LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Beneficial Owner: Prova e Requisiti per Esenzioni

Una società spagnola ha richiesto un rimborso fiscale su interessi percepiti da una controllata italiana, sostenendo di essere il beneficial owner ai sensi delle direttive UE. L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso, dubitando di tale status. La Corte di Cassazione ha chiarito che la qualifica di beneficial owner è un requisito sostanziale, non meramente formale. La società deve dimostrare con prove concrete il controllo economico sui fondi, non essendo sufficiente un semplice certificato di residenza fiscale. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Beneficial Owner: Quando la Forma Non Basta per le Esenzioni Fiscali

Il concetto di beneficial owner, o beneficiario effettivo, è un pilastro del diritto tributario internazionale, fondamentale per stabilire chi ha diritto alle agevolazioni fiscali previste dalle convenzioni contro le doppie imposizioni e dalle direttive europee. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: per essere considerati tali, non basta un’attestazione formale, ma è necessaria una prova sostanziale del controllo economico sui redditi. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso e il Diniego dell’Agenzia

Una società spagnola, parte di un grande gruppo internazionale del settore energetico, aveva richiesto all’Agenzia delle Entrate il rimborso di una ritenuta fiscale del 12% applicata sugli interessi percepiti da una sua controllata italiana nel 2007. La società spagnola sosteneva di avere diritto all’esenzione totale in base alla Direttiva europea su Interessi e Royalties (2003/49/CE), recepita in Italia dall’art. 26-quater del d.P.R. 600/1973, in quanto beneficial owner di tali interessi.

L’Amministrazione finanziaria, tuttavia, aveva respinto la richiesta. I dubbi sollevati erano molteplici e riguardavano proprio la sostanza dell’operazione: l’Agenzia contestava la mancanza di documentazione bancaria adeguata e, soprattutto, metteva in discussione che la società spagnola fosse il reale beneficiario effettivo degli interessi, ipotizzando che potesse agire come una mera società ‘veicolo’ (conduit company) per conto di altri soggetti.

Il Percorso Giudiziario e i Principi sul Beneficial Owner

Dopo due sentenze favorevoli alla società nei primi due gradi di giudizio, l’Agenzia delle Entrate ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione. Il motivo di ricorso che si è rivelato decisivo riguardava proprio la violazione delle norme sulla prova della qualità di beneficial owner.

La Corte Suprema ha colto l’occasione per fare chiarezza su questo concetto, allineandosi alla più recente giurisprudenza europea (le cosiddette ‘sentenze danesi’ della Corte di Giustizia UE). I giudici hanno stabilito che la qualifica di beneficiario effettivo non può derivare da una semplice attestazione formale, come un certificato di residenza fiscale rilasciato dall’autorità estera. Al contrario, si tratta di una verifica di sostanza.

L’Analisi Sostanziale del Beneficial Owner

La Cassazione ha chiarito che l’onere di dimostrare la qualità di beneficial owner ricade sul contribuente che richiede l’agevolazione. Per superare questo esame, la società deve provare di avere il dominio effettivo degli interessi percepiti, ovvero il potere di disporne liberamente sotto il profilo economico, senza essere obbligata a ritrasferirli a un altro soggetto. La prova deve basarsi su tre test fondamentali:

1. Substantive business activity test: verifica che la società percipiente svolga una reale e concreta attività economica.
2. Dominion test: accerta la capacità della società di disporre liberamente degli interessi ricevuti, senza vincoli contrattuali o di fatto al ritrasferimento.
3. Business purpose test: analizza le ragioni economiche dell’interposizione della società nel flusso finanziario, per escludere che lo scopo sia puramente elusivo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate perché la corte d’appello si era limitata a una valutazione formale. Aveva ritenuto sufficiente la ‘prescritta attestazione’ e l’autocertificazione prodotta dalla società, senza entrare nel merito della sua effettiva sostanza economica e del suo ruolo nell’operazione. Secondo la Cassazione, questo approccio è errato. Il giudice tributario deve condurre un accertamento sostanziale, basato sul materiale probatorio offerto dalle parti, per verificare se la società percipiente sia una mera ‘scatola vuota’ o un’entità con una propria autonomia economica e gestionale che le consente di essere il vero destinatario finale del reddito.

Conclusioni: Cosa Cambia per le Imprese?

Questa sentenza invia un messaggio chiaro alle imprese che operano in contesti internazionali: per beneficiare delle esenzioni fiscali su interessi e royalties, non basta più la forma. È indispensabile essere pronti a dimostrare, con documentazione concreta e verificabile, la propria sostanza economica e il controllo effettivo sui flussi di reddito. Le strutture societarie create al solo scopo di ottenere vantaggi fiscali (le cosiddette ‘conduit companies’) sono sempre più nel mirino delle amministrazioni finanziarie e della giurisprudenza. Le aziende devono quindi assicurarsi che le loro operazioni transfrontaliere siano supportate da valide ragioni economiche e da una chiara attribuzione del ruolo di beneficial owner a chi detiene realmente il potere decisionale e il godimento dei frutti economici.

Chi è il ‘beneficiario effettivo’ ai fini fiscali?
Il beneficiario effettivo (o ‘beneficial owner’) è il soggetto che non solo riceve formalmente un reddito (come interessi o royalties), ma che ha anche il potere di goderne e disporne in piena autonomia economica, senza essere obbligato a trasferirlo a terzi. È un concetto sostanziale, non formale.

Un certificato di residenza fiscale estero è sufficiente per provare di essere il beneficiario effettivo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un certificato di residenza fiscale o un’autocertificazione non sono sufficienti. Questi documenti hanno un valore formale, ma non provano la sostanza economica richiesta, ovvero il controllo effettivo e la disponibilità del reddito.

Su chi ricade l’onere di provare la qualità di beneficiario effettivo per ottenere un’esenzione fiscale?
L’onere della prova ricade interamente sulla società contribuente che richiede l’esenzione o il rimborso. Spetta a lei dimostrare, attraverso prove concrete e sostanziali, di possedere tutti i requisiti per essere considerata il beneficiario effettivo del reddito in questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati