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Aliquota IVA agevolata: no alla retrocessione

La Cassazione chiarisce che l’aliquota IVA agevolata del 10% non si applica alla retrocessione di un immobile se il cedente non è un’impresa costruttrice, anche se la restituzione avviene per vizi del bene. La Corte ha cassato con rinvio la sentenza di merito per accertare se si trattasse di una nuova vendita o di una sostituzione del bene nell’ambito dell’originario contratto.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aliquota IVA Agevolata: No alla Semplice Restituzione dell’Immobile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, affronta un’interessante questione in materia di IVA, specificando i confini di applicazione dell’aliquota IVA agevolata nel caso di restituzione di un immobile. La pronuncia chiarisce che la semplice retrocessione di un bene da una società non costruttrice al costruttore originario non può beneficiare automaticamente del regime fiscale di favore, configurandosi come una nuova e autonoma operazione di vendita. Approfondiamo i dettagli della vicenda e i principi espressi dalla Corte.

I Fatti del Caso: Una Cessione Controversa

Una società, operante in un settore diverso da quello immobiliare, acquistava un immobile da un’impresa di costruzioni, applicando correttamente l’IVA al 10%. Successivamente, la stessa società restituiva (retrocedeva) l’immobile all’impresa costruttrice, applicando nuovamente l’IVA al 10%. L’Agenzia delle Entrate contestava l’operazione, sostenendo che la società acquirente, non essendo un’impresa costruttrice, avrebbe dovuto applicare l’aliquota IVA ordinaria del 20% (vigente all’epoca) sulla retrocessione, trattandosi di una nuova vendita.

La contribuente si difendeva affermando che la restituzione era dovuta a una presunta non conformità urbanistica del bene e che, pertanto, si trattava di una semplice operazione di storno della vendita originaria. I giudici di merito avevano dato ragione alla società, ritenendo legittima l’applicazione dell’aliquota ridotta.

La Decisione della Corte e l’Aliquota IVA Agevolata

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione dei gradi precedenti. I giudici di legittimità hanno affermato un principio fondamentale: ai fini IVA, ogni operazione deve essere valutata per la sua natura oggettiva. La retrocessione di un immobile da parte di un soggetto che non è un’impresa costruttrice è, a tutti gli effetti, una cessione di beni e, come tale, deve essere assoggettata all’aliquota ordinaria.

Il motivo della restituzione, come la presunta consegna di aliud pro alio (una cosa per un’altra), non è rilevante per qualificare l’operazione ai fini IVA. Tuttavia, la Corte non chiude del tutto la porta a una diversa interpretazione, cassando la sentenza con rinvio al giudice di merito.

Le Motivazioni: Vendita o Sostituzione del Bene?

Il cuore della motivazione della Corte risiede nella distinzione tra due scenari ipotetici. Il primo è quello di una vera e propria risoluzione del contratto, con la conseguente retrocessione del bene. In questo caso, l’operazione è una nuova vendita, soggetta all’aliquota IVA ordinaria perché il venditore non è un costruttore. Il secondo scenario, che la Corte ritiene meritevole di approfondimento, è quello di una sostituzione del bene all’interno di un unico e originario rapporto contrattuale. Se la restituzione dell’immobile inidoneo fosse stata solo una condizione per ottenere un altro immobile conforme, allora non si sarebbe in presenza di una nuova vendita, ma di un adempimento, seppur complesso, dell’originario contratto. In questa seconda ipotesi, l’IVA agevolata, già assolta sul primo acquisto, manterrebbe la sua validità. Poiché i giudici di merito non hanno indagato su questa seconda possibilità, la Corte ha rinviato il caso per un nuovo esame dei fatti che chiarisca la reale natura dell’accordo tra le parti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione sottolinea l’importanza di una corretta qualificazione giuridica delle operazioni immobiliari ai fini fiscali. La semplice restituzione di un immobile non può essere automaticamente trattata come un’operazione speculare all’acquisto, specialmente per quanto riguarda l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata. Le imprese devono prestare la massima attenzione alla forma contrattuale utilizzata: se l’intento è sostituire un bene difettoso senza dar luogo a una nuova operazione imponibile, è necessario che ciò emerga chiaramente dal contratto, configurando l’operazione come un’unica vendita con sostituzione del bene e non come due vendite separate e distinte.

Una società non costruttrice che restituisce un immobile a un’impresa di costruzione può applicare l’aliquota IVA agevolata?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la retrocessione di un immobile da parte di un soggetto non costruttore costituisce una nuova cessione, soggetta all’aliquota IVA ordinaria. Il fatto che si tratti di una restituzione non è di per sé sufficiente a giustificare l’applicazione dell’aliquota agevolata.

La restituzione di un immobile a causa di difformità (c.d. “aliud pro alio”) cambia il trattamento IVA?
No, le motivazioni che spingono alla conclusione del contratto, come la restituzione per vizi, sono irrilevanti ai fini dell’applicazione dell’IVA. Il presupposto impositivo è la cessione del bene, e l’aliquota dipende dalla natura del soggetto cedente, non dalle ragioni della cessione.

In quale caso la restituzione di un immobile non sarebbe considerata una nuova vendita ai fini IVA?
Secondo la Corte, la restituzione non configurerebbe una nuova vendita se fosse inquadrata come una “sostituzione” del bene all’interno dell’originario e unico contratto di vendita. In questo caso, la restituzione del bene inidoneo sarebbe una condizione per ottenere quello adeguato, configurando un corretto adempimento del contratto originale e non una nuova operazione imponibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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