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Autocertificazione aiuti di Stato: la Cassazione decide

Una società richiede un rimborso fiscale per il sisma del 1990. La Cassazione chiarisce che l’onere della prova del rispetto dei limiti *de minimis* spetta al contribuente e l’autocertificazione aiuti di Stato è valida solo se si riferisce al triennio corretto (2001-2003). La Corte ha cassato la sentenza e respinto la richiesta di rimborso.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Autocertificazione aiuti di Stato: la Cassazione decide

L’accesso ai benefici fiscali qualificabili come aiuti di Stato è subordinato a regole precise, volte a garantire l’equilibrio del mercato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sull’importanza dell’autocertificazione aiuti di Stato e sul corretto adempimento dell’onere della prova da parte del contribuente. Il caso analizzato riguarda la richiesta di rimborso fiscale avanzata da un’impresa colpita dal sisma in Sicilia del 1990, ma i principi espressi hanno una valenza generale e offrono importanti indicazioni operative.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso e i Primi Gradi di Giudizio

Una società operante nelle zone colpite dal terremoto del 1990 in Sicilia aveva richiesto il rimborso del 90% delle imposte versate per il triennio 1990-1992, avvalendosi di una specifica norma agevolativa. Dopo un iniziale silenzio-rifiuto da parte dell’Amministrazione Finanziaria, la questione è approdata in sede giudiziaria.

In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale aveva respinto la richiesta, qualificando il beneficio come aiuto di Stato non conforme alla normativa comunitaria. La Commissione Tributaria Regionale, invece, aveva parzialmente riformato la decisione. I giudici d’appello avevano riconosciuto che il beneficio doveva rispettare il regolamento de minimis e avevano ritenuto sufficiente, a tal fine, l’autocertificazione prodotta dalla società, con cui si attestava di non aver ricevuto altri aiuti nel triennio precedente. Di conseguenza, avevano concesso il rimborso per le imposte dirette.

L’Agenzia Fiscale, non soddisfatta, ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che la C.T.R. avesse errato nel considerare l’autocertificazione una prova sufficiente e valida nel processo tributario.

La Questione Giuridica: L’autocertificazione aiuti di Stato e l’Onere della Prova

Il cuore della controversia verte su due punti fondamentali: a chi spetta dimostrare il rispetto dei limiti previsti per gli aiuti de minimis e quale valore probatorio possiede un’autocertificazione in questo contesto.

La Corte di Cassazione ha ribadito che l’onere di provare la sussistenza dei requisiti per ottenere un’agevolazione fiscale, inclusa la conformità al regime de minimis, grava interamente sul contribuente. L’Amministrazione Finanziaria non ha l’obbligo di provare il contrario; le sue argomentazioni costituiscono mere difese.

La Corte ha poi affrontato la validità dell’autocertificazione. In via eccezionale, per il periodo antecedente all’entrata in funzione del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (31 maggio 2017), il contribuente è ammesso a provare il rispetto dei limiti de minimis tramite una dichiarazione sostitutiva. Tuttavia, questa prova non è priva di condizioni.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio di Diritto

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, cassando la sentenza d’appello e respingendo definitivamente la richiesta di rimborso del contribuente. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei requisiti probatori.

Le motivazioni

I giudici di legittimità hanno stabilito che l’autocertificazione aiuti di Stato, per essere considerata prova valida, deve riferirsi a un preciso e corretto arco temporale. Nel caso specifico, il momento rilevante per la verifica del rispetto dei limiti de minimis non era il triennio 1990-1992 (periodo d’imposta a cui si riferiva il rimborso), bensì il triennio mobile che include l’anno in cui il beneficio è stato concesso. Poiché la legge istitutiva del beneficio (L. n. 289/2002) è entrata in vigore il 1° gennaio 2003, il triennio di riferimento per l’autocertificazione andava individuato nel periodo 2001-2003.

La C.T.R. aveva errato non verificando a quale triennio si riferisse l’autocertificazione prodotta dalla società, limitandosi a un’affermazione generica. La stessa società, inoltre, aveva ammesso che l’autocertificazione depositata in primo grado riguardava il periodo 1990-1992, un periodo errato. La nuova autocertificazione, prodotta per la prima volta in Cassazione, è stata dichiarata inammissibile, poiché nel giudizio di legittimità non è consentita l’introduzione di nuove prove.

Le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio di diritto chiaro: l’onere probatorio per il rispetto del regolamento de minimis può essere assolto con un’autocertificazione, ma questa deve essere riferita ai trienni mobili che comprendono l’anno di entrata in vigore della norma agevolativa. Eventuali errori o carenze probatorie non possono essere sanati nel giudizio di Cassazione. Questa decisione sottolinea la necessità per le imprese di prestare la massima attenzione nella predisposizione della documentazione a supporto delle richieste di agevolazioni fiscali, assicurandosi che le autodichiarazioni siano complete, corrette e riferite all’esatto periodo temporale richiesto dalla legge.

Chi ha l’onere di provare il rispetto dei limiti ‘de minimis’ per ottenere un aiuto di Stato?
L’onere della prova grava interamente sul contribuente che richiede il beneficio. È il contribuente a dover dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge, inclusa la mancata eccedenza delle soglie ‘de minimis’.

Un’autocertificazione è una prova valida per dimostrare di non aver ricevuto altri aiuti di Stato?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in via eccezionale e per il solo periodo antecedente all’operatività del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (31 maggio 2017), l’autocertificazione è una forma di prova ammessa per dimostrare il rispetto della disciplina ‘de minimis’.

Qual è il triennio corretto a cui deve riferirsi l’autocertificazione per i benefici del Sisma Sicilia 1990?
La Corte ha chiarito che l’autocertificazione deve riferirsi ai trienni mobili che comprendono l’anno di entrata in vigore della norma agevolativa. Poiché la legge che ha concesso il beneficio è entrata in vigore nel 2003, il triennio di riferimento corretto è quello che va dal 2001 al 2003.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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