LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Aiuti di stato: rimborso negato se non è de minimis

Un professionista si è visto negare un rimborso fiscale poiché l’agevolazione richiesta è stata classificata come aiuto di Stato illegittimo dall’Unione Europea. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali benefici sono ammessi solo se rientrano nelle soglie “de minimis”. La Corte ha annullato la precedente decisione favorevole al contribuente perché i giudici di merito non avevano verificato il rispetto di tale limite, rinviando il caso per un nuovo esame.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di stato e rimborsi fiscali: la Cassazione chiarisce i limiti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nel diritto tributario europeo: le agevolazioni fiscali nazionali, se configurano aiuti di stato, sono legittime solo se rispettano i limiti imposti dalla normativa comunitaria, in particolare la regola de minimis. La vicenda, che ha coinvolto un libero professionista, dimostra come il diritto dell’Unione Europea possa incidere direttamente sui diritti dei contribuenti, anche quando una legge nazionale sembrava garantire un beneficio.

I fatti di causa

Un professionista, di professione notaio, aveva richiesto all’Agenzia delle Entrate il rimborso del 90% delle imposte dirette e indirette versate in anni precedenti, avvalendosi di una legge nazionale che prevedeva specifiche agevolazioni. Di fronte al silenzio-rifiuto dell’amministrazione, il contribuente si era rivolto alla giustizia tributaria, ottenendo una decisione parzialmente favorevole in primo grado, confermata poi in appello.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, non si è arresa e ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo una tesi fondamentale: l’agevolazione richiesta costituiva un aiuto di Stato, dichiarato incompatibile con il mercato interno da una successiva decisione della Commissione Europea. Secondo l’Agenzia, i giudici di merito avevano errato nel non considerare la normativa europea prevalente.

La qualifica di aiuto di stato e la decisione della Commissione UE

Il cuore della controversia risiede nella nozione di aiuti di stato. Secondo il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), sono vietati i vantaggi concessi dagli Stati membri a determinate imprese che possano falsare la concorrenza. Nel caso specifico, una Decisione della Commissione UE aveva stabilito che una serie di misure fiscali italiane, tra cui quella invocata dal professionista, erano illegali perché non notificate e incompatibili con le regole del mercato unico.

La Corte ha ribadito che anche l’attività di un libero professionista, come quella notarile, rientra nella nozione euro-unitaria di “impresa”, in quanto consiste nell’offrire servizi su un determinato mercato. Di conseguenza, anche i professionisti sono soggetti alla disciplina sugli aiuti di Stato.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. Le motivazioni della Corte sono state chiare e si fondano su principi cardine del rapporto tra diritto nazionale ed europeo.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che la decisione della Commissione Europea, sebbene successiva all’inizio della causa, costituiva jus superveniens, ovvero un nuovo dato normativo che il giudice nazionale ha l’obbligo di applicare. È irrilevante che la questione sia stata sollevata per la prima volta in appello, poiché riguarda l’applicazione di una regola di diritto fondamentale.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito che l’unica via per “salvare” il beneficio fiscale era dimostrare che rientrasse nel regime de minimis. Questo regime consente agli Stati di erogare aiuti di modesta entità (sotto una certa soglia) senza violare le norme sulla concorrenza. Tuttavia, i giudici di merito avevano completamente omesso di svolgere questa verifica, nonostante fosse stata specificamente richiesta dall’Agenzia delle Entrate.

L’errore del giudice d’appello è stato proprio quello di non essersi pronunciato sulla questione, omettendo gli accertamenti necessari a verificare se il rimborso richiesto, sommato ad altri eventuali aiuti ricevuti dal professionista, superasse la soglia de minimis prevista dai regolamenti europei. La Corte ha stabilito che l’onere di provare il rispetto di tale soglia grava sul contribuente che richiede il beneficio.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per imprese e professionisti. Le agevolazioni fiscali, anche se previste da leggi nazionali, devono sempre essere valutate alla luce della normativa europea sugli aiuti di stato. La decisione della Corte Suprema chiarisce che il giudice tributario ha il dovere di verificare la compatibilità dei benefici con il diritto dell’Unione, anche d’ufficio se necessario. Per i contribuenti, ciò significa che per ottenere un rimborso basato su normative a rischio di contestazione europea, diventa essenziale essere pronti a dimostrare di rientrare nelle eccezioni previste, come il regime de minimis, conservando tutta la documentazione necessaria a provare gli aiuti ricevuti nel periodo di riferimento.

Un’agevolazione fiscale nazionale può essere considerata un aiuto di Stato illegittimo?
Sì. Se un beneficio fiscale concesso da una legge nazionale favorisce selettivamente alcune imprese o produzioni, utilizzando risorse statali e rischiando di falsare la concorrenza nel mercato interno, può essere dichiarato un aiuto di Stato incompatibile e illegittimo dalla Commissione Europea.

Un libero professionista è soggetto alle regole UE sugli aiuti di Stato?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la nozione euro-unitaria di “impresa” è ampia e include qualsiasi entità che eserciti un’attività economica offrendo beni o servizi su un mercato, a prescindere dal suo status giuridico. Pertanto, anche un libero professionista è soggetto a tale disciplina.

Cosa significa che un aiuto rientra nel regime “de minimis”?
Significa che l’importo totale degli aiuti concessi a un’unica impresa in un determinato arco di tempo non supera una soglia specifica stabilita dai regolamenti europei. Questi aiuti, essendo di modesta entità, sono considerati non lesivi della concorrenza e possono essere erogati senza una preventiva autorizzazione della Commissione Europea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati