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Amministrazione Straordinaria IMU: no al rinvio del Fisco

Una società in amministrazione straordinaria con finalità liquidatoria ha richiesto di poter differire il pagamento dell’IMU, come previsto per fallimenti e liquidazioni coatte amministrative. La Corte di Cassazione ha negato questa possibilità, stabilendo che la norma sul differimento dell’IMU in Amministrazione Straordinaria è una norma agevolativa e, in quanto tale, non può essere applicata per analogia. La decisione si fonda sul principio di stretta interpretazione delle norme fiscali di favore, che non possono essere estese a casi non espressamente previsti dal legislatore.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Amministrazione Straordinaria IMU: la Cassazione nega il differimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di Amministrazione Straordinaria IMU, stabilendo che le imprese soggette a questa procedura non possono beneficiare del differimento del pagamento dell’imposta municipale unica. Questo beneficio, previsto per le società in fallimento o in liquidazione coatta amministrativa, non può essere esteso per analogia. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione e le sue implicazioni.

Il caso: una società in crisi e la richiesta di rinvio dell’IMU

Una società per azioni, posta in liquidazione e successivamente in amministrazione straordinaria con finalità liquidatorie, si è vista recapitare un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativo agli anni dal 2014 al 2018. La società ha impugnato l’atto, sostenendo di avere diritto al differimento del versamento dell’imposta, così come previsto dall’art. 10, comma 6, del D.Lgs. 504/1992. Tale norma consente alle imprese in fallimento e in liquidazione coatta amministrativa di versare l’IMU dovuta sugli immobili solo al momento della loro effettiva vendita.

La tesi della società si basava sull’assunto che l’amministrazione straordinaria, quando orientata alla liquidazione dei beni, fosse sostanzialmente assimilabile alle altre due procedure concorsuali menzionate dalla legge, giustificando un’applicazione estensiva della norma di favore. Tuttavia, sia la Commissione Tributaria Regionale che, in ultimo, la Corte di Cassazione hanno respinto questa interpretazione.

L’interpretazione della Cassazione sull’Amministrazione Straordinaria IMU

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, basando la sua decisione su un principio cardine del diritto tributario: la stretta interpretazione delle norme agevolative. Il differimento del pagamento dell’IMU è considerato una vera e propria agevolazione fiscale, una deroga al regime ordinario che impone il pagamento dell’imposta a scadenze prefissate. In quanto tale, non può essere applicata a situazioni non esplicitamente contemplate dal legislatore.

La natura eccezionale della norma

I giudici hanno sottolineato che la norma in questione ha una natura “eccezionale”. Essa prevede un regime più favorevole non solo posticipando il pagamento, ma escludendo anche l’applicazione di sanzioni e interessi. Le norme eccezionali, per loro natura, non ammettono interpretazioni analogiche o estensive. L’elenco delle procedure beneficiarie (fallimento e liquidazione coatta amministrativa) è da considerarsi tassativo.

L’irrilevanza del rinvio normativo

La società ricorrente aveva fatto leva sull’art. 36 del D.Lgs. 270/1999 (la legge sull’amministrazione straordinaria), che rinvia per alcuni aspetti alla disciplina della liquidazione coatta amministrativa. La Corte ha chiarito che tale rinvio è finalizzato a regolare aspetti procedurali e non può essere interpretato come un’automatica estensione di tutte le norme, specialmente quelle fiscali di favore, previste per la liquidazione coatta.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che le procedure concorsuali, sebbene possano avere affinità, sono “ontologicamente” diverse, con presupposti, finalità ed effetti non sovrapponibili. Le norme fiscali di favore, come quella sul differimento dell’IMU, sono soggette a una “interpretazione rigida ed anelastica”, legata strettamente al dato letterale della legge. Consentire un’interpretazione estensiva violerebbe i principi costituzionali di equilibrio del sistema impositivo (artt. 23, 53 e 81 Cost.). A conferma di questa lettura, la Corte ha citato la normativa sulla “nuova IMU” (L. 160/2019), la quale, nel riformulare la disciplina, ha mantenuto l’esclusione dell’amministrazione straordinaria dal beneficio, pur essendo la procedura ben nota al legislatore. Questo dimostra una chiara e persistente volontà di non includere tale procedura nell’ambito dell’agevolazione.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito il seguente principio di diritto: la disciplina dell’art. 10 del D.Lgs. 504/1992, che consente il differimento del pagamento IMU, è una norma di stretta interpretazione. Poiché fa esplicito riferimento solo al fallimento e alla liquidazione coatta amministrativa, non è possibile applicarla, né in via analogica né “estensiva”, all’amministrazione straordinaria, anche quando questa abbia una finalità puramente liquidatoria. Per le imprese in questa situazione, l’IMU va quindi versata alle scadenze ordinarie, senza possibilità di rinvio.

Una società in amministrazione straordinaria può posticipare il pagamento dell’IMU come una società fallita?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il beneficio del differimento del pagamento dell’IMU è limitato esclusivamente alle procedure di fallimento e di liquidazione coatta amministrativa, come espressamente previsto dalla legge.

Perché non si può applicare per analogia la norma sul differimento dell’IMU?
La norma che permette di posticipare il pagamento dell’IMU è una norma fiscale agevolativa, ovvero una deroga alla regola generale. Le norme di questo tipo devono essere interpretate in modo restrittivo e non possono essere estese a casi non esplicitamente menzionati dal legislatore.

La finalità liquidatoria dell’amministrazione straordinaria cambia qualcosa ai fini dell’IMU?
No. Anche se l’amministrazione straordinaria ha come obiettivo la vendita dei beni (finalità liquidatoria), questo non è sufficiente per assimilarla al fallimento ai fini del beneficio fiscale. La Corte ha stabilito che le procedure rimangono giuridicamente distinte e la norma agevolativa non può essere estesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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