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Amministratore di fatto: responsabilità e sanzioni

Una contribuente, ritenuta amministratore di fatto di una società, impugna un avviso di accertamento per proventi illeciti. La Corte di Cassazione, a fronte di una sopravvenuta assoluzione penale della ricorrente e di nuove norme in materia sanzionatoria, non decide il caso ma lo rinvia a pubblica udienza per la rilevanza delle questioni di diritto da trattare, specialmente riguardo alla figura dell’amministratore di fatto.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Amministratore di Fatto: Nuove Frontiere sulla Responsabilità Fiscale

La figura dell’amministratore di fatto è da sempre al centro di complessi dibattiti giuridici, specialmente in ambito tributario. Chi gestisce una società nell’ombra, senza un incarico formale, può essere ritenuto personalmente responsabile per le obbligazioni fiscali dell’ente? Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione riaccende i riflettori su questo tema, introducendo elementi di novità che potrebbero ridisegnare i confini di tale responsabilità.

I Fatti del Caso: Accertamento Fiscale e la Figura dell’Amministratore di Fatto

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a una contribuente, considerata dall’Agenzia delle Entrate l’amministratore di fatto di una società a responsabilità limitata. L’amministrazione finanziaria contestava il recupero a tassazione di proventi di natura illecita per l’anno d’imposta 2014. Tali proventi, qualificati come redditi diversi, derivavano dal 50% dell’IVA relativa a fatture per operazioni ritenute soggettivamente inesistenti.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano confermato la validità dell’accertamento, rigettando i ricorsi della contribuente. Secondo i giudici di merito, le prove raccolte, tra cui le dichiarazioni dell’amministratore di diritto e di altri soggetti, dimostravano in modo attendibile il suo pieno coinvolgimento nella gestione e organizzazione societaria, legittimando la sua qualifica di amministratore di fatto e la conseguente responsabilità personale per le violazioni tributarie.

I Motivi del Ricorso e la Responsabilità dell’Amministratore di Fatto

La contribuente ha proposto ricorso in Cassazione lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Tra i motivi principali, contestava l’errata qualifica di amministratore di fatto, sostenendo che fosse basata su elementi inattendibili e non riscontrati. Inoltre, deduceva la nullità dell’atto impositivo per difetto di motivazione, poiché fondato esclusivamente per relationem su un processo verbale di constatazione (PVC), e per altre irregolarità formali, come l’omessa attestazione di conformità della copia notificata all’originale digitale.

Un punto cruciale del ricorso riguardava l’applicazione delle sanzioni. La difesa sosteneva che le sanzioni amministrative avrebbero dovuto colpire solo la società, in quanto ente dotato di personalità giuridica, e non la persona fisica che, secondo l’accusa, aveva agito per trarne un vantaggio personale.

La Svolta: L’Assoluzione Penale e le Nuove Norme

Durante il giudizio di Cassazione sono emersi due elementi decisivi. In primo luogo, la contribuente ha prodotto una sentenza penale, divenuta irrevocabile, che la assolveva dal reato tributario connesso ai medesimi fatti “per non aver commesso il fatto”. Questo documento ha introdotto una valutazione di merito opposta a quella dei giudici tributari.

In secondo luogo, è entrata in vigore una nuova normativa sul sistema sanzionatorio tributario (l’art. 21-bis del D.Lgs. 74/2000), che ha sollevato questioni interpretative di grande rilevanza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte a questo scenario, la Corte di Cassazione non ha emesso una decisione definitiva sul merito della controversia. Con un’ordinanza interlocutoria, ha invece ritenuto opportuno rinviare la causa a una pubblica udienza. La ragione di tale scelta risiede nella natura “nomofilattica” delle questioni emerse. L’interazione tra l’esito di un giudizio penale di assoluzione e l’accertamento tributario, unita alle novità legislative in materia di sanzioni, richiede una riflessione approfondita per garantire un’interpretazione uniforme e coerente della legge a livello nazionale. La Corte ha riconosciuto che il caso presenta profili di complessità tali da meritare un dibattito pubblico e una decisione ponderata che potrebbe costituire un importante precedente.

Conclusioni: Cosa Cambia per l’Amministratore di Fatto?

L’ordinanza della Cassazione, pur non concludendo il caso, apre scenari significativi. La futura sentenza potrà chiarire in modo decisivo il peso di un’assoluzione penale irrevocabile all’interno di un processo tributario basato sugli stessi fatti. Inoltre, fornirà un’interpretazione autorevole delle nuove norme sanzionatorie, definendo meglio i confini della responsabilità personale dell’amministratore di fatto quando agisce nel presunto interesse esclusivo proprio. Questa decisione è attesa con grande interesse perché potrebbe influenzare non solo il caso specifico, ma l’intero sistema di accertamento e sanzione delle violazioni fiscali commesse attraverso schermi societari.

Chi è l’amministratore di fatto e perché è rilevante in questo caso?
L’amministratore di fatto è colui che, pur senza una nomina formale, gestisce e dirige una società. In questo caso, la sua identificazione è cruciale perché l’Agenzia delle Entrate ha attribuito direttamente a tale figura la responsabilità per i proventi illeciti e le relative sanzioni, bypassando la società.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza a causa della sopravvenienza di due elementi di grande complessità: l’assoluzione definitiva della ricorrente in sede penale per gli stessi fatti e l’entrata in vigore di nuove norme sul sistema sanzionatorio tributario, che sollevano importanti questioni interpretative.

Qual è l’implicazione principale di questa ordinanza interlocutoria?
L’implicazione principale è che la Corte di Cassazione ha riconosciuto la necessità di stabilire un principio di diritto (funzione nomofilattica) sulla responsabilità dell’amministratore di fatto, specialmente alla luce del rapporto tra giudizio penale e tributario e delle recenti riforme. La futura sentenza potrebbe creare un precedente importante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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