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Appello incidentale: obbligo di riunione dei ricorsi

La Corte di Cassazione ha chiarito che, in presenza di più appelli contro la stessa sentenza, quello notificato per secondo deve essere qualificato come appello incidentale. Se i ricorsi non vengono riuniti e il primo viene deciso con sentenza passata in giudicato, il secondo diventa improcedibile. Questo principio garantisce l’unicità del processo di impugnazione ed evita decisioni contrastanti.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Appello Incidentale: La Cassazione Sancisce l’Obbligo di Riunione

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale di procedura: cosa accade quando più parti impugnano la stessa sentenza con ricorsi separati? La Corte di Cassazione, con una decisione chiara, ribadisce il principio dell’unicità del processo di impugnazione e il ruolo fondamentale dell’appello incidentale. La pronuncia evidenzia come la mancata riunione degli appelli possa portare all’improcedibilità del secondo ricorso, una volta che il primo sia stato definito con sentenza passata in giudicato. Questa regola è posta a tutela della coerenza del sistema giudiziario e del principio del ne bis in idem.

I Fatti del Caso: Due Appelli, Una Sola Sentenza

La vicenda processuale ha origine dalla decisione di un contribuente e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di impugnare, entrambi, una sentenza emessa dalla Commissione tributaria provinciale. Il contribuente notificava il proprio appello l’8 aprile 2022, mentre l’Ente impositore notificava il suo il 27 aprile 2022.

Nonostante l’obbligo di riunione previsto dal codice di procedura civile, i due appelli procedevano su binari separati. L’appello del contribuente veniva definito con una sentenza depositata il 21 dicembre 2022, che, in assenza di ulteriori impugnazioni, passava in giudicato. Successivamente, il 26 aprile 2024, la Corte di giustizia tributaria di secondo grado si pronunciava sul secondo appello, quello dell’Agenzia, accogliendolo e riformando integralmente la sentenza di primo grado. Il contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione contro quest’ultima decisione, sostenendo che essa fosse stata emessa quando sulla controversia si era già formato un giudicato.

La Questione Giuridica e il ruolo dell’appello incidentale

Il cuore della controversia risiede nel principio di unità del processo di impugnazione. Secondo la legge, l’impugnazione proposta per prima instaura un unico processo nel quale devono confluire tutte le impugnazioni successive relative alla stessa sentenza. Di conseguenza, il ricorso notificato dall’Agenzia, essendo successivo a quello del contribuente, avrebbe dovuto essere qualificato come appello incidentale e proposto all’interno dello stesso giudizio già pendente.

L’ordinanza della Cassazione sottolinea che la proposizione di un appello autonomo, invece che incidentale, è un’irregolarità. Sebbene questa irregolarità possa essere sanata attraverso la riunione dei procedimenti, tale meccanismo diventa impossibile se uno dei due giudizi viene definito prima dell’altro.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza impugnata. Le motivazioni si fondano su principi consolidati del diritto processuale. In primo luogo, viene richiamato il principio del ne bis in idem, che vieta al giudice di pronunciarsi due volte sulla stessa domanda tra le stesse parti. L’esistenza di una precedente sentenza passata in giudicato (quella che ha definito l’appello del contribuente) creava un impedimento insuperabile alla decisione sul secondo appello.

La Corte ha specificato che la mancata riunione dei due appelli ha reso impossibile il simultaneus processus, ovvero la trattazione congiunta e simultanea di tutte le impugnazioni. Una volta che il primo appello è stato deciso e la relativa sentenza è diventata definitiva, il secondo appello, che avrebbe dovuto essere trattato come appello incidentale, è diventato improcedibile. L’art. 333 del codice di procedura civile sanziona con la decadenza la mancata osservanza della forma incidentale per le impugnazioni successive, impedendo l’esame di gravami proposti tardivamente o in modo autonomo quando sarebbe stato possibile inserirli nel processo già avviato.

Le Conclusioni: La Decisione e le Implicazioni Pratiche

La Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di giustizia tributaria di secondo grado, rinviando la causa ad altra sezione dello stesso organo per un nuovo esame. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: chiunque riceva la notifica di un’impugnazione contro una sentenza che intende a sua volta contestare non può avviare un nuovo procedimento autonomo. Deve, invece, proporre la propria impugnazione in forma incidentale, costituendosi nel giudizio già pendente. In caso contrario, rischia di vedere il proprio ricorso dichiarato improcedibile se l’altra causa si conclude prima, con la formazione di un giudicato che chiude definitivamente la questione.

Cosa succede se due parti appellano la stessa sentenza con ricorsi separati e autonomi?
Secondo la Cassazione, l’appello notificato per secondo deve essere qualificato come appello incidentale. Le due cause devono essere riunite per essere decise congiuntamente, in rispetto del principio di unicità del processo di impugnazione.

Perché il secondo appello è considerato un appello incidentale?
Perché l’impugnazione proposta per prima instaura l’unico processo nel quale tutte le impugnazioni successive, relative alla stessa sentenza, devono confluire. Questa regola, prevista dall’art. 333 c.p.c., serve a evitare la possibilità di decisioni contrastanti sulla medesima controversia.

Qual è la conseguenza se il giudice non riunisce i due appelli e ne decide uno prima dell’altro?
Se la pronuncia sul primo appello diventa definitiva (passa in giudicato), il secondo appello diventa improcedibile. L’impossibilità di realizzare un processo simultaneo (simultaneus processus) impedisce l’esame del secondo gravame, che ormai non può più essere inserito nel processo originario, già concluso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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