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Avviso accertamento digitale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16293/2024, ha stabilito la piena validità di un avviso di accertamento digitale notificato al contribuente tramite una copia cartacea conforme. La Corte ha chiarito che l’esclusione prevista dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) per le attività di controllo fiscale non si estende agli avvisi di accertamento, che rappresentano l’atto conclusivo del procedimento e non l’attività ispettiva stessa. Pertanto, la firma digitale è legittima e la notifica a mezzo posta di una copia analogica con attestazione di conformità è valida.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Avviso di accertamento digitale: la Cassazione ne conferma la validità

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 16293 del 12 giugno 2024, ha affrontato un tema cruciale nell’era della digitalizzazione: la validità di un avviso di accertamento digitale notificato al contribuente in forma cartacea. La pronuncia chiarisce l’ambito di applicazione del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) in materia fiscale, distinguendo nettamente tra l’attività di controllo e l’atto impositivo che ne consegue.

I fatti del caso

Una società si vedeva notificare un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2012. L’atto, originariamente formato come documento informatico e sottoscritto con firma digitale dal funzionario responsabile, era stato notificato tramite il servizio postale tradizionale, sotto forma di copia cartacea con attestazione di conformità all’originale digitale. La società impugnava l’atto, sostenendone la nullità per difetto di sottoscrizione e per le modalità di notifica. I giudici di primo e secondo grado accoglievano le ragioni del contribuente, ritenendo che la normativa del CAD, e in particolare l’obbligo di notifica via PEC per i documenti digitali, non fosse applicabile agli atti di controllo fiscale.

La questione giuridica e l’avviso di accertamento digitale

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 2, comma 6, del CAD (nella versione applicabile all’epoca dei fatti). Questa norma prevedeva che le disposizioni del Codice non si applicassero “limitatamente all’esercizio delle attività e funzioni ispettive e di controllo fiscale”.
La Commissione Tributaria Regionale aveva interpretato estensivamente tale eccezione, includendovi anche l’avviso di accertamento stesso. Di conseguenza, aveva considerato illegittimo l’uso della firma digitale e della notifica di una copia cartacea, sostenendo che solo la combinazione di firma digitale e notifica a mezzo PEC avrebbe garantito al contribuente un controllo immediato sull’autenticità dell’atto.

L’Agenzia Fiscale, invece, ricorreva in Cassazione sostenendo che l’avviso di accertamento non è un atto dell’attività di controllo, ma l’atto conclusivo che scaturisce da essa. Pertanto, le regole generali del CAD, inclusa la validità dei documenti informatici, dovevano trovare piena applicazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto i motivi del ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza d’appello e fornendo una chiara linea interpretativa.

I giudici hanno affermato che la distinzione tra l’attività di controllo fiscale (accessi, ispezioni, verifiche) e l’attività di accertamento è netta e immanente nella normativa tributaria. L’attività di controllo è propedeutica e può anche concludersi senza l’emissione di alcun atto impositivo. L’avviso di accertamento, invece, è l’atto con cui l’Amministrazione esercita la propria potestà impositiva, ed è emesso “all’esito” del controllo.

L’eccezione prevista dall’art. 2, comma 6, del CAD era finalizzata a non gravare il contribuente durante la fase di verifica, in cui potrebbe non essere dotato di strumenti come la firma digitale, garantendo così il diritto di difesa e la collaborazione. Tale ratio non sussiste per l’atto conclusivo del procedimento.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito i seguenti principi di diritto:
1. Validità della firma digitale: L’avviso di accertamento firmato digitalmente è pienamente valido, poiché l’esclusione del CAD riguarda solo l’attività di controllo e non gli atti impositivi in genere.
2. Validità della notifica cartacea: Una copia analogica (cartacea) di un avviso di accertamento digitale, se dichiarata conforme all’originale informatico da un funzionario autorizzato ai sensi dell’art. 23 del CAD, ha la stessa efficacia probatoria dell’originale. Tale copia può essere validamente notificata al contribuente anche a mezzo del servizio postale tradizionale, non sussistendo un legame indissolubile tra documento informatico e notifica a mezzo PEC.

La Corte ha inoltre precisato che la possibilità di notificare gli atti impositivi via PEC è stata introdotta solo a partire dal 1° luglio 2017, data successiva alla notifica dell’atto in questione.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un punto fermo nel processo di transizione digitale della pubblica amministrazione fiscale. Stabilisce che l’adozione di strumenti digitali come la firma elettronica per gli avvisi di accertamento è non solo legittima, ma coerente con il principio generale di digitalizzazione. Allo stesso tempo, garantisce la validità delle procedure di notifica tradizionali per le copie conformi, assicurando che l’esercizio della pretesa fiscale possa avvenire correttamente anche quando non sia possibile o previsto l’uso della PEC. Questa decisione rafforza la certezza del diritto, bilanciando l’innovazione tecnologica con le garanzie per il contribuente.

Un avviso di accertamento firmato digitalmente è nullo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esclusione prevista dal Codice dell’Amministrazione Digitale per le “attività di controllo fiscale” non si estende agli avvisi di accertamento. Pertanto, un avviso firmato digitalmente è pienamente valido.

Se un avviso di accertamento nasce come documento digitale, può essere notificato tramite posta ordinaria?
Sì. Una copia cartacea (analogica) dell’avviso di accertamento digitale è validamente notificata a mezzo del servizio postale, a condizione che un pubblico ufficiale ne attesti la conformità all’originale informatico. La notifica via PEC non è l’unica modalità consentita.

Qual è la differenza tra attività di controllo fiscale e avviso di accertamento secondo la Corte?
L’attività di controllo fiscale comprende le procedure preliminari come ispezioni, verifiche e accessi. L’avviso di accertamento, invece, è l’atto finale con cui l’amministrazione comunica la propria pretesa tributaria. La Corte chiarisce che sono due fasi distinte e che le eccezioni del CAD si applicano solo alla prima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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