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Avvocato antistatario e imposta di registro: chi paga?

Un legale, in qualità di avvocato antistatario, otteneva un’ordinanza di assegnazione per le proprie competenze professionali. L’Agenzia delle Entrate richiedeva il pagamento dell’imposta di registro su tale atto. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’avvocato antistatario è tenuto al pagamento in solido con le altre parti, in quanto beneficiario diretto del provvedimento giudiziario e quindi considerato ‘parte in causa’ ai fini fiscali. Tuttavia, egli conserva il diritto di rivalersi sul debitore esecutato.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avvocato Antistatario e Imposta di Registro: la Cassazione Conferma la Responsabilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema di grande interesse pratico per i professionisti legali: la responsabilità per il pagamento dell’imposta di registro sull’ordinanza di assegnazione. La questione centrale riguarda il ruolo dell’avvocato antistatario e se questi possa essere considerato ‘parte in causa’ ai fini dell’obbligazione tributaria. La risposta della Corte è affermativa e consolida un orientamento giurisprudenziale ormai stabile.

I Fatti del Caso

Un avvocato proponeva ricorso contro un avviso di liquidazione con cui l’Agenzia delle Entrate richiedeva il pagamento dell’imposta di registro. L’imposta era relativa a un’ordinanza di assegnazione emessa da un Giudice dell’Esecuzione al termine di una procedura di pignoramento presso terzi. In tale procedura, il legale aveva agito non solo per conto della propria assistita, ma anche in proprio, in qualità di difensore antistatario, per recuperare le proprie competenze professionali.

La Commissione Tributaria Provinciale accoglieva inizialmente il ricorso del professionista. Tuttavia, in seguito all’appello incidentale dell’Agenzia delle Entrate, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, ritenendo sussistente l’obbligo di pagamento dell’imposta a carico dell’avvocato. Il caso giungeva così all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Responsabilità dell’Avvocato Antistatario

Il cuore del dibattito legale si concentrava sulla corretta interpretazione della figura di ‘parte in causa’ ai sensi della normativa sull’imposta di registro (art. 57, d.P.R. 131/1986). Secondo tale norma, tutte le parti in causa sono solidalmente obbligate al pagamento dell’imposta.

Il ricorrente sosteneva di non poter essere considerato ‘parte’ nel giudizio di esecuzione, ma semplicemente procuratore della parte creditrice, sebbene con distrazione delle spese. La sua tesi puntava a escludere la propria legittimazione passiva rispetto all’obbligazione tributaria.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una chiara e motivata interpretazione della normativa. La Suprema Corte ha chiarito che il concetto di ‘parte in causa’, ai fini fiscali, non è limitato alle parti del giudizio di merito originario, ma si estende a tutti i soggetti la cui sfera giuridica è direttamente interessata dagli effetti della decisione. L’ordinanza di assegnazione, disponendo il pagamento di somme direttamente in favore del difensore antistatario, lo rende a tutti gli effetti un beneficiario e, quindi, ‘parte’ del provvedimento soggetto a registrazione.

La Corte ha ribadito un principio già affermato in precedenti pronunce: quando il giudice dell’esecuzione emette un’ordinanza di assegnazione di somme al difensore distrattario, la legittimazione di quest’ultimo alla registrazione dell’atto deriva direttamente dal titolo esecutivo. Anche se le spese gravano ex lege sul debitore esecutato, l’avvocato antistatario è comunque solidalmente responsabile verso l’erario per il pagamento dell’imposta. La finalità della norma è rafforzare la posizione del fisco, garantendo una più agevole riscossione delle imposte.

Le Conclusioni

In conclusione, la decisione della Cassazione stabilisce in modo inequivocabile che l’avvocato antistatario, in quanto destinatario diretto di un’ordinanza di assegnazione per le proprie competenze, è solidalmente obbligato con le altre parti al pagamento dell’imposta di registro. Questo non significa che il costo finale gravi su di lui. La Corte, infatti, precisa che il legale che ha pagato l’imposta ha pieno diritto di esercitare l’azione di regresso nei confronti del soggetto civilmente tenuto al pagamento, ossia il debitore esecutato. Questa ordinanza rappresenta un importante promemoria per i professionisti sulla portata dei loro obblighi fiscali quando agiscono in qualità di antistatari.

L’avvocato antistatario è tenuto a pagare l’imposta di registro sull’ordinanza di assegnazione delle sue competenze?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che è solidalmente responsabile con le altre parti per il pagamento dell’imposta, in quanto è un beneficiario diretto del provvedimento.

Perché l’avvocato antistatario è considerato ‘parte in causa’ ai fini fiscali?
Perché l’ordinanza di assegnazione produce effetti diretti sulla sua sfera giuridica e patrimoniale, assegnandogli somme di denaro. Questo lo qualifica come ‘parte’ del provvedimento soggetto a registrazione, indipendentemente dal suo ruolo nel giudizio di merito.

Se l’avvocato antistatario paga l’imposta di registro, può recuperare l’importo versato?
Sì, la legge gli conferisce il diritto di esercitare l’azione di regresso. Può quindi richiedere il rimborso dell’imposta pagata al soggetto civilmente obbligato, che di norma è il debitore esecutato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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