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Avvocato libero foro per ADER: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione perché rappresentata da un avvocato del libero foro senza una specifica e motivata delibera. La Corte ha stabilito che la nomina di un legale privato è un’eccezione alla regola del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato e la sua mancanza rende nulla la procura, invalidando l’atto processuale.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Patrocinio ADER: Ricorso Nullo se l’Avvocato del Libero Foro non è Giustificato

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER) deve, di norma, essere rappresentata in giudizio dall’Avvocatura dello Stato. La scelta di un avvocato del libero foro rappresenta un’eccezione che deve essere rigorosamente motivata, pena la nullità della procura e l’inammissibilità del ricorso. È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, con la recente ordinanza n. 18392 del 2024, che ha sanzionato l’assenza di una specifica delibera motivata da parte dell’ente.

I Fatti di Causa

Una società contribuente impugnava un avviso di intimazione di pagamento, lamentando la mancata notifica della cartella esattoriale presupposta. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni della società, ritenendo nulla la notifica della cartella in quanto l’Agente della Riscossione non aveva provato l’invio della raccomandata informativa di avvenuto deposito dell’atto presso la casa comunale.

L’Agente della Riscossione, non rassegnandosi alla doppia sconfitta, proponeva ricorso per cassazione, affidando la propria difesa a un avvocato del libero foro. La società contribuente resisteva con controricorso. Tuttavia, la Corte Suprema non è mai entrata nel merito della questione relativa alla notifica, fermandosi a un vizio preliminare e assorbente: l’irregolarità della costituzione in giudizio dell’ente ricorrente.

La Rappresentanza in Giudizio dell’Ente e l’uso dell’avvocato del libero foro

La questione centrale affrontata dalla Corte non riguarda la notifica della cartella, ma le regole che disciplinano la rappresentanza legale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La normativa di riferimento, consolidata da un’ormai costante giurisprudenza, stabilisce una chiara gerarchia nella scelta del difensore.

La regola generale prevede che l’ADER si avvalga del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato. Il ricorso a un avvocato del libero foro è configurato come un’ipotesi residuale ed eccezionale. Questa eccezione non è libera, ma subordinata a precise condizioni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rilevando d’ufficio la nullità della procura alle liti conferita al legale privato. I giudici hanno ribadito che, per poter validamente incaricare un avvocato del libero foro, l’ente deve dimostrare la sussistenza di due elementi congiunti:

1. Un atto organizzativo generale: deve esistere un regolamento interno che definisca i criteri specifici e legittimanti per il ricorso a legali esterni.
2. Una delibera specifica e motivata: per il singolo caso, l’ente deve adottare una delibera, da sottoporre agli organi di vigilanza, che indichi le ragioni concrete che giustificano la scelta di un avvocato privato in alternativa all’Avvocatura dello Stato.

Nel caso di specie, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione si era limitata a depositare la sola procura speciale, senza allegare né l’atto organizzativo generale né la delibera motivata. La mancanza di questa documentazione, che costituisce la fonte del potere rappresentativo del legale esterno, determina la nullità insanabile del mandato difensivo. Tale nullità, ha precisato la Corte, comporta l’inammissibilità della costituzione in giudizio e, di conseguenza, dell’intero ricorso, senza possibilità di esaminare i motivi di merito.

Conclusioni

La decisione riafferma un principio fondamentale: la difesa in giudizio degli enti pubblici non è una scelta discrezionale. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha l’obbligo primario di avvalersi dell’Avvocatura dello Stato. La deroga a questa regola, mediante l’incarico a un avvocato del libero foro, è un’eventualità eccezionale che richiede un percorso formale trasparente e motivato. L’assenza di tale giustificazione formale rende gli atti processuali compiuti dal legale privato radicalmente nulli, con conseguente inammissibilità dell’azione giudiziaria e condanna dell’ente al pagamento delle spese processuali, secondo il principio della soccombenza.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può sempre farsi rappresentare da un avvocato del libero foro?
No. La regola generale è che l’Agenzia debba avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato. Il ricorso a un avvocato privato è un’ipotesi residuale ed eccezionale, subordinata a specifiche e motivate deliberazioni dell’ente.

Cosa succede se l’Agenzia nomina un avvocato privato senza seguire la procedura corretta?
La mancanza di una specifica e motivata delibera che giustifichi la scelta di un legale esterno determina la nullità del mandato alle liti. Di conseguenza, la costituzione in giudizio è inammissibile e il ricorso viene dichiarato tale senza essere esaminato nel merito.

Chi paga le spese legali se il ricorso dell’Agenzia viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
Le spese seguono la soccombenza. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, in quanto parte il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile, viene condannata a pagare le spese processuali sostenute dalla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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