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Beneficiario effettivo: prova a carico del contribuente

Una società spagnola ha richiesto il rimborso delle ritenute fiscali sugli interessi ricevuti da una controllata italiana, invocando la Direttiva UE. L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso, dubitando che la società fosse il ‘beneficiario effettivo’ dei fondi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che l’onere di dimostrare la qualità di beneficiario effettivo spetta al contribuente e non può basarsi su mere attestazioni formali, ma richiede una verifica sostanziale della struttura e del controllo effettivo sui flussi di reddito.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Beneficiario effettivo: chi deve dimostrare il diritto all’esenzione fiscale?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 552/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale della fiscalità internazionale: la nozione di beneficiario effettivo. La decisione chiarisce che per ottenere l’esenzione dalla ritenuta sugli interessi pagati tra società consociate europee, non basta una certificazione formale. Spetta al contribuente che riceve i fondi dimostrare, in modo sostanziale, di esserne il reale destinatario economico e di avere il pieno controllo su di essi.

I Fatti del Caso

Una società con sede in Spagna, dopo aver acquisito il controllo di una società italiana, ne era diventata creditrice per un finanziamento preesistente. Sugli interessi corrisposti nel 2007 dalla società italiana, era stata applicata la ritenuta fiscale prevista dalla convenzione Italia-Spagna. Successivamente, la società spagnola ha richiesto all’amministrazione finanziaria italiana il rimborso di tali ritenute, sostenendo di aver diritto all’esenzione totale prevista dalla Direttiva UE “Interessi e Royalties” (Direttiva 2003/49/CE), recepita in Italia dall’art. 26-quater del d.P.R. 600/1973.

L’Agenzia delle Entrate ha respinto la richiesta, contestando la reale qualità di beneficiario effettivo della società spagnola. Secondo l’Ufficio, mancavano le prove necessarie a dimostrare che la società non fosse una mera “conduit company”, interposta per godere indebitamente del regime di favore. I giudici di primo e secondo grado avevano invece dato ragione alla società, ritenendo sufficienti le attestazioni prodotte. L’Agenzia ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. I giudici hanno stabilito che la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore di diritto nel considerare sufficienti le prove formali fornite dalla società, senza effettuare la necessaria verifica sostanziale richiesta per accertare la qualifica di beneficiario effettivo.

Le Motivazioni: L’Onere della Prova sul Beneficiario Effettivo

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi del concetto di beneficiario effettivo e della ripartizione dell’onere probatorio. La Corte ha ribadito i seguenti principi fondamentali:

1. Approccio Sostanziale, non Formale: La qualità di beneficiario effettivo non può essere desunta dalla sola documentazione formale, come un certificato di residenza fiscale o un’autocertificazione. È necessario un accertamento che vada al cuore dell’operazione economica per capire se il percettore degli interessi ne abbia la piena disponibilità e il controllo, o se sia contrattualmente o di fatto obbligato a trasferirli a un altro soggetto.

2. Onere della Prova a Carico del Contribuente: In base ai principi generali e a quello della “vicinanza della prova”, spetta alla società che richiede l’esenzione dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge. È il contribuente a dover provare di essere il reale e finale destinatario del reddito.

3. I Tre Test di Verifica: Per adempiere a tale onere, la società deve superare tre test, elaborati dalla giurisprudenza nazionale ed europea (le cosiddette “sentenze danesi”):
* Substantive business activity test: Verifica se la società percipiente svolge una reale e concreta attività economica o se è una mera “scatola vuota”.
* Dominion test: Accerta se la società ha il potere di disporre liberamente degli interessi ricevuti, senza essere obbligata a ritrasferirli a terzi. Questo è il test centrale dell’indagine.
* Business purpose test: Valuta le ragioni economiche dell’interposizione della società nel flusso finanziario, per escludere che l’unico scopo sia il risparmio fiscale.

La Corte ha censurato la decisione dei giudici d’appello proprio perché si erano fermati a una verifica meramente formale, senza valutare gli indici sostanziali che determinano la figura del beneficiario effettivo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza invia un messaggio chiaro alle imprese che operano in contesti multinazionali. Per beneficiare delle agevolazioni fiscali europee, non è sufficiente creare strutture societarie formalmente conformi alla legge. È indispensabile che tali strutture abbiano una solida sostanza economica e che la società che percepisce i flussi di reddito ne sia il vero dominus.

Le aziende devono quindi essere pronte a fornire prove concrete della propria attività, della propria autonomia gestionale e del potere effettivo di decidere la destinazione dei fondi ricevuti. In assenza di una prova robusta e convincente, l’amministrazione finanziaria ha il pieno diritto di negare l’esenzione e di considerare la struttura come un abuso del diritto finalizzato all’evasione fiscale.

Chi deve provare la qualità di ‘beneficiario effettivo’ per ottenere l’esenzione fiscale sugli interessi?
Spetta alla società contribuente, che riceve gli interessi e richiede l’esenzione, fornire la prova di essere il ‘beneficiario effettivo’ e di possedere tutti i requisiti sostanziali previsti dalla normativa.

È sufficiente un certificato di residenza fiscale per essere considerati ‘beneficiario effettivo’?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mera attestazione formale non è sufficiente. È necessaria una verifica sostanziale che accerti il controllo effettivo e la reale disponibilità economica dei fondi da parte della società percipiente.

Quali sono i criteri per determinare se una società è il ‘beneficiario effettivo’?
La giurisprudenza ha individuato tre test principali: il ‘substantive business activity test’ (verifica dell’effettiva attività economica), il ‘dominion test’ (verifica del potere di disporre liberamente dei redditi) e il ‘business purpose test’ (verifica delle ragioni economiche della struttura).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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