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Aiuti di Stato: no esenzione IRAP per export

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società contro il recupero dell’IRAP. La Corte ha stabilito che l’esenzione fiscale prevista da una legge regionale siciliana costituisce un aiuto di Stato illegittimo, in quanto l’azienda svolgeva prevalentemente attività di esportazione, una condizione che viola le norme europee sulla concorrenza e gli aiuti di Stato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di Stato: Niente Esenzione IRAP per le Imprese Votate all’Export

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto europeo: le agevolazioni fiscali nazionali non possono configurarsi come aiuti di Stato illegittimi, specialmente quando favoriscono imprese la cui attività è prevalentemente rivolta all’esportazione. Il caso analizzato offre uno spunto cruciale per comprendere il delicato equilibrio tra normative regionali di sostegno alle imprese e i vincoli imposti dal mercato unico europeo per garantire una concorrenza leale.

I Fatti di Causa: Dall’Avviso di Accertamento al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società unipersonale. L’Amministrazione Finanziaria contestava, da un lato, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e, dall’altro, recuperava l’IRAP che l’azienda non aveva versato, avvalendosi di un’esenzione prevista da una legge della Regione Sicilia.

Mentre la questione delle fatture veniva risolta a favore della società nei gradi di merito, il nodo del contendere, giunto fino in Cassazione, è rimasto l’esenzione IRAP. La Commissione Tributaria Regionale aveva infatti confermato la legittimità del recupero dell’imposta, ritenendo l’agevolazione un aiuto di Stato incompatibile con le norme europee, data la cospicua e prevalente attività di esportazione svolta dalla contribuente.

La Questione Giuridica: Esenzione Fiscale e il Divieto di Aiuti di Stato

Il cuore della controversia risiede nel conflitto tra una norma regionale (l’art. 15 della L.R. Sicilia n. 21/2003), che concedeva un’esenzione IRAP per incentivare l’economia locale, e il diritto dell’Unione Europea, in particolare l’art. 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che vieta gli aiuti di Stato che possano falsare la concorrenza.

La normativa europea è chiara: qualsiasi vantaggio selettivo concesso con risorse pubbliche a un’impresa è potenzialmente un aiuto di Stato. Se tale aiuto incide sugli scambi tra Stati membri, è considerato incompatibile con il mercato interno. Una specifica eccezione è prevista per gli aiuti di piccola entità (regime de minimis), ma anche questa regola ha dei limiti precisi.

La Decisione della Corte e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione di secondo grado e fornendo motivazioni dettagliate che chiariscono i confini delle agevolazioni fiscali per le imprese esportatrici.

Il Primato del Diritto Europeo e i Limiti degli Aiuti di Stato

I giudici hanno innanzitutto riaffermato il principio della supremazia del diritto dell’Unione Europea su quello nazionale. La stessa legge regionale siciliana, peraltro, subordinava l’applicazione dell’esenzione al rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Il Regolamento CE n. 1998/2006, applicabile al caso, esclude espressamente dal regime de minimis gli aiuti destinati ad attività connesse all’esportazione verso altri Stati membri o paesi terzi. Questo divieto mira a impedire che uno Stato membro sovvenzioni i propri prodotti esportati, creando una distorsione della concorrenza a danno delle imprese degli altri Stati.

Perché l’Esenzione IRAP Configura un Aiuto di Stato Illegittimo

La Corte ha ritenuto decisivo il fatto che l’attività della società fosse “prevalentemente di esportazione”. I dati prodotti in giudizio mostravano volumi di cessioni all’estero molto significativi e in costante crescita. In questo contesto, concedere un’esenzione dall’IRAP avrebbe significato fornire un vantaggio competitivo diretto, riducendo i costi di produzione dell’impresa e rendendo i suoi prodotti più competitivi sui mercati esteri. Questo è esattamente il tipo di “protezionismo” che le norme sugli aiuti di Stato intendono prevenire. L’agevolazione, dunque, non era un generico sostegno all’economia, ma si traduceva in un sussidio all’esportazione, vietato dal regolamento europeo.

Conclusioni: Le Implicazioni per le Imprese Esportatrici

La sentenza della Cassazione lancia un messaggio chiaro a tutte le imprese, in particolare a quelle con un forte orientamento all’export. Prima di beneficiare di agevolazioni fiscali, soprattutto se previste da leggi regionali, è indispensabile verificare la loro compatibilità con la complessa normativa europea sugli aiuti di Stato. Il fatto che un aiuto sia di modesta entità non è sufficiente a garantirne la legittimità se è direttamente o indirettamente collegato all’attività di esportazione. Le aziende devono quindi effettuare un’attenta analisi per evitare di incorrere in successive azioni di recupero da parte dell’Amministrazione Finanziaria, con l’applicazione di sanzioni e interessi.

Un’esenzione fiscale regionale può essere considerata un aiuto di Stato?
Sì. La Corte ha chiarito che un’esenzione fiscale, come quella sull’IRAP prevista da una legge regionale, costituisce a tutti gli effetti un aiuto di Stato perché concede un vantaggio selettivo a determinate imprese utilizzando risorse pubbliche (mancato gettito fiscale), potendo così falsare la concorrenza.

Perché un aiuto di Stato è vietato se connesso all’esportazione?
Perché altera la concorrenza leale nel mercato unico europeo. Secondo il Regolamento CE n. 1998/2006, gli aiuti connessi all’esportazione sono assimilati a sussidi che favoriscono i prodotti nazionali rispetto a quelli importati, creando un vantaggio competitivo indebito per le imprese dello Stato che concede l’aiuto.

Il diritto dell’Unione Europea prevale sempre su una legge regionale italiana?
Sì. La sentenza riafferma il principio del primato del diritto dell’Unione Europea. Pertanto, una norma regionale che si ponga in contrasto con i trattati europei o con i regolamenti, come quelli in materia di aiuti di Stato, non può essere applicata dal giudice nazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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