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Agevolazioni prima casa: quando richiederle? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2354/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due contribuenti. Il caso riguardava la richiesta di agevolazioni prima casa per un immobile acquistato tramite sentenza giudiziale. La Corte ha ribadito che la richiesta di tali benefici deve essere presentata prima della registrazione della sentenza che trasferisce la proprietà, e non successivamente con l’impugnazione dell’avviso di liquidazione. Una richiesta tardiva è inefficace.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni prima casa: quando richiederle? La Cassazione chiarisce i termini

L’acquisto di un’abitazione è un passo fondamentale, e le agevolazioni prima casa rappresentano un aiuto cruciale per molti cittadini. Tuttavia, la tempistica per richiedere questi benefici è rigorosa e non ammette deroghe. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 2354/2024) ha ribadito un principio fondamentale: la richiesta deve essere presentata prima della registrazione dell’atto che trasferisce la proprietà, anche quando tale trasferimento avviene tramite una sentenza del giudice. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Due contribuenti avevano acquistato un immobile a seguito di una sentenza costitutiva emessa ai sensi dell’art. 2932 del codice civile, che dà esecuzione specifica a un contratto preliminare di vendita non adempiuto spontaneamente. Al momento della registrazione di tale sentenza, non avevano manifestato la volontà di usufruire delle agevolazioni fiscali per la prima casa.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate notificava loro un avviso di liquidazione dell’imposta calcolata in misura ordinaria, senza applicare i benefici. I contribuenti decidevano quindi di impugnare l’avviso, sostenendo di aver formulato la richiesta di agevolazione nel primo atto utile a loro disposizione, ovvero il ricorso stesso. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale respingevano le loro istanze, affermando che la richiesta era tardiva. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sulle agevolazioni prima casa

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso dei contribuenti inammissibile, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno sottolineato che il momento ultimo per richiedere i benefici fiscali è la registrazione dell’atto traslativo della proprietà.

Il ricorso dei contribuenti è stato ritenuto inammissibile per due ragioni principali:
1. Mancata critica al principio di diritto: I ricorrenti non hanno contestato efficacemente il principio giuridico su cui si basava la decisione della corte d’appello, ovvero che la richiesta di agevolazione deve precedere la registrazione dell’atto. Si sono limitati a sostenere una loro interpretazione, senza demolire le fondamenta della sentenza impugnata.
2. Applicazione della regola della ‘doppia conforme’: Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso (relativo a un presunto vizio di motivazione), la Corte ha rilevato che le sentenze di primo e secondo grado erano giunte alla medesima conclusione sui fatti. In questi casi, la legge (art. 348-ter c.p.c.) limita la possibilità di contestare la motivazione in Cassazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione centrale della decisione si fonda sulla giurisprudenza consolidata in materia di agevolazioni prima casa. La Corte ha richiamato numerosi precedenti (tra cui Cass. n. 2261/2014 e n. 3863/2009) per affermare un principio cardine: la manifestazione di volontà di avvalersi dei benefici fiscali deve avvenire prima o contestualmente alla registrazione dell’atto che trasferisce la proprietà. Questo vale sia per un rogito notarile sia per una sentenza costitutiva del giudice.

La registrazione è l’atto che fa sorgere l’obbligazione tributaria nella sua forma definitiva. Permettere una richiesta successiva, magari dopo che l’amministrazione finanziaria ha già liquidato l’imposta, minerebbe i principi di certezza e definitività dei rapporti tributari. La collaborazione del contribuente, manifestata attraverso la dichiarazione di voler usufruire del beneficio, è un presupposto necessario che deve realizzarsi entro quel termine perentorio.

La Corte ha specificato che una volta superato tale momento, l’agevolazione non richiesta non può più essere concessa. La richiesta formulata per la prima volta in sede di contenzioso contro l’avviso di liquidazione è, pertanto, irrimediabilmente tardiva.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica per chiunque stia acquistando un immobile, specialmente attraverso procedure giudiziarie come quella ex art. 2932 c.c. La volontà di beneficiare delle agevolazioni prima casa deve essere manifestata in modo chiaro ed esplicito prima che l’atto di trasferimento della proprietà venga registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Non è possibile ‘rimediare’ in un secondo momento, neppure in sede di ricorso tributario. È quindi essenziale agire con la massima tempestività e diligenza, avvalendosi di una consulenza legale e fiscale adeguata, per non perdere un diritto che può incidere significativamente sul costo dell’operazione immobiliare.

Quando si devono richiedere le agevolazioni prima casa se l’acquisto avviene tramite sentenza del giudice?
La richiesta deve essere presentata obbligatoriamente prima della registrazione della sentenza stessa, poiché è quest’ultima a costituire l’atto che trasferisce la proprietà e determina l’imposta.

È possibile chiedere le agevolazioni fiscali per la prima casa dopo aver ricevuto l’avviso di liquidazione dell’imposta?
No. La sentenza chiarisce che una volta che l’atto è stato registrato e l’imposta liquidata dall’Agenzia delle Entrate, è troppo tardi per richiedere il beneficio, in quanto il termine ultimo è già scaduto.

Perché il ricorso dei contribuenti è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché non contestava in modo specifico e pertinente il principio di diritto applicato dalla corte d’appello (ossia la tardività della richiesta). Inoltre, per uno dei motivi, si applicava la regola della ‘doppia conforme’, che impedisce il riesame dei fatti già decisi in modo identico dai due giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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