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Canone impianti pubblicitari: quando è cumulabile

Una società si opponeva al pagamento di un canone alla Provincia per l’installazione di cartelli pubblicitari, ritenendolo una duplicazione dell’imposta già versata al Comune. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7426/2024, ha chiarito che il canone impianti pubblicitari dovuto alla Provincia per l’installazione in fasce di rispetto stradale ha natura di corrispettivo e non di tributo, pertanto è cumulabile con l’imposta comunale sulla pubblicità, che ha presupposti e finalità differenti.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Canone Impianti Pubblicitari: Non è Duplicazione con la Tassa Comunale

L’installazione di cartellonistica pubblicitaria lungo le strade è una questione che interseca diverse normative, generando spesso confusione tra i tributi comunali e i canoni dovuti agli enti proprietari delle strade. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7426 del 20 marzo 2024, fa luce sulla questione, stabilendo un principio fondamentale sulla cumulabilità tra l’imposta comunale sulla pubblicità e il canone impianti pubblicitari richiesto dalla Provincia. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: Cartelli Pubblicitari su Strada Provinciale

Una società operante nel settore delle ceramiche aveva installato insegne e cartelli pubblicitari lungo una strada provinciale, ma all’interno del centro abitato di un Comune. Per questa installazione, la Provincia competente aveva contestato la mancanza della necessaria autorizzazione, richiedendo il pagamento di un canone annuale per il periodo dal 2007 al 2012. La società si era opposta, sostenendo che, trovandosi i cartelli nel centro abitato, la competenza fosse del Comune, al quale aveva già versato l’imposta sulla pubblicità. Pertanto, la richiesta della Provincia rappresentava, a suo dire, una duplicazione ingiustificata dell’onere impositivo.

La Decisione della Corte d’Appello

In un primo momento, la Corte d’Appello aveva dato parzialmente ragione alla società. I giudici di secondo grado avevano affermato che, poiché la competenza autorizzativa spettava al Comune (che avrebbe dovuto acquisire il nulla osta tecnico della Provincia), anche il corrispettivo per tale autorizzazione doveva essere di competenza comunale. La richiesta della Provincia veniva quindi annullata, considerandola assorbita dal pagamento dell’imposta sulla pubblicità versata al Comune, per evitare una “ingiustificata duplicazione dell’onere impositivo”.

La Natura Giuridica del Canone Impianti Pubblicitari

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso della società concessionaria del servizio di riscossione per conto della Provincia. Il punto centrale della sentenza risiede nella corretta qualificazione giuridica delle diverse somme richieste.

La Distinzione tra COSAP e CRPCIPS

La Suprema Corte chiarisce che è fondamentale distinguere due tipi di canoni che un ente proprietario di una strada può richiedere:
1. COSAP (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche): Questo canone ha natura patrimoniale e costituisce il corrispettivo per l’occupazione fisica di suolo pubblico o di beni del demanio.
2. CRPCIPS (Canone per il Rilascio del Provvedimento per l’Installazione di Impianti Pubblicitari e Segnaletici): Questo canone, previsto dal Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, non riguarda l’occupazione di suolo pubblico, ma è il corrispettivo per l’autorizzazione a installare impianti nelle cosiddette ‘fasce di rispetto’ stradali, ovvero aree anche private ma soggette a vincoli per la sicurezza della circolazione.

Nel caso di specie, il canone richiesto dalla Provincia era proprio quest’ultimo, il CRPCIPS, e non il COSAP.

La Differenza con l’Imposta Comunale sulla Pubblicità

L’imposta comunale sulla pubblicità è un tributo vero e proprio. Il suo presupposto non è l’occupazione di uno spazio o il rilascio di un’autorizzazione, ma la diffusione di un messaggio pubblicitario idoneo ad aumentare la clientela e, quindi, la ricchezza del soggetto che se ne avvale. Ha una finalità puramente fiscale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Canone Impianti Pubblicitari

Sulla base di queste distinzioni, la Cassazione ha motivato la sua decisione affermando che la Corte d’Appello ha errato nel ritenere le somme non dovute. Il canone impianti pubblicitari (CRPCIPS) e l’imposta comunale sulla pubblicità hanno presupposti e natura giuridica completamente diversi. Il primo è un corrispettivo per un’autorizzazione legata alla sicurezza stradale, dovuto all’ente proprietario della strada. Il secondo è un tributo legato al potenziale economico del messaggio pubblicitario, dovuto al Comune.
Di conseguenza, non vi è alcuna duplicazione di imposta. Le due pretese, quella della Provincia e quella del Comune, sono legittime e possono coesistere, in quanto si fondano su basi giuridiche distinte e non sovrapponibili. La regola dell'”assorbimento” citata dalla Corte d’Appello si applica solo al COSAP e non può essere estesa al canone per l’autorizzazione degli impianti pubblicitari.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce il principio di cumulabilità tra il canone dovuto all’ente proprietario della strada per l’installazione di cartelli nelle fasce di rispetto e l’imposta comunale sulla pubblicità. Gli operatori economici devono essere consapevoli che il pagamento del tributo comunale non li esonera dall’obbligo di ottenere le necessarie autorizzazioni dall’ente gestore della strada (come la Provincia) e di corrispondere il relativo canone, qualora previsto. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà decidere nuovamente attenendosi a questo fondamentale principio.

L’imposta comunale sulla pubblicità esclude il pagamento di altri canoni per gli stessi cartelli?
No, non necessariamente. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’imposta sulla pubblicità, avendo natura tributaria, è cumulabile con canoni di natura patrimoniale, come quello dovuto all’ente proprietario della strada per l’installazione di impianti nelle fasce di rispetto.

Qual è la differenza tra il canone per l’occupazione di suolo pubblico (COSAP) e quello per il rilascio dell’autorizzazione per impianti pubblicitari (CRPCIPS)?
Il COSAP è un corrispettivo per l’occupazione fisica di un’area pubblica (demanio). Il CRPCIPS, invece, è un corrispettivo per l’atto di autorizzazione a installare impianti in aree private ma soggette a vincoli pubblici, come le fasce di rispetto stradale, per ragioni di sicurezza della circolazione.

Per installare un cartello su una strada provinciale che attraversa un centro abitato, a chi bisogna chiedere l’autorizzazione?
La domanda di autorizzazione deve essere presentata al Comune, il quale è competente per il centro abitato. Tuttavia, il Comune ha l’obbligo di acquisire il preventivo “nulla osta” tecnico dall’ente proprietario della strada, in questo caso la Provincia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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