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Avviso bonario: quando non è obbligatorio inviarlo?

Una società ha contestato una cartella esattoriale per IVA non versata, ottenendo nei primi due gradi di giudizio una riduzione delle sanzioni a causa del mancato invio di un avviso bonario preventivo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che in caso di semplice omesso versamento, l’avviso bonario non è obbligatorio e, di conseguenza, non spetta alcuna riduzione delle sanzioni. L’obbligo di comunicazione preventiva sorge solo in presenza di incertezze o discrepanze nei dati della dichiarazione.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso Bonario: la Cassazione chiarisce quando non è obbligatorio

L’invio di un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate è un passaggio cruciale che permette ai contribuenti di correggere eventuali errori dichiarativi beneficiando di sanzioni ridotte. Tuttavia, questa comunicazione preventiva non è sempre dovuta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce sui casi specifici in cui l’amministrazione finanziaria può procedere direttamente con la notifica della cartella esattoriale, in particolare per gli omessi versamenti periodici dell’IVA.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella Esattoriale al Ricorso

Una società a responsabilità limitata si è vista notificare una cartella di pagamento relativa all’anno d’imposta 2015. La cartella scaturiva da un controllo automatizzato della dichiarazione dei redditi, dal quale era emerso il mancato versamento periodico dell’IVA. La società ha impugnato l’atto, chiedendone l’annullamento e, in subordine, la rideterminazione delle sanzioni. Il motivo principale del ricorso era la mancata ricezione della comunicazione di irregolarità (il cosiddetto avviso bonario), che a dire del contribuente era stata notificata solo all’intermediario che aveva trasmesso la dichiarazione, e non direttamente alla società.

Il Percorso Giudiziario e la questione sull’avviso bonario

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (primo grado) che la Commissione Tributaria Regionale (secondo grado) hanno parzialmente accolto le ragioni della società. In particolare, i giudici di merito hanno ritenuto che il mancato invio dell’avviso bonario al contribuente legittimasse la riduzione delle sanzioni applicate, fissandole nella misura del 10%. Secondo questa interpretazione, la società aveva diritto a ricevere la comunicazione preventiva per poter definire la propria posizione in modo agevolato. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, non condividendo tale conclusione, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo l’errata applicazione della normativa di riferimento.

La Decisione della Cassazione: Quando l’Avviso Bonario non è dovuto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale, già consolidato nella sua giurisprudenza: l’obbligo di inviare un avviso bonario non sussiste in ogni caso. Questo adempimento è necessario solo quando dai controlli automatici emerge un risultato diverso da quello indicato nella dichiarazione o un’imposta maggiore, a causa di “obiettive condizioni di incertezza” derivanti dal contenuto della dichiarazione stessa o dal confronto con altri dati in possesso del Fisco. In altre parole, l’avviso serve a dialogare con il contribuente su possibili errori o discrepanze che necessitano di un chiarimento.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha specificato che la ratio della comunicazione preventiva è quella di evitare la reiterazione di errori e consentire la regolarizzazione di aspetti formali. Tale obbligo, però, non è prescritto per i casi di omessi o tardivi versamenti. Quando il contribuente dichiara correttamente un debito IVA ma poi semplicemente non lo versa, non c’è alcuna incertezza da chiarire. Il debito è certo, liquido ed esigibile sulla base della stessa dichiarazione del contribuente. Di conseguenza, l’omissione della comunicazione preventiva in questi casi costituisce una mera irregolarità che non preclude l’iscrizione a ruolo né dà diritto alla riduzione delle sanzioni previste dall’art. 2, comma 2, del D.Lgs. 462/1997. La sentenza impugnata è stata quindi considerata errata perché si era discostata da questo principio consolidato, applicando la riduzione sanzionatoria in un’ipotesi in cui non era dovuta.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un punto chiave: la distinzione tra irregolarità dichiarative e inadempimenti nei pagamenti. I contribuenti devono essere consapevoli che, in caso di mancato versamento di imposte correttamente dichiarate (come l’IVA periodica), l’Amministrazione Finanziaria può procedere direttamente con la notifica della cartella di pagamento, senza l’obbligo di un preavviso. In tali circostanze, non sarà possibile invocare la mancata ricezione dell’avviso bonario per ottenere una riduzione delle sanzioni amministrative, che verranno quindi applicate in misura piena.

L’Agenzia delle Entrate è sempre obbligata a inviare un avviso bonario prima della cartella esattoriale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’invio dell’avviso bonario è obbligatorio solo quando dai controlli automatici emergono discrepanze o “obiettive condizioni di incertezza” sul contenuto della dichiarazione, ma non in caso di semplice omesso o tardivo versamento di imposte già correttamente dichiarate.

In caso di omesso versamento dell’IVA, si ha diritto alla riduzione delle sanzioni se non si riceve l’avviso bonario?
No. La sentenza chiarisce che per gli omessi versamenti, come quelli periodici dell’IVA, non è prevista la riduzione delle sanzioni amministrative ai sensi dell’art. 2, comma 2, del d.lgs. n. 462 del 1997, anche se non viene inviato un avviso bonario preventivo.

Qual è lo scopo dell’avviso bonario secondo la Cassazione?
Lo scopo principale è consentire un contraddittorio preventivo con il contribuente per evitare la reiterazione di errori e per regolarizzare aspetti formali o sostanziali che presentano profili di incertezza. Non è inteso come un semplice sollecito di pagamento per debiti certi e già liquidati nella dichiarazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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