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Aggio di riscossione: natura e disciplina applicabile

Una società contesta una cartella di pagamento, sostenendo che l’aggio di riscossione non fosse dovuto secondo la normativa dell’anno d’imposta. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, stabilendo che la condotta della società era evasione fiscale e non elusione. Inoltre, chiarisce che l’aggio di riscossione ha natura retributiva, non sanzionatoria, e pertanto si applica la legge in vigore al momento dell’attività di riscossione, non quella dell’anno in cui è sorto il debito fiscale.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

L’Aggio di Riscossione: Compenso o Sanzione? La Cassazione Fa Chiarezza

Con la sentenza n. 9468 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema di grande interesse per i contribuenti: la natura e la disciplina applicabile all’aggio di riscossione. Il caso analizzato offre lo spunto per chiarire se tale onere abbia carattere sanzionatorio o retributivo, con importanti conseguenze sul piano pratico, soprattutto in relazione alla legge applicabile nel tempo.

I Fatti del Caso: Una Complessa Operazione Immobiliare e la Contestazione Fiscale

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società a responsabilità limitata. L’amministrazione finanziaria contestava l’indebita detrazione di una cospicua somma a titolo di IVA, relativa a un maxi canone di leasing immobiliare versato nel 2005.

La contestazione si inseriva in una complessa operazione, realizzata in un’unica giornata da più società tra loro collegate. In sintesi, un immobile veniva acquistato da una società del gruppo, rivenduto a un prezzo maggiorato a una società di leasing, e infine concesso in locazione finanziaria alla società contribuente, facente capo allo stesso gruppo. Secondo il Fisco, l’operazione, culminata nel pagamento di un maxi canone, era finalizzata a creare un credito IVA fittizio attraverso la sovrafatturazione della cessione immobiliare. Sulla base di tale accertamento, l’Agente della riscossione emetteva una cartella di pagamento a titolo provvisorio, contro cui la società proponeva ricorso.

La Questione dell’Aggio di Riscossione e la sua Natura Giuridica

Uno dei motivi centrali del ricorso in Cassazione riguardava la legittimità della richiesta dei “compensi di riscossione”. La società sosteneva che, essendo i fatti risalenti al 2005, non potesse applicarsi la disciplina successiva (introdotta nel 2006), ritenuta più afflittiva. Alla base di questa tesi vi era la convinzione che l’aggio avesse una natura sanzionatoria-afflittiva e, come tale, non potesse essere applicato retroattivamente.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato questa interpretazione, confermando il suo consolidato orientamento. Gli Ermellini hanno ribadito che l’aggio di riscossione non è una sanzione, bensì ha una natura puramente retributiva. Esso rappresenta il compenso per l’attività esattoriale svolta dall’Agente della riscossione. Questa natura non cambia a seconda del soggetto su cui grava l’onere (contribuente o ente impositore).

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha chiarito che, data la natura retributiva dell’aggio, esso deve essere determinato secondo la disciplina vigente al momento in cui viene svolta l’attività di riscossione, e non quella in vigore nell’anno d’imposta a cui si riferisce il debito. Nel caso di specie, la cartella di pagamento era stata formata nel 2008, quando era già in vigore la nuova disciplina del 2006. Pertanto, correttamente l’Agente della riscossione ha applicato le nuove regole, senza che si possa parlare di applicazione retroattiva di una norma.

I giudici hanno anche respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla ricorrente. La natura non tributaria e non sanzionatoria dell’aggio esclude il contrasto con i parametri della capacità contributiva (art. 53 Cost.) e del divieto di retroattività della legge penale (art. 25 Cost.). La determinazione dei criteri per quantificare il compenso rientra nella discrezionalità del legislatore, e non appare irragionevole che una parte di tale compenso sia posta a carico del contribuente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’aggio di riscossione è il corrispettivo per un servizio e non una punizione per il contribuente. La conseguenza pratica di questa qualificazione è di estrema importanza: per calcolare l’importo dovuto a tale titolo, bisogna guardare alla normativa in vigore quando la cartella viene emessa e notificata, non a quella dell’anno in cui è stata commessa la presunta violazione fiscale. Questa pronuncia offre quindi certezza giuridica, confermando che le modifiche normative in materia di compensi di riscossione si applicano immediatamente alle attività esattoriali successive alla loro entrata in vigore.

L’aggio di riscossione è una sanzione o un compenso?
Secondo la Corte di Cassazione, l’aggio di riscossione ha natura retributiva, trattandosi del compenso per l’attività esattoriale, e non ha natura sanzionatoria o afflittiva.

Quale legge si applica per calcolare l’aggio di riscossione: quella dell’anno d’imposta o quella in vigore al momento della riscossione?
Si applica la disciplina vigente al tempo dell’attività di riscossione (cioè quando la cartella viene formata e notificata), senza che si possa fare questione di retroattività rispetto all’anno d’imposta cui si riferisce l’iscrizione a ruolo.

Qual è la differenza tra evasione e elusione fiscale secondo la Corte nel caso specifico?
La Corte ha qualificato la condotta della società come evasiva, in quanto incentrata su una sovrafatturazione artificiosa finalizzata a sottrarre materia imponibile e creare un credito IVA non spettante. Non si è trattato di elusione (o abuso del diritto), che si configura con l’uso strumentale e anomalo di norme tributarie per ottenere un risparmio d’imposta indebito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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