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Avvocato libero foro: legittima la difesa dell’Agenzia

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può legittimamente farsi rappresentare in giudizio da un avvocato del libero foro, senza necessità di specifiche delibere. La sentenza di merito che aveva annullato delle cartelle esattoriali per questo motivo è stata cassata. La Corte ha anche chiarito le regole per la notifica a mezzo posta, specificando quando non è necessaria la raccomandata informativa.

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Pubblicato il 26 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Difesa dell’Agenzia Entrate-Riscossione: Sì all’Avvocato del Libero Foro

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel contenzioso tributario: la legittimità della rappresentanza in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione da parte di un avvocato del libero foro. La Corte ha confermato che tale scelta è pienamente valida, cassando una decisione di merito che aveva annullato diversi atti impositivi proprio su questo presupposto. Analizziamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dall’impugnazione, da parte di una contribuente, di decine di cartelle di pagamento e atti di iscrizione ipotecaria relativi a un lungo periodo (dal 1994 al 2012). In primo grado, il ricorso era stato respinto. La contribuente aveva quindi proposto appello davanti alla Commissione Tributaria Regionale (CTR), sollevando, tra le varie questioni, un vizio di legittimazione dell’Agente della Riscossione. Quest’ultimo, infatti, si era costituito in giudizio tramite un avvocato privato e non attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato.

La CTR aveva accolto questa tesi, ritenendo invalida la costituzione dell’Agenzia e, di conseguenza, inutilizzabili tutti i documenti da essa prodotti a sostegno della pretesa tributaria. Priva di prove, la pretesa era stata considerata infondata e tutti gli atti impugnati erano stati annullati.

Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha proposto ricorso per cassazione. Parallelamente, l’Agenzia delle Entrate aveva avviato un giudizio di revocazione contro la stessa sentenza, ottenendo un parziale accoglimento. Anche questa seconda decisione è stata poi impugnata in Cassazione, portando alla riunione dei due procedimenti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto entrambi i ricorsi principali dell’amministrazione finanziaria, cassando con rinvio le sentenze impugnate. I giudici di legittimità hanno stabilito due principi fondamentali che orienteranno il nuovo giudizio d’appello.

La Legittimità della Difesa con Avvocato del Libero Foro

Il punto centrale della controversia era se l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potesse farsi difendere da un avvocato del libero foro. La Corte di Cassazione ha risposto affermativamente, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 30008/2019).

Secondo la Corte, l’Agenzia può avvalersi:
1. Dell’Avvocatura dello Stato: nei casi specificamente previsti da una convenzione.
2. Di avvocati del libero foro: in tutti gli altri casi, senza bisogno di alcuna formalità specifica o delibera motivata. Questa scelta è implicita nella costituzione in giudizio e non necessita di allegazione o prova.

La CTR aveva quindi commesso un errore nel dichiarare invalida la costituzione dell’Agenzia e inutilizzabili i suoi documenti. La scelta di un avvocato privato rientra pienamente nelle facoltà dell’Ente.

Le Regole sulla Notificazione degli Atti Tributari

Il secondo motivo di ricorso, relativo al giudizio di revocazione, riguardava le modalità di notifica degli atti tributari. La Corte ha chiarito che, in caso di notificazione diretta a mezzo posta, perfezionatasi con la consegna dell’atto a una persona presente nel domicilio del destinatario o al portiere, non è richiesto l’invio della successiva raccomandata informativa.

I giudici hanno specificato che le norme più stringenti, che prevedono l’obbligo della seconda raccomandata (come l’art. 139 c.p.c.), si applicano alle notifiche effettuate tramite ufficiale giudiziario o messi comunali, ma non a quelle eseguite direttamente dall’ufficio finanziario tramite il servizio postale. In quest’ultimo caso, si applicano le regole ordinarie sulla consegna dei plichi raccomandati, e la presunzione di conoscenza scatta con l’arrivo dell’atto all’indirizzo del destinatario.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di interpretare sistematicamente le norme che regolano la rappresentanza processuale degli enti pubblici e le procedure di notificazione. Per quanto riguarda la difesa in giudizio, la Corte ha sottolineato come la normativa (in particolare l’art. 4-novies della legge n. 58 del 2019) abbia inteso razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche, consentendo all’Agenzia di scegliere lo strumento difensivo più adeguato senza inutili formalismi. La presunzione è che la scelta di un avvocato del libero foro sia legittima, a meno che non si tratti di casi espressamente riservati all’Avvocatura dello Stato.

Sul fronte delle notifiche, la motivazione si basa sulla distinzione tra le diverse procedure di notificazione. La notifica diretta a mezzo posta da parte dell’ufficio impositore è una procedura semplificata, governata dalle leggi postali, che non prevedono gli stessi adempimenti richiesti per la notifica effettuata da un ufficiale giudiziario, la cui attività è regolata dal codice di procedura civile.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce due principi di grande importanza pratica nel contenzioso tributario.
In primo luogo, consolida la facoltà dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di avvalersi di avvocati privati, sgombrando il campo da eccezioni puramente formali che in passato hanno portato all’annullamento di legittime pretese fiscali. I contribuenti non potranno più contestare gli atti basandosi unicamente sulla scelta del difensore da parte dell’Agenzia.
In secondo luogo, fornisce un chiarimento essenziale sulle regole di notificazione a mezzo posta, semplificando la prova della corretta ricezione dell’atto da parte del destinatario e riducendo le possibilità di contestazioni basate su presunti vizi procedurali.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può essere difesa in giudizio da un avvocato privato?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’Agenzia può legittimamente avvalersi di un avvocato del libero foro nella maggior parte dei casi, senza la necessità di una delibera specifica, a meno che la causa non rientri tra quelle convenzionalmente riservate all’Avvocatura dello Stato.

Se una cartella di pagamento viene notificata tramite posta e consegnata al portiere, è necessario inviare una seconda raccomandata informativa?
No. Secondo la sentenza, quando la notifica è effettuata direttamente dall’ufficio finanziario tramite il servizio postale, non è richiesto l’invio della raccomandata informativa, a differenza di quanto previsto per le notifiche eseguite da ufficiali giudiziari o messi comunali.

Cosa succede se un giudice di merito dichiara invalida la costituzione in giudizio dell’Agenzia perché rappresentata da un avvocato del libero foro?
Questa decisione è errata e può essere cassata dalla Corte di Cassazione. Come stabilito in questa ordinanza, la scelta dell’avvocato privato è legittima, e dichiarare inutilizzabili i documenti prodotti in giudizio per questo motivo costituisce una violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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