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Autodichiarazione aiuti di Stato: prova per rimborso

Un professionista ha richiesto un rimborso fiscale per gli anni 1990-1992, in quanto vittima di una calamità naturale. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo le regole sull’autodichiarazione aiuti di Stato. La Corte ha stabilito che, sebbene l’autodichiarazione sia una prova ammissibile per dimostrare di non aver superato la soglia ‘de minimis’ prima dell’istituzione del registro nazionale, essa deve riferirsi al corretto triennio (in questo caso 2001-2003, non 1990-1992) e rispettare le forme procedurali. La dichiarazione presentata dal contribuente è stata quindi ritenuta irrilevante.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Autodichiarazione Aiuti di Stato: Prova Valida per i Rimborsi?

La richiesta di un rimborso fiscale, specialmente quando legata a normative emergenziali come quelle per le calamità naturali, può scontrarsi con la complessa normativa europea sugli aiuti di Stato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla validità probatoria dell’autodichiarazione aiuti di Stato per dimostrare il rispetto dei limiti de minimis. Questa decisione è fondamentale per professionisti e imprese che intendono beneficiare di agevolazioni fiscali, delineando i confini e le condizioni di ammissibilità di tale strumento.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso Fiscale

Il caso ha origine dalla richiesta di un professionista esercente l’attività notarile, il quale, essendo residente in un’area colpita dal sisma in Sicilia del 1990, aveva chiesto il rimborso del 90% delle imposte (Irpef e altro) versate per il triennio 1990-1992. La richiesta si basava sulla Legge 289/2002, che prevedeva agevolazioni per le vittime di quella calamità.

L’Amministrazione finanziaria aveva opposto un silenzio-rifiuto, portando la questione in tribunale. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione al contribuente, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, ritenendo l’agevolazione un aiuto di Stato incompatibile con le norme europee sulla concorrenza. Il caso è quindi approdato in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’Autodichiarazione Aiuti di Stato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la decisione di secondo grado ma fornendo una motivazione dettagliata e di grande interesse pratico. I giudici hanno stabilito tre principi di diritto fondamentali che chiariscono il ruolo e i limiti dell’autodichiarazione aiuti di Stato.

Il Libero Professionista come ‘Impresa’ per l’UE

Innanzitutto, la Corte ha ribadito che, ai fini del diritto europeo, la nozione di ‘impresa’ è molto ampia e include qualsiasi entità che eserciti un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica. Pertanto, anche un libero professionista, come un notaio, rientra in questa categoria ed è soggetto alle regole sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato.

L’Autodichiarazione come Prova Eccezionale

Il punto centrale della sentenza riguarda il valore probatorio dell’autodichiarazione. La Corte ha riconosciuto che, per il periodo antecedente al 31 maggio 2017 (data di piena operatività del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato), l’autodichiarazione del contribuente è una forma di prova ammessa per dimostrare il rispetto dei limiti de minimis. Si tratta di una deroga eccezionale al principio generale che nega valore probatorio all’autocertificazione nel processo tributario. Questa prova, tuttavia, deve essere resa nelle forme previste dal d.P.R. 445/2000, con assunzione di responsabilità penale.

L’Errore sul Periodo di Riferimento

L’elemento decisivo che ha portato al rigetto del ricorso è stato l’identificazione del corretto triennio di riferimento per la verifica del superamento della soglia de minimis. La Cassazione ha chiarito che il momento rilevante non è quello in cui è sorto il debito d’imposta originario (1990-1992), ma quello in cui il beneficio fiscale è stato accordato dalla legge. Poiché la norma che ha introdotto il rimborso (L. 289/2002) è entrata in vigore il 1° gennaio 2003, il triennio mobile da considerare per l’autocertificazione è il 2001-2003.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa interpretazione della normativa comunitaria e nazionale. I giudici hanno spiegato che l’autodichiarazione aiuti di Stato presentata dal professionista, relativa agli anni 1990-1992, era irrilevante ai fini della prova. La successiva dichiarazione presentata in corso di causa non è stata ritenuta efficace perché non resa nelle forme sacramentali richieste e perché il giudice non era tenuto a concedere un termine per la sua regolarizzazione. Il principio di non contestazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria non può, in questa materia, assolvere il contribuente dal suo onere probatorio, che è particolarmente stringente quando si tratta di beneficiare di aiuti che potrebbero alterare il mercato.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un precedente importante per tutti i contribuenti che richiedono agevolazioni fiscali qualificabili come aiuti di Stato. Le conclusioni pratiche sono chiare: l’autodichiarazione aiuti di Stato è uno strumento probatorio valido solo per il passato (ante 31 maggio 2017) e deve essere redatta con la massima attenzione. È cruciale identificare correttamente il triennio di riferimento, che decorre dal momento in cui il diritto al beneficio è concesso, non dal periodo d’imposta originario. Un errore su questo punto può rendere la dichiarazione inefficace e compromettere il diritto al rimborso, anche se sostanzialmente spettante.

Un libero professionista è soggetto alle norme UE sugli aiuti di Stato?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che qualsiasi entità che esercita un’attività economica sul mercato, inclusi i liberi professionisti con professioni regolamentate come quella notarile, è considerata un’ ‘impresa’ ai sensi del diritto dell’Unione Europea ed è quindi soggetta alle relative norme sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato.

L’autodichiarazione è una prova sufficiente per dimostrare il rispetto del limite de minimis?
Sì, ma solo in via eccezionale e a determinate condizioni. È ammessa come prova per il periodo antecedente al 31 maggio 2017, data in cui è diventato operativo il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato. La dichiarazione deve essere resa ai sensi del d.P.R. n. 445/2000, con assunzione di responsabilità penale, e deve riguardare il corretto periodo temporale.

Qual è il periodo di riferimento corretto per l’autodichiarazione aiuti di Stato in un caso di rimborso fiscale?
Il triennio di riferimento non è quello a cui si riferiscono le imposte da rimborsare, ma il triennio mobile che si calcola a partire dal momento in cui il beneficio fiscale è stato giuridicamente concesso. Nel caso di specie, essendo il beneficio introdotto da una legge entrata in vigore il 1° gennaio 2003, il periodo corretto da autocertificare era il 2001-2003.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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