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Aiuti di Stato: quale regolamento de minimis si applica?

In un caso riguardante un rimborso fiscale per un’area terremotata, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave per gli aiuti di Stato. La Corte ha chiarito che, per verificare il rispetto della soglia ‘de minimis’, si deve applicare il regolamento europeo in vigore al momento della concessione legale del beneficio, non quelli successivi. Poiché l’importo richiesto superava la soglia di 100.000 euro prevista dal regolamento del 2001, applicabile al caso, il rimborso è stato negato in quanto aiuto di Stato incompatibile.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di Stato e De Minimis: Quale Regolamento si Applica? La Cassazione Fa Chiarezza

La disciplina degli aiuti di Stato rappresenta un pilastro del diritto dell’Unione Europea, volta a garantire una concorrenza leale tra le imprese. Tuttavia, la sua applicazione pratica può generare complesse questioni interpretative, specialmente quando si intersecano normative nazionali e regolamenti europei che cambiano nel tempo. Con la recente ordinanza n. 12819/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sul criterio temporale da adottare per l’applicazione delle soglie de minimis, risolvendo un contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e un contribuente.

Il Contesto: Un Beneficio Fiscale Post-Sisma Qualificato come Aiuto di Stato

La vicenda trae origine dalla richiesta di rimborso di un contribuente per le imposte versate nel triennio 1990-1992. Il contribuente invocava una legge nazionale (L. 289/2002) che prevedeva una riduzione del 90% delle imposte dirette per i residenti nei comuni siciliani colpiti da un sisma nel 1990. Sebbene si tratti di una misura di sostegno, essa rientra nella categoria degli aiuti di Stato, in quanto concede un vantaggio selettivo a determinate imprese o produzioni.

Il diritto dell’Unione Europea vieta, in linea di principio, tali aiuti, ma prevede delle eccezioni. Una delle più importanti è la regola de minimis, che permette aiuti di modesta entità, al di sotto di una certa soglia, poiché si presume non incidano sugli scambi tra Stati membri e non falsino la concorrenza. Il fulcro della controversia era proprio stabilire se il beneficio richiesto rientrasse in tale soglia.

La Questione Centrale sugli Aiuti di Stato: Il Principio del Ratione Temporis

Il problema principale non era l’esistenza della soglia, ma quale soglia applicare. Nel corso degli anni, i regolamenti europei hanno modificato l’importo massimo per gli aiuti de minimis. Il giudice di merito aveva fatto riferimento a un regolamento del 2006, ritenendo che il beneficio richiesto dal contribuente rientrasse nei limiti previsti.

L’Agenzia delle Entrate ha contestato questa interpretazione, sostenendo che si dovesse applicare il regolamento in vigore al momento in cui il beneficio era stato concesso per legge. Questo è il cosiddetto principio del ratione temporis (in ragione del tempo), secondo cui la validità di un atto giuridico deve essere valutata alla luce delle norme vigenti nel momento in cui è stato posto in essere.

La Decisione della Corte: Prevale il Regolamento del 2001

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi dell’Amministrazione finanziaria, affermando un principio di diritto chiaro e rigoroso.

Le Motivazioni

I giudici hanno spiegato che il momento determinante per individuare la normativa applicabile è quello in cui all’impresa viene accordato, secondo l’ordinamento nazionale, il diritto di ricevere l’aiuto, indipendentemente dalla data della sua effettiva erogazione. Nel caso di specie, il diritto al beneficio fiscale è sorto con l’entrata in vigore della legge n. 289 nel 2002.

Di conseguenza, il regolamento di riferimento non era quello del 2006, ma il Regolamento (CE) n. 69/2001, che fissava la soglia de minimis a 100.000,00 euro su un periodo di tre anni. Poiché l’importo del beneficio riconosciuto al contribuente era superiore a tale soglia (pari a 156.743,44 euro), l’aiuto è stato considerato incompatibile con il mercato interno. La Corte ha sottolineato che il superamento della soglia rende l’intero importo dell’aiuto illegittimo, non solo la parte eccedente.

La Corte ha inoltre respinto l’argomentazione del contribuente secondo cui la cessazione della sua attività imprenditoriale in un momento successivo (nel 2012) potesse sanare la situazione. La verifica dei requisiti, inclusa la qualifica di impresa e il rispetto delle soglie, deve essere condotta con riferimento al momento in cui l’aiuto è stato normativamente concesso.

Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un punto fermo per le controversie in materia di aiuti di Stato. La corretta applicazione del principio ratione temporis è cruciale: le imprese e i consulenti devono fare riferimento alla normativa europea in vigore al momento della concessione del beneficio per valutarne la legittimità. Applicare un regolamento successivo, magari più favorevole, costituisce un errore di diritto. Questa decisione ribadisce il rigore con cui le corti nazionali e comunitarie tutelano il principio della libera concorrenza, anche quando si tratta di misure nate con finalità di sostegno sociale ed economico.

Per verificare il rispetto della soglia di aiuto “de minimis”, quale regolamento europeo bisogna applicare?
Bisogna applicare il regolamento europeo vigente al momento in cui la norma nazionale concede il diritto a ricevere il beneficio, indipendentemente dalla data di effettiva erogazione dell’aiuto. Il principio applicabile è quello del ratione temporis.

Cosa succede se un’impresa riceve aiuti di Stato che superano la soglia “de minimis”?
Se l’importo complessivo degli aiuti supera la soglia consentita, il divieto di aiuti di Stato riacquista pieno vigore e l’intero importo del beneficio viene considerato incompatibile con il mercato interno, non solo la parte che eccede la soglia.

La successiva cessazione dell’attività d’impresa influisce sulla legittimità di un aiuto di Stato ricevuto in passato?
No, la cessazione dell’attività d’impresa in un momento successivo non ha alcuna rilevanza. La verifica dei requisiti per ottenere il beneficio, compreso lo svolgimento di un’attività d’impresa, deve essere effettuata con riferimento al momento in cui l’aiuto è stato concesso dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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