LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Aiuti di Stato: rimborso sisma e onere della prova

Un imprenditore, a seguito del sisma del 1990 in Sicilia, ha richiesto un rimborso fiscale. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale beneficio costituisce Aiuti di Stato, sottoponendolo alle rigide normative europee. Il caso è stato rinviato al giudice di merito per una corretta verifica del rispetto dei limiti “de minimis” su base mobile triennale e, in caso di superamento, per la prova del nesso diretto tra aiuto e danno subito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di Stato: i paletti della Cassazione sul rimborso fiscale per il sisma

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 26508/2025 affronta un tema cruciale per le imprese che beneficiano di agevolazioni fiscali a seguito di calamità naturali: la compatibilità di tali misure con la normativa europea sugli Aiuti di Stato. La decisione chiarisce i rigorosi criteri di verifica che i giudici devono applicare, ponendo l’accento sul corretto calcolo del regime “de minimis” e sull’onere della prova a carico del contribuente.

Il caso: la richiesta di rimborso e lo scontro con il Fisco

Un imprenditore siciliano, la cui attività era stata colpita dal sisma del dicembre 1990, richiedeva all’Amministrazione Finanziaria il rimborso del 90% delle imposte (Irpef, Iva e Irap) versate tra il 1990 e il 1992, basandosi su una specifica legge agevolativa. Di fronte al silenzio dell’Agenzia delle Entrate, interpretato come un rifiuto, l’imprenditore si rivolgeva alla giustizia tributaria.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale respingeva la richiesta, ritenendola un aiuto di Stato incompatibile con l’ordinamento comunitario. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, accordando parzialmente il rimborso (escludendo l’IVA) e sostenendo che fosse stato rispettato il limite del regime “de minimis”. L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta, portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione degli Aiuti di Stato e il regime ‘de minimis’

Il cuore del contendere riguarda la qualificazione del rimborso fiscale come Aiuti di Stato. Secondo la normativa europea (Art. 107 TFUE), qualsiasi vantaggio selettivo concesso da uno Stato a un’impresa è, in linea di principio, vietato perché potrebbe distorcere la concorrenza. Esistono però delle eccezioni.

Una di queste è il cosiddetto regime “de minimis”, che consente aiuti di piccolo importo senza necessità di approvazione da parte della Commissione Europea, a patto che non superino una determinata soglia (tipicamente 200.000 euro) nell’arco di tre esercizi finanziari. La Corte di Cassazione ha criticato la decisione del giudice di merito per non aver chiarito come avesse verificato il rispetto di tale soglia. Il calcolo, infatti, non deve basarsi solo sugli anni del beneficio, ma deve essere effettuato “su base mobile”, sommando per ogni anno gli aiuti ricevuti in quell’esercizio e nei due precedenti.

Superamento della soglia e prova del danno

Qualora il limite “de minimis” venga superato, l’aiuto può essere comunque considerato legittimo se rientra in un’altra eccezione: quella per gli aiuti destinati a rimediare ai danni arrecati da calamità naturali. Tuttavia, in questo caso, non è sufficiente che l’impresa si trovi nell’area colpita. Il contribuente ha l’onere di dimostrare l’esistenza di un nesso causale chiaro e diretto tra i danni subiti e l’aiuto richiesto, e che non vi sia una “sovracompensazione” (cioè che l’aiuto non superi l’entità del danno effettivo, tenendo conto anche di eventuali indennizzi assicurativi).

L’onere della prova e il valore dell’autocertificazione

Un altro punto dibattuto era il valore probatorio dell’autocertificazione prodotta dal contribuente per attestare di non aver ricevuto altri aiuti. Su questo aspetto, la Cassazione ha respinto il motivo di ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno chiarito che, per il periodo antecedente all’entrata in funzione del registro nazionale degli aiuti di Stato (31 maggio 2017), l’autocertificazione può essere considerata uno strumento eccezionalmente sufficiente a soddisfare l’onere della prova del contribuente.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha accolto i primi due motivi di ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ritenendo la motivazione della sentenza d’appello insufficiente e poco chiara. I giudici di merito non avevano adeguatamente spiegato le modalità di calcolo adottate per verificare il rispetto del limite “de minimis”, né avevano approfondito i requisiti necessari per l’applicazione della deroga per calamità naturali. La semplice localizzazione dell’impresa nell’area del sisma non è stata ritenuta una prova sufficiente. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame, che dovrà attenersi ai principi di diritto enunciati.

Conclusioni: cosa cambia per le imprese?

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: le agevolazioni fiscali nazionali per le imprese devono sempre fare i conti con il diritto europeo sugli Aiuti di Stato. Per le aziende che richiedono benefici legati a calamità naturali, emerge un chiaro percorso probatorio: in primis, verificare scrupolosamente il rispetto della soglia “de minimis” su un arco temporale mobile di tre anni; in secondo luogo, qualora tale soglia sia superata, essere pronti a documentare in modo dettagliato il nesso diretto tra il danno subito e l’entità dell’aiuto richiesto, per evitare che il beneficio venga considerato illegittimo.

Un’impresa che ha subito danni da una calamità naturale ha sempre diritto al rimborso delle imposte?
No. Secondo la Corte, il rimborso concesso a un’impresa si qualifica come “Aiuto di Stato” e deve rispettare la normativa europea. È ammissibile solo se rientra nel regime “de minimis” (sotto una certa soglia) oppure se l’impresa dimostra un nesso diretto tra il danno subito e l’aiuto richiesto, senza che vi sia una sovracompensazione.

Come si calcola il limite degli aiuti “de minimis”?
Il limite non si calcola solo sugli anni per cui si chiede il beneficio. La valutazione va fatta “su base mobile”, considerando per ciascun anno l’importo degli aiuti ricevuti in quell’anno e nei due anni precedenti. La somma non deve superare la soglia comunitaria.

Un’autocertificazione è sufficiente per dimostrare di non aver ricevuto altri aiuti?
Sì, ma solo a determinate condizioni. La Corte ha stabilito che, per il periodo precedente all’istituzione del registro nazionale degli aiuti di Stato (31 maggio 2017), un’autocertificazione attestante il mancato percepimento di altri aiuti può essere considerata una prova sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati