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Avviso bonario: quando la sua assenza non annulla l’atto

Una società impugnava una cartella di pagamento per IVA non versata, sostenendo la sua nullità per la mancata ricezione del preventivo avviso bonario. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: l’avviso bonario non è un atto propedeutico indispensabile quando l’irregolarità consiste nel mero mancato versamento di imposte correttamente dichiarate dal contribuente stesso. In assenza di incertezze nella dichiarazione, la cartella è legittima anche senza la comunicazione preventiva.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso bonario: quando la sua assenza non annulla l’atto fiscale

Ricevere una cartella di pagamento è un’esperienza che genera sempre preoccupazione. Spesso, il contribuente si aspetta di essere preavvisato da una comunicazione informale, il cosiddetto avviso bonario. Ma cosa succede se questo avviso non arriva? La cartella è automaticamente nulla? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su questo punto, stabilendo precise condizioni in cui l’assenza dell’avviso non invalida l’atto impositivo.

I Fatti del Caso

Una società si è vista notificare una cartella di pagamento per il mancato versamento dell’IVA relativa all’anno d’imposta 2008. L’irregolarità era emersa a seguito di un controllo automatizzato, previsto dall’art. 36-bis del D.P.R. 600/1973. La società aveva regolarmente presentato la dichiarazione IVA, indicando l’imposta dovuta, ma non aveva poi provveduto al relativo versamento.

La contribuente ha impugnato la cartella, lamentando, tra i vari motivi, la nullità dell’atto per non aver ricevuto la preventiva comunicazione di irregolarità (l’avviso bonario). Secondo la sua difesa, tale comunicazione era un atto prodromico indispensabile, la cui omissione violava il diritto al contraddittorio e rendeva illegittima l’intera procedura di riscossione.

La questione giuridica e l’avviso bonario

Il cuore della controversia ruota attorno alla natura e alla funzione dell’avviso bonario nel contesto dei controlli automatizzati. È un passaggio sempre obbligatorio, pena la nullità della successiva cartella, oppure la sua necessità dipende dalla natura dell’irregolarità contestata?

La Corte di Cassazione, chiamata a dirimere la questione, ha fornito una risposta netta, basata su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la piena legittimità della cartella di pagamento. Le motivazioni della decisione si fondano su una distinzione cruciale.

Quando l’avviso non è necessario

I giudici hanno chiarito che la comunicazione preventiva all’iscrizione a ruolo è necessaria solo quando vengono rilevati errori materiali o di calcolo nella dichiarazione oppure quando emergono incertezze su aspetti rilevanti che necessitano di un chiarimento da parte del contribuente. In questi casi, il contraddittorio preventivo serve a evitare l’emissione di una pretesa fiscale basata su dati potenzialmente errati.

Al contrario, quando l’irregolarità consiste semplicemente nel mancato versamento di un’imposta che lo stesso contribuente ha dichiarato come dovuta, non sussiste alcuna incertezza. La pretesa del Fisco si basa su dati certi, forniti dal contribuente stesso. In tale scenario, l’invio dell’avviso bonario non è un presupposto di validità della cartella. La sua eventuale omissione non comporta la nullità dell’atto, poiché non lede alcun diritto di difesa, essendo il debito già noto e ammesso dal debitore nella sua stessa dichiarazione.

Motivazione e contraddittorio

La Corte ha inoltre respinto le censure relative alla carenza di motivazione della cartella e alla violazione del principio del contraddittorio. È stato ribadito che, nei casi di liquidazione basata sulla dichiarazione, la motivazione della cartella può essere assolta mediante il semplice richiamo a tale dichiarazione, in quanto il contribuente è già a conoscenza di tutti gli elementi costitutivi della pretesa. Il contraddittorio, in queste circostanze, non rappresenta una fase indispensabile del procedimento, potendo il contribuente far valere le proprie ragioni in sede di impugnazione della cartella stessa.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio in materia di riscossione fiscale:

1. Distinzione fondamentale: La necessità dell’avviso bonario dipende dalla natura dell’irregolarità. È obbligatorio se ci sono errori o incertezze nella dichiarazione, non lo è in caso di mero omesso versamento di imposte dichiarate.
2. Validità della cartella: Un contribuente che omette di versare quanto da lui stesso liquidato in dichiarazione non può eccepire la nullità della successiva cartella per mancata ricezione della comunicazione preventiva.
3. Efficienza della riscossione: Questa interpretazione garantisce l’efficienza dei controlli automatizzati, evitando di appesantire il procedimento con comunicazioni non essenziali quando il debito tributario è chiaro, liquido ed esigibile sulla base dei dati forniti dal contribuente.

Per i contribuenti, la lezione è chiara: la dichiarazione fiscale è un atto di responsabilità che fa sorgere un’obbligazione di pagamento. L’attesa di un avviso bonario prima di saldare il debito non è una strategia difensiva valida e non offre alcuna garanzia contro l’azione di riscossione.

La mancata notifica dell’avviso bonario rende sempre nulla la successiva cartella di pagamento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la cartella non è nulla se la pretesa fiscale deriva da un semplice mancato versamento di imposte dichiarate dal contribuente stesso, senza che vi siano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione.

Quando è obbligatorio per l’Agenzia delle Entrate inviare la comunicazione di irregolarità (avviso bonario)?
È obbligatorio quando dai controlli automatici emergono errori o un risultato diverso da quello indicato nella dichiarazione, oppure ‘qualora sussistano incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione’ che richiedono chiarimenti da parte del contribuente. Non è necessario per il solo omesso versamento.

Una cartella di pagamento basata solo sulla dichiarazione del contribuente è sufficientemente motivata?
Sì. La Corte ha stabilito che, quando la cartella segue a una liquidazione basata sulla dichiarazione del contribuente, l’obbligo di motivazione è assolto con il mero richiamo a tale dichiarazione, poiché il contribuente è già a conoscenza degli elementi alla base della pretesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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