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Aliquota IVA software: la Cassazione rinvia la decisione

Una società editrice ha contestato l’applicazione dell’aliquota IVA ordinaria su un software didattico, sostenendo il diritto all’aliquota agevolata del 4% per i prodotti editoriali. Dopo due sentenze sfavorevoli, il caso è giunto in Cassazione. Tuttavia, la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria, sospendendo la decisione nel merito. Il motivo è la richiesta di definizione agevolata presentata dalla società. La Corte ha quindi disposto un rinvio per acquisire informazioni dall’Agenzia delle Entrate sulla regolarità di tale procedura, che potrebbe estinguere la controversia.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aliquota IVA Software: la Cassazione Sospende il Giudizio per Verificare la Definizione Agevolata

L’applicazione della corretta aliquota IVA software rappresenta una questione complessa, specialmente quando un prodotto digitale si colloca al confine con il mondo editoriale. Con l’ordinanza interlocutoria n. 13177/2024, la Corte di Cassazione ha temporaneamente sospeso la propria decisione su un caso emblematico, scegliendo di dare priorità alla verifica di una procedura di definizione agevolata avviata dal contribuente. Analizziamo i dettagli di questa vicenda.

I Fatti di Causa: Software Didattico tra IVA al 4% e al 21%

Una nota società editrice proponeva ricorso contro una serie di avvisi di accertamento emessi dall’Amministrazione finanziaria per gli anni dal 2012 al 2015. L’oggetto del contendere era la maggiore IVA richiesta su un prodotto specifico: un software didattico venduto in un’unica confezione insieme a una guida cartacea.

La società aveva applicato l’aliquota IVA agevolata del 4%, prevista per i prodotti editoriali (libri), ritenendo che il software, identificato da codice ISBN, rientrasse in tale categoria. L’Agenzia fiscale, al contrario, sosteneva che dovesse essere applicata l’aliquota ordinaria del 21%, recuperando le maggiori imposte.

Sia la Commissione tributaria di primo grado che quella di secondo grado avevano dato ragione all’Amministrazione finanziaria, portando la società a presentare ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’Aliquota IVA Software

La società contribuente ha basato il suo ricorso in Cassazione su cinque motivi principali, che toccano punti cruciali del diritto tributario applicato all’editoria digitale:

1. Errata interpretazione della nozione di ‘libro’: Si contestava la mancata applicazione delle norme che estendono la definizione di libro a tutte le pubblicazioni con codice ISBN o ISSN, indipendentemente dal supporto (fisico o elettronico).
2. Principio di accessorietà: La società criticava la decisione dei giudici di merito di considerare il software come un bene accessorio alla guida cartacea, e non come parte di un’unica opera editoriale.
3. Applicazione della norma speciale per l’editoria: Veniva lamentata l’erronea applicazione della norma generale sull’accessorietà (art. 12 D.P.R. 633/72) anziché quella speciale prevista per il settore editoriale (art. 74 D.P.R. 633/72).
4. Violazione del legittimo affidamento: La ricorrente sosteneva che le indicazioni fornite in passato dalla stessa Amministrazione finanziaria sulla definizione di opera editoriale avevano generato un affidamento legittimo sulla non debenza dell’IVA ordinaria.
5. Errata valutazione delle prove: Infine, si contestava il calcolo dell’imposta sul prezzo di copertina anziché sul prezzo di vendita effettivo, come risultava dalle fatture prodotte.

La Sospensione del Processo per Definizione Agevolata

Prima che la Corte potesse pronunciarsi su questi complessi motivi di diritto, è emerso un fatto nuovo e processualmente rilevante. La società contribuente aveva presentato un’istanza di definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti, ai sensi della Legge n. 197/2022, versando le somme dovute.

Questa procedura, nota come ‘tregua fiscale’, permette di chiudere i contenziosi con il Fisco a condizioni vantaggiose. Se la domanda viene accolta, la pretesa erariale si estingue e il processo perde la sua ragione d’essere. Di fronte a questa istanza, la Corte di Cassazione ha ritenuto necessario fermarsi e verificare lo stato di questa procedura prima di decidere nel merito.

Le Motivazioni della Decisione Interlocutoria

La decisione della Corte di emettere un’ordinanza interlocutoria è puramente procedurale ma di grande importanza pratica. La motivazione risiede nella necessità di economicità processuale e nella corretta gestione del giudizio. Poiché l’eventuale accoglimento della domanda di definizione agevolata comporterebbe l’estinzione della materia del contendere, sarebbe superfluo e inefficiente per la Corte pronunciarsi sulle questioni giuridiche sollevate.

Per questo motivo, la Cassazione ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, onerando l’Agenzia delle Entrate di fornire, entro un termine di novanta giorni, tutte le informazioni necessarie sulla regolarità della domanda di definizione agevolata e sull’effettiva estinzione della pretesa fiscale.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria n. 13177/2024 lascia in sospeso l’importante questione sulla corretta aliquota IVA software per prodotti didattici ed editoriali. La decisione finale dipenderà dall’esito della procedura di definizione agevolata. Se la procedura andrà a buon fine, il caso si chiuderà senza una pronuncia di merito. In caso contrario, la Corte di Cassazione dovrà riprendere l’esame dei cinque motivi di ricorso per stabilire se un software con codice ISBN, venduto con una guida cartacea, possa essere considerato a tutti gli effetti un ‘libro’ ai fini dell’applicazione dell’IVA agevolata. Questo caso evidenzia l’importanza degli strumenti di definizione agevolata come alternativa al lungo e incerto percorso del contenzioso tributario.

Qual era l’oggetto principale della controversia?
La controversia riguardava la corretta aliquota IVA da applicare alla vendita di un software didattico: la società contribuente sosteneva l’applicazione dell’aliquota agevolata al 4% prevista per i prodotti editoriali, mentre l’Amministrazione finanziaria pretendeva l’aliquota ordinaria al 21%.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso nel merito della questione?
La Corte non ha deciso nel merito perché la società contribuente ha presentato un’istanza di definizione agevolata della controversia. Poiché questa procedura, se accolta, estinguerebbe la pretesa fiscale e chiuderebbe il contenzioso, la Corte ha ritenuto prioritario verificarne l’esito prima di procedere con l’analisi giuridica del caso.

Cosa ha ordinato la Corte di Cassazione?
La Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo (una sospensione temporanea) e ha ordinato all’Agenzia delle Entrate di fornire, entro 90 giorni, informazioni sulla regolarità e sugli effetti della domanda di definizione agevolata presentata dalla società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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