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Avviso di accertamento: nullo se la motivazione è oscura

La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate per la rideterminazione del valore di un ramo d’azienda. La motivazione dell’atto è stata giudicata incomprensibile e non verificabile, poiché basata su un complesso metodo di calcolo (software ‘RADAR’) senza che fossero allegati i dati essenziali per la sua comprensione. La Corte ha ribadito che la motivazione deve essere chiara e completa fin dall’inizio, a tutela del diritto di difesa del contribuente.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Un avviso di accertamento può essere annullato se il calcolo del maggior valore è troppo complesso?
Sì, può essere annullato se la complessità rende il calcolo incomprensibile e l’amministrazione finanziaria non fornisce tutti gli elementi necessari a verificarlo, come i dati di confronto usati, ledendo così il diritto di difesa del contribuente.

L’Amministrazione Finanziaria può integrare o correggere la motivazione di un avviso di accertamento durante il processo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione dell’avviso deve essere chiara e completa fin dall’origine. Non è ammessa una “motivazione postuma” fornita nel corso del giudizio per colmare le lacune originarie dell’atto.

Chi ha l’onere di provare la correttezza della pretesa tributaria?
L’onere della prova spetta all’Agenzia delle Entrate. È l’amministrazione che deve dimostrare in modo completo e comprensibile la fondatezza della propria pretesa e la correttezza dei metodi di calcolo utilizzati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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