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Area pertinenziale IMU: non basta la graffatura

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, stabilisce un principio chiave in materia di IMU: la semplice ‘graffatura’ catastale di un terreno a un fabbricato non è sufficiente per qualificarlo come area pertinenziale IMU e ottenere l’esenzione. La Corte ha cassato la decisione di merito che si era basata solo sul dato formale, ribadendo che la nozione di pertinenza richiede una verifica sostanziale del vincolo di asservimento funzionale (elemento oggettivo) e della volontà del proprietario (elemento soggettivo), la cui prova spetta al contribuente.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Area pertinenziale IMU: La Cassazione chiarisce che la ‘graffatura’ catastale non basta

La qualificazione di un’ area pertinenziale IMU è una questione di grande rilevanza per i proprietari di immobili, poiché da essa dipende l’assoggettamento o meno del terreno all’imposta municipale unica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza su un punto spesso controverso: il valore della cosiddetta ‘graffatura catastale’. La Corte ha stabilito che l’unione formale di un terreno a un fabbricato negli archivi del catasto non è, da sola, sufficiente a dimostrare il vincolo di pertinenza. Vediamo nel dettaglio il caso e le conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa

La controversia nasce da un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune nei confronti di un contribuente, proprietario di un’abitazione con annessa un’ampia area scoperta di oltre 5.700 mq. Il Comune riteneva che tale area dovesse essere tassata autonomamente, mentre il contribuente sosteneva che fosse una pertinenza dell’abitazione e, pertanto, non soggetta a imposta autonoma.

La Commissione Tributaria di secondo grado aveva dato ragione al contribuente, basando la propria decisione su un elemento prettamente formale: per l’anno d’imposta in questione (il 2015), l’area e il fabbricato risultavano uniti al catasto sotto un unico mappale. Questa ‘graffatura’ era stata ritenuta sufficiente per considerare l’intera superficie come un’unica entità inscindibile dal fabbricato, escludendone l’autonoma imponibilità.

La nozione di area pertinenziale IMU secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando la decisione di merito. I giudici supremi hanno affermato che la valutazione della Corte territoriale era errata perché si era fermata a un dato puramente formale (la registrazione catastale), senza procedere alla necessaria verifica sostanziale richiesta dalla legge.

Il concetto di pertinenza, infatti, non deriva dalle risultanze catastali, ma è definito dall’articolo 817 del Codice Civile. Affinché un bene possa essere considerato una pertinenza, devono coesistere due requisiti fondamentali:
1. Elemento oggettivo: La destinazione effettiva e durevole del bene accessorio al servizio o all’ornamento del bene principale.
2. Elemento soggettivo: La volontà del proprietario di creare tale vincolo funzionale.

Il valore del dato catastale

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: le risultanze catastali, inclusa la graffatura, hanno un valore meramente formale e non sono decisive per definire un’ area pertinenziale IMU. La graffatura non prova di per sé l’esistenza di un vincolo di asservimento funzionale. È necessario un accertamento in fatto per verificare se l’area sia concretamente e permanentemente utilizzata a servizio dell’abitazione (ad esempio, come giardino, cortile, area di accesso) e non sia, invece, un’area a sé stante con una propria potenziale autonomia (ad esempio, un’area edificabile non sfruttata).

L’onere della prova e il divieto di doppia imposizione

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’onere della prova, che spetta al contribuente. È quest’ultimo che deve dimostrare in giudizio la sussistenza dei requisiti oggettivi e soggettivi della pertinenzialità.

Inoltre, è stata respinta la tesi del contribuente su una presunta doppia imposizione. Il fatto che la rendita catastale del fabbricato tenga già conto, in misura forfettaria (fino al 10%), delle dipendenze come cortili e giardini, non impedisce al Comune di tassare separatamente l’area se questa non possiede i requisiti sostanziali della pertinenza e ha un’autonoma capacità edificatoria. Si tratta di due presupposti impositivi diversi: uno legato alla rendita dell’edificio, l’altro al valore venale dell’area edificabile.

Le Motivazioni

La ratio decidendi della Corte si fonda sul principio della prevalenza della sostanza sulla forma. In materia tributaria, e in particolare per l’IMU, ciò che conta è la situazione di fatto e la reale destinazione economica del bene, non la sua mera rappresentazione catastale. I giudici hanno sottolineato come la normativa tributaria sulle pertinenze si rifaccia direttamente alla nozione civilistica, che richiede un’indagine concreta sul vincolo funzionale. Affidarsi unicamente alla graffatura significherebbe ignorare la realtà fattuale e la volontà del proprietario, elementi cardine della definizione di pertinenza. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata, rinviando la causa al giudice di merito per un nuovo esame che tenga conto di questi principi.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un monito importante per i contribuenti: non si può fare affidamento esclusivo sulle registrazioni catastali per ottenere benefici fiscali sull’IMU. Per dimostrare che un terreno è un’ area pertinenziale IMU, è indispensabile poter provare concretamente la sua destinazione permanente a servizio dell’abitazione. Questa pronuncia rafforza il potere di accertamento dei Comuni, legittimandoli a tassare aree che, sebbene formalmente unite a un fabbricato, mantengono di fatto una propria autonomia funzionale ed economica.

La ‘graffatura’ catastale di un terreno a un fabbricato è sufficiente a renderlo pertinenza ai fini IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la graffatura è un dato puramente formale e non è sufficiente. È necessaria la prova di un effettivo e durevole vincolo di servizio o ornamento del terreno rispetto al fabbricato.

Su chi ricade l’onere di provare che un’area è pertinenziale?
L’onere della prova ricade interamente sul contribuente. Egli deve dimostrare in giudizio sia l’elemento oggettivo (l’effettiva destinazione) sia quello soggettivo (la sua volontà di creare il vincolo pertinenziale).

Tassare un’area graffata costituisce una doppia imposizione?
No. La Corte ha chiarito che non si tratta di doppia imposizione. La rendita catastale del fabbricato considera le pertinenze in modo forfettario, mentre la tassazione IMU sull’area si applica se questa ha un valore autonomo (es. come area edificabile) e non soddisfa i requisiti sostanziali della pertinenzialità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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