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Avviso bonario: quando è obbligatorio per la cartella?

Un contribuente ha ricevuto una cartella di pagamento per IRPEF su un’indennità di fine rapporto senza un preventivo avviso bonario. Ha impugnato l’atto sostenendo che la comunicazione fosse obbligatoria, dato che l’ufficio fiscale aveva ricalcolato l’imposta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, specificando che l’avviso bonario è necessario solo in caso di incertezze o modifiche dei dati dichiarati, non per una semplice riliquidazione dell’imposta basata sull’applicazione dell’aliquota corretta ai dati originali. La Corte ha inoltre confermato la validità della notifica e ha respinto le eccezioni su prescrizione e mancanza di firma.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso bonario: quando è obbligatorio per la cartella di pagamento?

L’invio di una cartella di pagamento da parte dell’Agente della Riscossione rappresenta spesso un momento di preoccupazione per il contribuente. Una delle questioni più dibattute è se tale atto debba essere sempre preceduto da un avviso bonario, ovvero una comunicazione che segnali un’irregolarità. Con l’ordinanza n. 14283 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, offrendo chiarimenti fondamentali sui limiti e le condizioni di tale obbligo, soprattutto nell’ambito dei controlli automatizzati.

I fatti del caso

Un contribuente si vedeva recapitare una cartella di pagamento per un importo di oltre 15.000 euro a titolo di IRPEF relativa all’anno 2005. La pretesa fiscale riguardava la tassazione dell’indennità di fine rapporto erogatagli da una nota emittente televisiva e da alcuni fondi di previdenza complementare. Il contribuente decideva di impugnare la cartella, lamentando, tra le varie cose, la mancata notifica del cosiddetto avviso bonario. A suo dire, l’Agenzia delle Entrate non si era limitata a contestare un omesso versamento, ma aveva ricalcolato l’imposta applicando un’aliquota diversa, modificando così un aspetto rilevante della dichiarazione. Tale circostanza, secondo la sua tesi, rendeva indispensabile il contraddittorio preventivo. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale respingevano le sue ragioni, spingendolo a ricorrere in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso del contribuente, confermando la legittimità dell’operato dell’Amministrazione finanziaria e fornendo una lettura precisa della normativa sui controlli automatizzati.

L’obbligatorietà dell’avviso bonario e il controllo automatizzato

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 36-bis del d.P.R. n. 600/1973. La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’obbligo di inviare la comunicazione di irregolarità (l’avviso bonario, appunto) sorge solo quando, dai controlli automatici, emergano “incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione”. Questo accade, ad esempio, quando è necessaria una rettifica dei dati contabili indicati dal contribuente.

Nel caso specifico, invece, l’Agenzia non aveva modificato i dati, ma si era limitata a un mero ricalcolo dell’imposta, applicando l’aliquota corretta sulla base degli stessi dati forniti dai sostituti d’imposta (l’azienda e i fondi pensione). Trattandosi di una semplice operazione di liquidazione, senza elementi di incertezza da chiarire con il contribuente, la Corte ha concluso che l’invio dell’avviso bonario non era necessario.

Le altre questioni: prescrizione, firme e notifica

La Cassazione ha respinto anche gli altri motivi di ricorso:
* Prescrizione e decadenza: I termini sono stati ritenuti rispettati. La prescrizione per l’IRPEF è decennale, e la notifica della cartella nel 2010 per l’anno d’imposta 2005 era ampiamente nei tempi.
* Responsabilità solidale: È stato confermato che il contribuente sostituito è coobbligato in solido con il sostituto d’imposta (il datore di lavoro) qualora quest’ultimo ometta sia di effettuare le ritenute sia di versarle.
* Mancanza di firma: La Corte ha ricordato che l’assenza della firma autografa sulla cartella di pagamento non ne causa l’invalidità, purché l’atto sia chiaramente attribuibile all’ente emittente.
* Notifica: La notifica effettuata direttamente dall’Agente della Riscossione tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento è una modalità prevista dalla legge e perfettamente valida.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra controllo automatizzato che si limita a una liquidazione dell’imposta e quello che invece interviene per correggere errori materiali o rettificare dati. Solo nel secondo caso, quando vi è un’ingerenza sui dati dichiarati che genera potenziale incertezza, scatta l’obbligo del contraddittorio preventivo, a tutela del diritto di difesa del contribuente. L’obiettivo della norma è permettere al cittadino di fornire chiarimenti su aspetti dubbi della sua dichiarazione, non di rinegoziare un calcolo matematico effettuato su dati certi e non contestati. Quando il risultato diverso dipende solo dall’applicazione di una norma fiscale (come l’aliquota corretta), non vi è alcuna incertezza da dirimere e l’avviso bonario perde la sua funzione essenziale. La Corte ha quindi privilegiato un’interpretazione che bilancia l’efficienza dell’azione amministrativa con la garanzia dei diritti del contribuente, circoscrivendo l’obbligo del contraddittorio ai soli casi in cui è effettivamente necessario.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale importante per i contribuenti e gli operatori del settore. La decisione chiarisce che non si può invocare la nullità di una cartella di pagamento per il solo fatto di non aver ricevuto un avviso bonario, se la pretesa fiscale deriva da un semplice ricalcolo dell’imposta su dati non contestati. Per i contribuenti, ciò significa che è fondamentale verificare la natura della contestazione: se si tratta di una diversa interpretazione o modifica dei dati dichiarati, l’assenza dell’avviso può essere un valido motivo di impugnazione; se, invece, è una mera riliquidazione, le possibilità di successo si riducono drasticamente. La sentenza rafforza, in definitiva, l’efficacia dei controlli automatizzati, purché limitati a verifiche formali e di calcolo.

È sempre necessario ricevere l’avviso bonario prima di una cartella di pagamento?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’avviso bonario è obbligatorio solo se emergono incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione che richiedono un chiarimento da parte del contribuente, o se vengono modificati i dati contabili. Non è necessario per una semplice ri-liquidazione dell’imposta basata sull’applicazione della corretta aliquota ai dati già dichiarati.

La mancanza della firma sulla cartella di pagamento la rende nulla?
No. Secondo la Corte, l’omessa sottoscrizione della cartella da parte del funzionario non ne comporta l’invalidità, purché l’atto sia inequivocabilmente riconducibile all’organo amministrativo che ha il potere di emetterlo.

Il contribuente è responsabile per le imposte non versate dal datore di lavoro (sostituto d’imposta)?
Sì. L’ordinanza conferma che il contribuente (sostituito) è coobbligato in solido con il sostituto d’imposta quando quest’ultimo non ha effettuato né le ritenute né i relativi versamenti. Di conseguenza, l’Agente della riscossione può legittimamente agire direttamente nei confronti del contribuente per recuperare l’imposta dovuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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