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Aiuti di stato e Fisco: la Cassazione sui rimborsi

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una società che chiedeva un rimborso fiscale basato su una legge per le vittime di un sisma. La Corte ha stabilito che tale agevolazione costituisce un aiuto di stato incompatibile con le norme UE. Di conseguenza, il rimborso dell’IVA è escluso, mentre per le imposte dirette è ammesso solo se l’impresa dimostra di rientrare nei limiti del regime ‘de minimis’ o di altre specifiche eccezioni comunitarie. La causa è stata rinviata al giudice di merito per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di Stato: Quando il Fisco Deve Rispettare le Regole UE

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nel diritto tributario: le leggi nazionali che concedono agevolazioni fiscali devono sempre fare i conti con la normativa europea sugli aiuti di stato. Il caso analizzato riguarda un’impresa siciliana che, colpita da un sisma negli anni ’90, aveva richiesto il rimborso del 90% delle imposte versate, basandosi su una legge nazionale di sostegno. Tuttavia, la Suprema Corte ha chiarito che il diritto dell’Unione Europea prevale, imponendo limiti stringenti a tali benefici.

Il Contesto: Una Richiesta di Rimborso Post-Sisma

La vicenda ha origine dalla richiesta di rimborso avanzata da una società a responsabilità limitata per le imposte relative agli anni 1991 e 1992. La richiesta si fondava su una legge italiana (n. 289/2002) che prevedeva una definizione agevolata per i contribuenti delle zone colpite da un terremoto. La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente dato ragione all’azienda, ma la Commissione Tributaria Regionale aveva rigettato l’appello dell’Agenzia delle Entrate, confermando il diritto al rimborso. L’Amministrazione finanziaria ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che tale agevolazione violasse le norme europee sulla concorrenza.

La Decisione della Cassazione e l’Impatto degli Aiuti di Stato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, ribaltando la decisione precedente. Il punto centrale della motivazione risiede nella decisione della Commissione Europea del 2015, che aveva qualificato le misure fiscali previste dalla legge italiana come aiuti di stato illegali e incompatibili con il mercato interno. I giudici nazionali, inclusa la Cassazione, hanno l’obbligo di applicare direttamente il diritto europeo, disapplicando le norme interne contrastanti.

La Questione dell’IVA: Un Rimborso Impossibile

La Corte ha stabilito in modo netto che il rimborso del 90% non può mai applicarsi all’IVA. Questa esclusione si basa su due pilastri del diritto europeo: il principio di neutralità fiscale e l’obbligo di garantire la riscossione integrale dell’IVA su tutto il territorio dell’Unione. Consentire un rimborso così cospicuo violerebbe questi principi, creando una distorsione inaccettabile del mercato.

Le Imposte Dirette e l’Onere della Prova

Per quanto riguarda le imposte dirette (come IRES o IRPEF), la porta non è completamente chiusa, ma l’accesso al beneficio è subordinato a condizioni molto severe. L’impresa che richiede il rimborso ha l’onere di dimostrare che l’aiuto ricevuto rientra in una delle eccezioni previste dalla normativa UE. Le principali sono:
1. Regime de minimis: L’impresa deve provare che l’ammontare totale degli aiuti pubblici ricevuti in un arco di tre anni non superi la soglia stabilita dall’UE.
2. Compensazione per calamità naturali: L’aiuto deve essere destinato a compensare i danni diretti causati dall’evento calamitoso, e l’importo non deve eccedere il valore del danno subito (evitando una “sovracompensazione”).

È fondamentale sottolineare che la prova di queste circostanze spetta interamente al contribuente.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base della preminenza del diritto dell’Unione Europea e delle decisioni vincolanti della Commissione Europea. I giudici hanno affermato che la normativa nazionale che concede agevolazioni fiscali a imprese in determinate aree geografiche, anche se a seguito di calamità naturali, rientra nella nozione di aiuti di stato ai sensi dell’art. 107 del TFUE. Una decisione della Commissione UE che dichiara tali aiuti incompatibili con il mercato interno ha effetto diretto e obbliga i giudici nazionali a disapplicare la legge interna. Per l’IVA, il rimborso è stato escluso a priori perché minerebbe il principio di neutralità del tributo. Per le altre imposte, il beneficio è stato subordinato alla rigorosa dimostrazione, da parte dell’impresa, di rientrare nelle eccezioni consentite, come il regime de minimis, il cui rispetto va verificato sull’ammontare totale degli aiuti ricevuti nel triennio e non solo sul singolo importo richiesto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà verificare se l’impresa richiedente sia in grado di fornire la prova necessaria per rientrare nelle eccezioni ammesse dal diritto UE. Questa ordinanza rappresenta un importante monito per le imprese: i benefici fiscali previsti da leggi nazionali non sono un diritto acquisito se si scontrano con le regole europee sulla concorrenza e sugli aiuti di stato. L’onere di dimostrare la compatibilità di tali aiuti con il mercato interno ricade interamente sul beneficiario.

Una legge nazionale che concede un rimborso fiscale per calamità naturali è sempre valida?
No. Secondo la Corte, se tale legge è considerata un “aiuto di stato” incompatibile con il mercato interno dall’Unione Europea, i giudici nazionali hanno l’obbligo di disapplicarla.

È possibile ottenere il rimborso del 90% dell’IVA versata in base a questa legge?
No, la sentenza chiarisce che la normativa in questione non è operante in materia di IVA, poiché violerebbe i principi europei di neutralità fiscale e di riscossione integrale dell’imposta.

A quali condizioni è possibile ottenere il rimborso per le imposte dirette?
Il rimborso è possibile solo se l’impresa dimostra che il beneficio rientra nel regime degli aiuti “de minimis” (cioè al di sotto di una certa soglia in un triennio) o che l’aiuto compensa un danno diretto causato dalla calamità naturale, senza eccedere il danno stesso. L’onere della prova è a carico dell’impresa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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