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Aiuti di Stato: Cassazione rinvia la decisione

In un contenzioso fiscale per costi indeducibili derivanti da fatture inesistenti, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria. La società contribuente ha presentato un documento che suggerisce una rinuncia al credito da parte dell’Agenzia Fiscale, legata al recupero di Aiuti di Stato. La Corte ha quindi sospeso la decisione sul merito, concedendo 60 giorni all’Agenzia per chiarire se la sua pretesa fiscale sia ancora valida alla luce di questa nuova documentazione.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Aiuti di Stato e Contenzioso Fiscale: La Cassazione Prende Tempo

L’ordinanza interlocutoria n. 18825/2024 della Corte di Cassazione introduce un elemento di cruciale importanza in un contenzioso fiscale: l’impatto del recupero di Aiuti di Stato sull’azione di accertamento dell’Agenzia Fiscale. Un documento inaspettato, presentato in giudizio, ha portato i giudici a sospendere la decisione per chiedere chiarimenti fondamentali, dimostrando come le normative europee possano influenzare direttamente le controversie tributarie nazionali.

I Fatti di Causa: Dalle Fatture Inesistenti alla Cassazione

Una società operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici veniva sottoposta a un controllo fiscale. Dall’ispezione emergevano fatture di sponsorizzazione, emesse da una società sportiva, considerate relative a operazioni inesistenti. Di conseguenza, l’Agenzia Fiscale notificava un processo verbale di constatazione contestando l’indebita deduzione di costi e la detrazione dell’IVA per gli anni d’imposta 2008, 2009 e 2010.

Successivamente, veniva emesso un avviso di accertamento per il 2008 che rettificava il reddito d’impresa dichiarato dalla società. La contribuente impugnava l’atto, chiedendo, tra le altre cose, l’applicazione di un’agevolazione fiscale prevista dalla legge. Il giudice di primo grado accoglieva parzialmente il ricorso, applicando la norma di favore.

La decisione veniva appellata sia dall’Agenzia Fiscale sia, in via incidentale, dalla società. La Commissione Tributaria Regionale respingeva entrambi gli appelli, confermando la decisione di primo grado. L’Agenzia Fiscale, non soddisfatta, decideva di ricorrere per Cassazione.

La Svolta in Giudizio: il Recupero degli Aiuti di Stato

Durante il giudizio di legittimità, la società controricorrente ha depositato un documento che ha cambiato le carte in tavola. Si trattava di una comunicazione proveniente da un Commissario Straordinario relativa alla “conclusione di recupero degli Aiuti di Stato” dichiarati incompatibili con il mercato interno da una decisione della Commissione Europea.

Questo documento attestava la rinuncia all’ammissione al passivo della procedura per crediti fondati su pretese restitutorie. In sostanza, la società sosteneva che l’Agenzia Fiscale avesse di fatto “desistito dalla pretesa”, rendendo la controversia priva di oggetto.

Le Motivazioni della Decisione

Di fronte a questa nuova documentazione, la Corte di Cassazione ha ritenuto necessario fare chiarezza prima di poter decidere nel merito il ricorso dell’Agenzia. La potenziale rinuncia alla pretesa fiscale è un elemento pregiudiziale: se il credito per cui si discute fosse stato effettivamente abbandonato in un’altra sede, l’intero giudizio di Cassazione perderebbe la sua ragion d’essere.

I giudici hanno quindi stabilito di non poter procedere senza verificare la “persistenza della pretesa oggetto del giudizio”. La Corte ha sottolineato la necessità di consentire all’Agenzia Fiscale di fornire tutte le informazioni necessarie a documentare l’eventuale avvenuto recupero degli Aiuti di Stato e a chiarire la sua posizione attuale. Per questo motivo, la causa è stata rinviata a nuovo ruolo, assegnando all’Agenzia un termine di 60 giorni per produrre la documentazione richiesta.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria n. 18825/2024 è emblematica di come le procedure di recupero di Aiuti di Stato, governate dal diritto europeo, possano intersecarsi e condizionare i contenziosi tributari nazionali. La decisione di sospendere il giudizio evidenzia un approccio prudente da parte della Cassazione, volto a evitare una pronuncia su una materia che potrebbe essere già stata risolta. L’esito finale della vicenda dipenderà interamente dai chiarimenti che l’Agenzia Fiscale fornirà, dimostrando ancora una volta che nel processo tributario ogni documento può rivelarsi decisivo, anche quando presentato nelle fasi finali del giudizio.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito?
La Corte non ha deciso perché la società contribuente ha presentato un nuovo documento che suggerisce una possibile rinuncia alla pretesa fiscale da parte dell’Agenzia Fiscale. Prima di valutare la fondatezza del ricorso, la Corte deve accertare se esista ancora un interesse ad agire, ovvero se la controversia abbia ancora un oggetto.

Che ruolo hanno gli Aiuti di Stato in questa vicenda?
Il documento presentato fa riferimento a una procedura di recupero di Aiuti di Stato dichiarati illegittimi dalla Commissione Europea. La presunta rinuncia dell’Agenzia Fiscale al suo credito sembra essere avvenuta nell’ambito di tale procedura. Questo collega direttamente l’esito del contenzioso fiscale nazionale a una questione di diritto europeo.

Cosa deve fare ora l’Agenzia Fiscale?
L’Agenzia Fiscale ha 60 giorni, a partire dalla comunicazione dell’ordinanza, per presentare alla Corte di Cassazione tutta la documentazione necessaria a dimostrare se la sua pretesa fiscale nei confronti della società è ancora valida e persistente, nonostante quanto indicato nel documento prodotto dalla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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