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Borsa di studio esente Irpef: la Cassazione decide

Un medico ha ricevuto una somma a seguito di una sentenza per la sua specializzazione post-laurea. L’Agenzia delle Entrate ha tassato tale importo come reddito. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la somma, pur definita “adeguata remunerazione”, costituisce una borsa di studio e, come tale, è completamente esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), in linea con la normativa di attuazione delle direttive europee.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Borsa di Studio per Specializzazione Medica: È Reddito Tassabile o Esente da Irpef?

La natura fiscale delle somme percepite dai medici per la loro formazione specialistica è da tempo oggetto di dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la borsa di studio erogata per la specializzazione post-laurea è esente da Irpef, anche quando viene definita “adeguata remunerazione”.

I Fatti del Caso

Un medico dirigente si è visto notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, che contestava maggiori redditi non dichiarati per l’anno 2010. Tra le somme riprese a tassazione, la più rilevante derivava da un importo ottenuto a seguito di una sentenza del Tribunale di Roma. Tale somma era stata riconosciuta al medico a titolo di compenso per la frequentazione di un corso di specializzazione in ginecologia, in attuazione di una direttiva europea.

L’Agenzia delle Entrate e le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano considerato tale importo come un reddito di natura retributiva e, di conseguenza, lo avevano assoggettato a tassazione Irpef. La loro tesi si fondava sul fatto che la sentenza del Tribunale di Roma avesse parlato di “adeguata remunerazione” per l’attività di collaborazione svolta dal medico, e non esplicitamente di borsa di studio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del contribuente. I giudici supremi hanno affermato che la ricostruzione operata dalla Commissione Tributaria Regionale era errata. L’importo in questione, sebbene definito “adeguata remunerazione” nella direttiva europea e nella sentenza del Tribunale, ha in realtà la natura giuridica e fiscale di una borsa di studio esente da imposte.

Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame, che dovrà attenersi al principio di diritto stabilito.

Le Motivazioni della Sentenza sulla borsa di studio

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su una meticolosa ricostruzione del quadro normativo. Il punto di partenza è la Direttiva CEE n. 82/76, che imponeva agli Stati Membri di garantire un'”adeguata remunerazione” ai medici durante il periodo di formazione specialistica.

Il legislatore italiano, nel recepire tale direttiva con il Decreto Legislativo n. 257 del 1991, ha stabilito che tale “adeguata remunerazione” dovesse essere corrisposta sotto forma di una borsa di studio. Aspetto cruciale, lo stesso decreto (all’art. 6, comma 5) ha operato un rinvio espresso all’art. 4 della Legge n. 476/1984, che prevede la totale esenzione dall’Irpef per le borse di studio conferite per corsi di dottorato e specializzazione.

La Corte ha chiarito che il Tribunale di Roma, nel riconoscere il diritto del medico a percepire tali somme per gli anni precedenti all’entrata in vigore del decreto, non ha fatto altro che applicare retroattivamente il diritto a quella che, per il legislatore italiano, è a tutti gli effetti una borsa di studio. L’uso del termine “remunerazione” non ne modifica la natura fiscale, che è quella stabilita dalla legge nazionale: un emolumento esente da tassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo di grande importanza per tutti i medici che hanno ottenuto o stanno richiedendo il riconoscimento economico per gli anni di specializzazione pre-1991. La Corte Suprema ha sancito in modo inequivocabile che tali somme, indipendentemente dalla terminologia usata, devono essere considerate borse di studio e godono del regime di totale esenzione fiscale dall’Irpef. La decisione impedisce all’amministrazione finanziaria di interpretare in modo estensivo la natura di tali emolumenti, garantendo certezza del diritto e tutela per i contribuenti.

La somma ricevuta da un medico per la specializzazione post-laurea è tassabile?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale somma ha la natura di “borsa di studio” e, in base alla normativa di attuazione delle direttive europee (D.Lgs. 257/1991), gode di un regime di esenzione totale dall’Irpef.

Se un Tribunale definisce tale somma “adeguata remunerazione”, cambia la sua natura fiscale?
No. Secondo la Cassazione, l’uso del termine “adeguata remunerazione” non modifica la sostanza giuridica del compenso, che resta una borsa di studio esentasse, come previsto dal legislatore italiano.

Perché il compenso per la specializzazione è considerato una borsa di studio esente e non un reddito?
Perché il legislatore italiano, nell’attuare la direttiva europea che imponeva una “adeguata remunerazione”, ha scelto di qualificare tale compenso come “borsa di studio”, estendendo esplicitamente l’esenzione fiscale prevista per altre borse di studio (come quelle per i dottorati di ricerca) tramite un rinvio all’art. 4 della L. 476/1984.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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