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Avviso di accertamento: quando è obbligatorio per la TARSU

Una società di logistica aveva richiesto l’esenzione dalla tassa rifiuti (TARSU) per i propri magazzini, gestendo in proprio lo smaltimento degli imballaggi terziari. Il Comune, ignorando la richiesta, ha emesso direttamente una cartella di pagamento. La Corte di Cassazione ha annullato la cartella, stabilendo che in presenza di una contestazione o di una richiesta che crea incertezza sulla pretesa fiscale, l’ente deve obbligatoriamente notificare un preventivo avviso di accertamento, non potendo procedere con la liquidazione diretta.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso di Accertamento: Obbligatorio se il Contribuente Contesta la Tassa Rifiuti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21202/2024) ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del contribuente: quando la pretesa fiscale del Comune è oggetto di contestazione, anche implicita, l’ente non può procedere direttamente con la riscossione, ma deve prima emettere un avviso di accertamento. Questa decisione chiarisce che una semplice richiesta di esenzione è sufficiente a creare uno stato di incertezza che impone all’amministrazione di motivare il proprio eventuale diniego prima di richiedere il pagamento.

I Fatti: Una Richiesta di Esenzione Ignorata

Il caso riguarda una società operante nel settore della logistica che, per anni, aveva chiesto al proprio Comune l’esenzione dal pagamento della tassa sui rifiuti (all’epoca TARSU) per le superfici dei magazzini. La richiesta era motivata dal fatto che in tali aree venivano prodotti esclusivamente rifiuti speciali (imballaggi terziari) che la società provvedeva a smaltire in proprio, come previsto dalla normativa.

Nonostante le ripetute istanze, il Comune, anziché rispondere formalmente o emettere un atto di diniego, aveva proceduto direttamente all’iscrizione a ruolo del tributo per l’intera superficie, notificando alla società una cartella di pagamento. La società ha impugnato la cartella, sostenendo che la sua emissione fosse illegittima in assenza di un preventivo avviso di accertamento.

La Questione Giuridica: Cartella di Pagamento Diretta o Avviso di Accertamento?

Il cuore della controversia risiedeva nel seguente quesito: è legittima l’emissione di una cartella di pagamento basata sulla dichiarazione originaria del contribuente, quando quest’ultimo ha successivamente manifestato la volontà di ottenere un’esenzione, modificando di fatto la sua posizione fiscale?

Secondo il Comune, la mancanza di una comunicazione di variazione redatta sugli appositi moduli legittimava la riscossione diretta. Per la società, invece, la richiesta di detassazione, rappresentando una contestazione della debenza del tributo, creava una controversia che doveva essere risolta tramite un atto motivato, ovvero l’avviso di accertamento.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sul necessario avviso di accertamento

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi della società, cassando la sentenza impugnata e annullando la cartella di pagamento. I giudici hanno chiarito che l’avviso di accertamento non è solo un atto formale, ma uno strumento essenziale di garanzia per il contribuente. La sua funzione è quella di portare a conoscenza del destinatario le ragioni della pretesa fiscale, consentendogli di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa.

La Corte ha stabilito che la procedura di liquidazione diretta (con emissione della sola cartella) è consentita solo quando i dati sono certi e non contestati. Al contrario, ogni qualvolta sorga un’incertezza o una contestazione, l’ente impositore ha l’obbligo di emettere un avviso di accertamento.

Nel caso specifico, la richiesta di esenzione, sebbene non presentata tramite la modulistica ufficiale, aveva reso manifesta la volontà del contribuente di non ritenere dovuta l’imposta per quelle aree. Questo fatto, da solo, è stato considerato sufficiente a integrare una “contestazione” della pretesa del Comune. Ignorare tale istanza e procedere alla riscossione coattiva costituisce una violazione delle norme procedurali e del diritto di difesa.

Le conclusioni: la tutela del contribuente e le implicazioni pratiche

La sentenza rafforza un principio cardine del diritto tributario: il rapporto tra fisco e contribuente deve essere improntato alla chiarezza e alla collaborazione. L’amministrazione non può ignorare le istanze del cittadino e procedere d’imperio alla riscossione.

Le implicazioni pratiche sono rilevanti:
1. Per i contribuenti: Qualsiasi comunicazione che metta in discussione l’ammontare o la debenza di un tributo (come una richiesta di esenzione, riduzione o ricalcolo) obbliga l’ente a rispondere con un atto motivato prima di poter avviare la riscossione. La forma della comunicazione è meno importante della sostanza della contestazione.
2. Per gli Enti Locali: Devono valutare attentamente le istanze ricevute. In caso di diniego, sono tenuti a notificare un avviso di accertamento che spieghi le ragioni della decisione, prima di poter iscrivere a ruolo il tributo. Un’azione contraria rende la successiva cartella di pagamento illegittima e annullabile.

È necessario un avviso di accertamento se un contribuente chiede l’esenzione dalla tassa rifiuti (TARSU)?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, una richiesta di esenzione o detassazione crea una condizione di incertezza e contestazione della pretesa fiscale. Di conseguenza, il Comune non può procedere alla liquidazione diretta, ma deve obbligatoriamente emettere e notificare un preventivo avviso di accertamento che motivi l’eventuale diniego della richiesta.

La richiesta di esenzione deve essere presentata su moduli specifici per essere valida ai fini procedurali?
No. La sentenza chiarisce che l’omissione della modulistica ufficiale è una circostanza meramente formale che non pregiudica lo schema procedimentale essenziale. Ciò che conta è che il Comune abbia avuto conoscenza della contestazione o della richiesta del contribuente. La sostanza della contestazione prevale sulla forma della comunicazione.

Cosa succede se il Comune emette una cartella di pagamento senza il preventivo avviso di accertamento in un caso di contestazione?
La cartella di pagamento risulta illegittimamente emessa e, pertanto, può essere annullata. La mancata notifica dell’avviso di accertamento in una situazione di incertezza o contestazione vizia la procedura di riscossione, violando il diritto del contribuente a conoscere le motivazioni della pretesa fiscale prima dell’azione esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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