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Avviso bonario: quando è obbligatorio per l’Agenzia

La Corte di Cassazione chiarisce i confini dell’obbligo di invio dell’avviso bonario. Con l’ordinanza n. 18134/2025, ha stabilito che la comunicazione preventiva è necessaria solo se l’Agenzia delle Entrate rettifica la dichiarazione del contribuente sulla base di dati esterni, portando a una maggiore imposta. Non è invece dovuto per il semplice controllo di importi dichiarati ma non versati. La Corte ha quindi accolto parzialmente il ricorso dell’Agenzia, cassando la precedente decisione e rinviando la causa per un nuovo esame che distingua le diverse pretese tributarie.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso Bonario: la Cassazione Spiega Quando è Davvero Obbligatorio

L’invio di un avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate prima di emettere una cartella esattoriale è un tema cruciale per i diritti del contribuente. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza, tracciando una linea netta tra le situazioni in cui questa comunicazione è indispensabile e quelle in cui può essere omessa. La decisione analizza il caso di un contribuente che si era visto recapitare una cartella di pagamento basata su un controllo automatizzato, senza alcun preavviso.

I Fatti del Caso: Due Ruoli in una Sola Cartella

Una contribuente riceveva una cartella di pagamento relativa agli anni d’imposta 2002 e 2003 per Irpef, Iva e Irap. La pretesa del Fisco derivava da un controllo automatizzato delle sue dichiarazioni (Modelli Unico e 770). La contribuente impugnava l’atto, lamentando, tra le altre cose, la mancata notifica della comunicazione preventiva, il cosiddetto avviso bonario, che le avrebbe permesso di fornire chiarimenti ed evitare l’iscrizione a ruolo.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (primo grado) che quella Regionale (secondo grado) le davano ragione, annullando la cartella. I giudici di merito ritenevano che l’Amministrazione finanziaria avesse violato l’obbligo di comunicazione preventiva, in quanto la pretesa non si limitava a riscuotere importi dichiarati e non versati, ma includeva anche somme diverse e maggiori.

L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, presentava ricorso in Cassazione, sostenendo che l’avviso bonario non fosse necessario in assenza di incertezze rilevanti nella dichiarazione dei redditi.

La Distinzione della Cassazione e l’Obbligo dell’Avviso Bonario

La Corte di Cassazione ha analizzato nel dettaglio la composizione della cartella esattoriale, evidenziando che essa conteneva due diverse pretese, basate su due ruoli distinti:

1. Debiti Dichiarati ma non Versati: Una parte della cartella riguardava tributi (Irap, Irpef e Iva) che la stessa contribuente aveva indicato come dovuti nella sua dichiarazione Modello Unico 2004, ma che non aveva poi provveduto a versare. Per questa parte, la Corte ha chiarito che si tratta di un mero controllo sulla liquidazione. Il Fisco si limita a riscuotere quanto già ammesso dal contribuente. In questo scenario, non emergono incertezze o elementi nuovi, pertanto l’invio dell’avviso bonario non è obbligatorio.

2. Rettifica basata su Dati Esterni: La seconda parte della pretesa, invece, riguardava l’Irpef dovuta su redditi soggetti a tassazione separata, come risultante da una comunicazione del sostituto d’imposta (un ente previdenziale). Questa informazione era esterna alla dichiarazione della contribuente e ha portato a una rettifica sostanziale di quanto da lei dichiarato, con la conseguenza di una maggiore imposta. In questo caso, l’Amministrazione finanziaria non si è limitata a un controllo formale, ma ha modificato il risultato della dichiarazione. La Corte ha stabilito che, proprio in situazioni come questa, quando “emerga una maggiore imposta dovuta rispetto a quella risultante dalla dichiarazione”, l’invio della comunicazione preventiva è un obbligo inderogabile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base della ratio dell’art. 36-bis del D.P.R. 600/1973 e dello Statuto del Contribuente. L’obiettivo dell’avviso bonario è instaurare un dialogo preventivo con il contribuente quando emergono potenziali errori o discrepanze che modificano l’esito della dichiarazione. Questo per evitare l’iscrizione a ruolo di somme che potrebbero essere frutto di un equivoco o di un errore materiale, facilmente chiaribile.

Se il Fisco si limita a chiedere il pagamento di un debito che il contribuente stesso ha dichiarato, non c’è alcuna incertezza da dirimere e il dialogo preventivo perde la sua funzione. Al contrario, se il Fisco corregge la dichiarazione utilizzando dati esterni (come la Certificazione Unica di un sostituto d’imposta), sta di fatto contestando il contenuto della dichiarazione stessa. È in questo frangente che il diritto di difesa del contribuente deve essere tutelato attraverso la comunicazione preventiva, che gli permette di fornire spiegazioni o documenti prima che la pretesa diventi esecutiva con la cartella.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi a un principio chiaro: la legittimità della cartella esattoriale va valutata separatamente per ciascuna pretesa. La parte relativa a debiti dichiarati e non versati è valida anche senza avviso bonario; la parte derivante da una rettifica sostanziale sulla base di dati esterni, invece, è illegittima se non preceduta dalla comunicazione preventiva. Questa sentenza ribadisce l’importanza del contraddittorio endoprocedimentale come principio cardine del diritto tributario, ma ne circoscrive l’applicazione ai casi di effettiva modifica della dichiarazione del contribuente.

Quando è obbligatorio l’invio dell’avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate?
L’invio dell’avviso bonario è obbligatorio quando, a seguito del controllo automatizzato, emerge una maggiore imposta dovuta rispetto a quella risultante dalla dichiarazione, a causa di una rettifica dei dati basata su informazioni esterne (es. comunicazioni di sostituti d’imposta).

Se un contribuente dichiara un debito fiscale ma non lo paga, l’Agenzia deve inviare l’avviso bonario prima della cartella?
No, in questo caso l’avviso bonario non è necessario. La Corte ha specificato che se la cartella si limita a richiedere il pagamento di importi che lo stesso contribuente ha indicato come dovuti nella sua dichiarazione, l’emissione della cartella esattoriale è legittima anche senza comunicazione preventiva.

Cosa succede se una cartella di pagamento contiene sia pretese per le quali l’avviso bonario era dovuto, sia pretese per cui non lo era?
La legittimità della cartella deve essere valutata distintamente per le diverse pretese. La parte della cartella relativa alla rettifica sostanziale sarà illegittima se non preceduta da avviso bonario, mentre la parte relativa a somme dichiarate e non versate rimarrà valida. Il giudice dovrà quindi annullare parzialmente l’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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