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Aliquota diritto di superficie: Cassazione fissa il 9%

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che l’aliquota dell’imposta di registro per la costituzione di un diritto di superficie è del 9% e non del 15%. Il caso riguardava un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate per la registrazione di un’ordinanza giudiziale che costituiva un diritto di superficie su un terreno agricolo per un parco eolico. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano confermato l’aliquota del 15%, ma la Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente. È stato chiarito che la costituzione di un diritto reale di godimento, come il diritto di superficie, non equivale a un trasferimento di proprietà e deve quindi essere tassata con l’aliquota più bassa, prevista per gli atti costitutivi di diritti reali immobiliari di godimento.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aliquota Diritto di Superficie: la Cassazione Fa Chiarezza e Fissa il 9%

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha posto fine a un’importante controversia fiscale, stabilendo che l’aliquota del diritto di superficie ai fini dell’imposta di registro è del 9%, e non del 15% come sostenuto dall’Agenzia delle Entrate. Questa decisione rappresenta una vittoria significativa per i contribuenti e offre certezza giuridica in un settore, come quello immobiliare e delle energie rinnovabili, dove la costituzione di tali diritti è molto frequente. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia fondamentale.

I Fatti di Causa: Dalla Costituzione del Diritto all’Avviso Fiscale

La vicenda trae origine da un avviso di liquidazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a un contribuente. L’atto fiscale richiedeva il pagamento delle imposte di registro, ipotecaria e catastale su un’ordinanza del Tribunale. Tale provvedimento giudiziale aveva dato esecuzione a un contratto preliminare non adempiuto, costituendo un diritto di superficie su un terreno agricolo destinato alla realizzazione di un impianto eolico.

L’Amministrazione Finanziaria aveva applicato l’aliquota del 15%, ritenendo l’operazione assimilabile a un trasferimento di proprietà. Il contribuente ha impugnato l’avviso, sostenendo l’erroneità del calcolo e, soprattutto, dell’aliquota applicata. Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) hanno però respinto le ragioni del contribuente, confermando la legittimità dell’operato dell’Agenzia. Di qui, il ricorso finale alla Corte di Cassazione.

L’Applicazione dell’Aliquota sul Diritto di Superficie Secondo la Cassazione

Il contribuente ha basato il proprio ricorso in Cassazione su due motivi principali, ma quello decisivo riguardava la violazione delle norme sull’imposta di registro (D.P.R. 131/86). In particolare, si contestava l’errata applicazione dell’aliquota del 15% in luogo di quella corretta del 9%.

Secondo la tesi del ricorrente, l’atto in questione non comportava un trasferimento di proprietà, ma la semplice costituzione di un diritto reale di godimento su un bene immobile, ossia il diritto di superficie. Questa distinzione è cruciale ai fini fiscali, poiché la legge prevede aliquote diverse per le due fattispecie.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi del contribuente, offrendo un’interpretazione chiara e definitiva della normativa. I giudici hanno spiegato che il termine “trasferimento”, utilizzato nella tariffa dell’imposta di registro, si riferisce esclusivamente agli atti che comportano il passaggio della proprietà di beni immobili o della titolarità di altri diritti reali da un soggetto a un altro.

Al contrario, gli atti che si limitano a costituire ex novo un diritto reale di godimento (come il diritto di superficie, l’usufrutto, l’uso, ecc.) non rientrano in tale categoria. Essi sono disciplinati da un’altra previsione normativa che stabilisce un’imposta proporzionale con l’aliquota del 9%.

Citando propri precedenti consolidati, la Corte ha ribadito che la costituzione di un diritto di superficie non è un “trasferimento”, bensì un atto “costitutivo” di un diritto reale immobiliare di godimento. Di conseguenza, l’aliquota corretta da applicare è quella del 9%. La sentenza della CTR, che aveva confermato l’aliquota del 15%, è stata quindi annullata (cassata).

Le Conclusioni

La decisione della Suprema Corte ha importanti implicazioni pratiche. Annullando la sentenza d’appello e decidendo direttamente nel merito, ha accolto l’originario ricorso del contribuente, stabilendo che l’imposta doveva essere ricalcolata applicando l’aliquota del 9%. Questo principio fornisce una guida sicura per tutti i contribuenti, le imprese e i professionisti che si trovano a redigere o registrare atti costitutivi di diritti di superficie. La chiarezza sull’aliquota del diritto di superficie riduce il rischio di contenzioso con il Fisco e garantisce una corretta pianificazione fiscale, specialmente in settori strategici come quello delle energie rinnovabili, dove questo strumento giuridico è ampiamente utilizzato per la realizzazione di impianti.

Qual è l’aliquota corretta per l’imposta di registro sulla costituzione di un diritto di superficie?
Secondo la Corte di Cassazione, l’aliquota corretta per l’imposta di registro sugli atti che costituiscono un diritto di superficie è del 9%.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto errata l’applicazione dell’aliquota del 15%?
La Corte ha ritenuto errata l’aliquota del 15% perché questa si applica ai trasferimenti di proprietà. La costituzione di un diritto di superficie non è un trasferimento, ma un atto costitutivo di un diritto reale di godimento, soggetto a una diversa e più bassa tassazione.

La costituzione di un diritto di superficie è considerata un “trasferimento” ai fini dell’imposta di registro?
No. La giurisprudenza della Cassazione ha chiarito che il termine “trasferimento” indica il passaggio di proprietà o titolarità da un soggetto a un altro, mentre la costituzione del diritto di superficie è un atto che crea un nuovo diritto reale di godimento, non trasferisce uno esistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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