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Agevolazioni prima casa: il calcolo dei 240 mq

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha chiarito i criteri per il calcolo della superficie per le agevolazioni prima casa. Un contribuente si è visto revocare i benefici fiscali poiché la sua abitazione superava i 240 mq. La Corte ha confermato che nel calcolo della superficie utile complessiva devono essere inclusi anche i muri perimetrali e interni, escludendo quindi l’immobile dalla categoria non di lusso e confermando la revoca delle agevolazioni.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni prima casa: la Cassazione chiarisce il calcolo dei 240 mq

L’acquisto di un’abitazione principale è un passo importante, spesso accompagnato da rilevanti agevolazioni prima casa. Tuttavia, per beneficiare di questi vantaggi fiscali, l’immobile non deve rientrare nella categoria delle ‘abitazioni di lusso’. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale sul calcolo della superficie, un criterio decisivo per questa classificazione. La Corte ha stabilito che anche i muri, sia perimetrali che divisori, devono essere conteggiati nel calcolo dei 240 metri quadrati, confermando la revoca dei benefici a un contribuente la cui casa superava tale soglia.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un avviso di liquidazione notificato dall’Agenzia delle Entrate a un contribuente. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’applicazione dell’IVA agevolata per l’acquisto della ‘prima casa’, revocando il beneficio. La ragione? L’immobile, secondo i calcoli dell’Agenzia, aveva una superficie di 300 mq, ben al di sopra del limite di 240 mq previsto dalla normativa all’epoca vigente (D.M. 2 agosto 1969) per escludere un’abitazione dalla categoria di lusso.

Il contribuente aveva impugnato l’atto, ottenendo una prima vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente riformato la decisione, dando ragione all’Agenzia delle Entrate sulla questione dell’imposta, pur annullando le sanzioni. Il caso è quindi approdato in Corte di Cassazione, con il contribuente che lamentava un errore nel calcolo della superficie (che a suo dire doveva essere netta e non lorda) e un difetto di motivazione dell’atto impositivo.

La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la validità dell’avviso di liquidazione e la revoca delle agevolazioni prima casa.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno basato la loro decisione su una consolidata interpretazione della normativa applicabile. Innanzitutto, hanno chiarito che la legge di riferimento è quella in vigore al momento dell’atto di acquisto, escludendo l’applicazione retroattiva di norme successive più favorevoli (come quelle introdotte dal D.Lgs. 175/2014, che legano la nozione di lusso alla categoria catastale e non più alla superficie).

Il punto cruciale della motivazione riguarda l’interpretazione del concetto di ‘superficie utile complessiva’ ai sensi dell’art. 6 del D.M. 2 agosto 1969. La Corte ha ribadito che, per determinare se un’abitazione superi i 240 mq, occorre fare riferimento alla nozione di ‘utilizzabilità’ degli ambienti e non alla mera superficie ‘calpestabile’.

Di conseguenza, nel calcolo devono essere inclusi:
* I muri perimetrali;
* I muri divisori interni (tramezzi);
* I pilastri;
* I vani di porte e finestre.

Sono invece esplicitamente esclusi dal calcolo solo balconi, terrazze, cantine, soffitte, scale e posti macchina. Poiché la normativa agevolativa è di stretta interpretazione, tutto ciò che non è espressamente escluso deve essere considerato incluso. La Corte ha quindi ritenuto corretta la decisione dei giudici d’appello, che avevano considerato la superficie lorda dell’immobile, comprensiva delle murature, per un totale superiore al limite di legge.

Infine, la Corte ha respinto la censura relativa al difetto di motivazione, ritenendo che l’atto impositivo fosse sufficientemente chiaro nell’indicare la ragione della revoca: il superamento della soglia di superficie prevista per le agevolazioni prima casa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica per chiunque stia per acquistare un immobile usufruendo delle agevolazioni prima casa. Il messaggio è chiaro: la valutazione della superficie non deve limitarsi agli spazi interni netti. È essenziale considerare anche lo spessore dei muri, sia esterni che interni, nel calcolo dei 240 mq. Una valutazione errata può portare alla spiacevole conseguenza della revoca dei benefici fiscali, con la richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate delle maggiori imposte, sanzioni e interessi. È quindi sempre consigliabile affidarsi a un tecnico qualificato per una misurazione precisa e conforme ai criteri dettati dalla giurisprudenza, al fine di evitare brutte sorprese.

Come si calcola la superficie di un’abitazione per le agevolazioni prima casa secondo la normativa antecedente al 2014?
La superficie utile complessiva si calcola includendo non solo gli spazi calpestabili, ma anche i muri perimetrali, i tramezzi interni, i pilastri e i vani di porte e finestre. Sono esclusi solo elementi come balconi, terrazze, cantine, soffitte e posti auto.

I muri perimetrali e interni contano nel calcolo del limite dei 240 mq per la ‘prima casa’?
Sì, secondo la Corte di Cassazione e la normativa applicabile ai fatti di causa (D.M. 2 agosto 1969), lo spessore dei muri perimetrali e dei divisori interni deve essere incluso nel calcolo della superficie totale per determinare se un’abitazione è ‘di lusso’ e quindi esclusa dai benefici.

Le nuove leggi più favorevoli sulle agevolazioni prima casa si applicano agli acquisti fatti in passato?
No, la Corte ha specificato che le nuove normative, come quella del D.Lgs. n. 175/2014 che ha cambiato i criteri da superficie a categoria catastale, non sono retroattive. Si applica sempre la legge in vigore al momento della stipula dell’atto di acquisto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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