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Bonus rientro cervelli: sì anche da paesi vicini

Una contribuente richiede il rimborso IRPEF basato sul “bonus rientro cervelli” dopo aver studiato in Austria. L’Agenzia delle Entrate nega il beneficio sostenendo che la vicinanza geografica non costituisse un vero espatrio. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della contribuente, stabilendo che la normativa non pone limiti di distanza. L’agevolazione si basa su requisiti oggettivi di residenza e studio all’estero, e la finalità della legge è incentivare il ritorno di capitale umano in Italia, indipendentemente dal paese di provenienza.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Bonus Rientro Cervelli: la Distanza non Conta, lo dice la Cassazione

L’agevolazione fiscale nota come bonus rientro cervelli rappresenta uno strumento fondamentale per incentivare il ritorno in Italia di professionisti e studiosi che hanno maturato esperienze all’estero. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sui requisiti per accedere a questo beneficio, stabilendo che la distanza geografica del paese in cui si è studiato o lavorato è irrilevante. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Una contribuente, dopo aver trascorso un periodo di sei anni in Austria per motivi di studio, rientrava in Italia e presentava istanza all’Agenzia delle Entrate per ottenere il rimborso delle maggiori imposte IRPEF versate, chiedendo l’applicazione del cosiddetto “bonus rientro cervelli” previsto dalla legge n. 238/2010.

Di fronte al silenzio dell’Amministrazione finanziaria, che equivaleva a un rifiuto, la contribuente adiva la Commissione Tributaria. Inizialmente, l’Agenzia delle Entrate procedeva al rimborso, portando il giudice di primo grado a dichiarare la cessazione della materia del contendere. Tuttavia, successivamente, la stessa Agenzia emetteva una cartella di pagamento per recuperare l’importo, sostenendo che il rimborso fosse stato un errore.

La Commissione Tributaria di secondo grado, unificando i due giudizi, dava ragione all’Agenzia, ritenendo che la contribuente non avesse diritto al beneficio. La motivazione addotta era che l’università frequentata in Austria si trovava a una “distanza fisiologica” dalla residenza italiana e che la contribuente avesse sempre avuto l’intenzione di rientrare, fattori che, secondo i giudici di merito, escludevano l’applicabilità dell’agevolazione. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Bonus Rientro Cervelli

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, accogliendo il motivo di ricorso principale della contribuente. I giudici hanno chiarito che l’interpretazione fornita dalla Commissione Tributaria era errata, poiché introduceva requisiti non previsti dalla legge.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha sottolineato che la normativa sul bonus rientro cervelli (Legge n. 238/2010) non fa alcun riferimento alla distanza tra l’ateneo estero e il comune di provenienza del soggetto. La ratio legis, ovvero lo scopo della norma, è quella di contrastare la “fuga dei cervelli” e incentivare il ritorno di capitale umano qualificato in Italia, a prescindere dal fatto che il paese di provenienza sia confinante o meno.

Introdurre un criterio basato su una non meglio definita “distanza fisiologica” sarebbe contrario a tale finalità. Allo stesso modo, la Corte ha specificato che l’intenzione preordinata di rientrare in Italia al termine del periodo di studi non è un elemento rilevante ai fini della concessione del beneficio. I requisiti previsti dalla legge sono oggettivi e chiari:

1. Aver risieduto in precedenza in Italia per almeno 24 mesi.
2. Aver svolto un periodo continuativo di studio o lavoro all’estero per almeno 24 mesi.

Nel caso di specie, la contribuente aveva soddisfatto pienamente queste condizioni, avendo vissuto in Italia per oltre 24 mesi prima di trasferirsi in Austria, dove ha studiato ininterrottamente dal 2005 al 2011. Pertanto, rientrava a pieno titolo tra i soggetti aventi diritto all’agevolazione fiscale.

Conclusioni

Questa sentenza stabilisce un principio di certezza del diritto fondamentale per tutti i cittadini che intendono usufruire del bonus rientro cervelli. La Corte di Cassazione ha riaffermato che l’applicazione delle agevolazioni fiscali deve basarsi esclusivamente sui requisiti testualmente previsti dalla legge, senza che l’Amministrazione finanziaria o i giudici possano introdurre criteri discrezionali e non scritti come la distanza geografica o le intenzioni personali del contribuente. La decisione garantisce che l’incentivo sia accessibile a tutti coloro che, rispettando le condizioni oggettive, decidono di riportare in Italia le competenze acquisite all’estero, contribuendo alla crescita del Paese.

Il “bonus rientro cervelli” spetta anche se ho studiato in un paese vicino come l’Austria?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la normativa non pone alcun limite di distanza geografica. Lo scopo della legge è incentivare il ritorno di capitale umano qualificato, indipendentemente dal fatto che il paese estero sia confinante o meno con l’Italia.

L’intenzione di tornare in Italia fin dall’inizio degli studi all’estero esclude dal beneficio?
No. La sentenza ha stabilito che la volontà preordinata di rientrare in Italia al momento del trasferimento all’estero non è un motivo rilevante per escludere il diritto all’agevolazione fiscale. I requisiti da soddisfare sono solo quelli oggettivi previsti dalla legge.

Cosa serve per dimostrare di avere diritto all’agevolazione fiscale per il rientro in Italia?
È necessario dimostrare di aver soddisfatto i requisiti oggettivi previsti dalla normativa (nello specifico, la L. 238/2010), come aver risieduto continuativamente in Italia per almeno 24 mesi in passato e aver risieduto o essere stati domiciliati all’estero per almeno due anni per motivi di studio o lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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