svolge un’attività economica con fine di lucro, come la locazione di impianti pubblicitari, opera alla stregua di un qualsiasi operatore privato. Tale attività è pertanto soggetta a IVA, in quanto mira a un impiego produttivo del bene e non a fornire un servizio essenziale per la comunità.

Altri Motivi di Ricorso

Gli altri motivi, relativi a un presunto giudicato esterno, a vizi di motivazione e all’omesso esame di un fatto, sono stati dichiarati inammissibili o infondati, in quanto non conformi ai rigorosi limiti del giudizio di legittimità, che non consente un riesame del merito della controversia.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su due pilastri argomentativi principali. Il primo è un’interpretazione rigorosamente letterale e logica della normativa di settore, che non lascia spazio a un’equiparazione tra locazione di beni pubblici e concessione di suolo pubblico. La distinzione è netta e voluta dal legislatore. Il secondo pilastro è di natura fiscale e comunitaria: la locazione di un bene comunale per fini commerciali è un’attività economica che, per non creare distorsioni della concorrenza, deve essere assoggettata al regime IVA ordinario. L’ente pubblico, in questo contesto, non esercita un potere autoritativo, ma agisce come un imprenditore sul mercato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di fondamentale importanza per il settore della pubblicità esterna. Gli operatori devono prestare la massima attenzione alla natura giuridica del rapporto che instaurano con l’ente pubblico: se si tratta di una locazione di un impianto comunale, il canone sarà determinato secondo criteri specifici (spesso legati alla superficie espositiva) e sarà soggetto ad IVA. Se, invece, si tratta di una concessione per installare un proprio impianto, il canone sarà commisurato all’occupazione del suolo pubblico. Questa chiara distinzione previene incertezze interpretative e garantisce una corretta applicazione delle normative fiscali e amministrative.

Il canone per la locazione di impianti pubblicitari comunali va calcolato in base all’effettiva occupazione di suolo pubblico?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che tale criterio si applica solo ai canoni di concessione per l’installazione di impianti privati su suolo pubblico, non alla locazione di impianti già di proprietà dell’ente comunale.

Sulla locazione di impianti pubblicitari da parte di un Comune si applica l’IVA?
Sì, la Corte ha confermato che si tratta di un’attività economica svolta con fine di lucro, e non di un’attività esercitata in veste di “pubblica autorità”. Pertanto, è soggetta ad IVA come una normale operazione commerciale.

È possibile applicare per analogia la riduzione del 30% prevista per i canoni di concessione anche ai canoni di locazione di impianti pubblici?
No, la sentenza ha stabilito che la disciplina prevista per i canoni di concessione non è estensibile a quella, diversa, dei canoni di locazione di impianti comunali, poiché si tratta di fattispecie giuridicamente distinte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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