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Agevolazioni IRES fondazioni: no al beneficio senza attività

La Corte di Cassazione nega le agevolazioni IRES a una fondazione bancaria. Il beneficio fiscale spetta solo se l’ente dimostra di svolgere direttamente attività sociali, non limitandosi a gestire un patrimonio e a erogare fondi. La sentenza sottolinea l’onere della prova a carico della fondazione.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni IRES Fondazioni: La Cassazione Chiarisce i Requisiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di agevolazioni IRES per le fondazioni, in particolare quelle di origine bancaria. Il semplice status di fondazione e la destinazione degli utili a scopi sociali non sono sufficienti per ottenere la riduzione dell’imposta. È necessario dimostrare di essere una fondazione ‘operativa’ e non meramente ‘erogativa’. Vediamo nel dettaglio cosa ha deciso la Suprema Corte.

I Fatti di Causa: La Richiesta di Rimborso

Una fondazione bancaria aveva presentato istanza di rimborso per le maggiori imposte IRES versate per diversi anni d’imposta, dal 2018 al 2021. La fondazione riteneva di avere diritto all’applicazione dell’aliquota IRES dimezzata, prevista dall’art. 6 del D.P.R. 601/73 per gli enti con finalità di beneficenza, istruzione, e altre attività di rilevanza sociale.

L’Agenzia delle Entrate ha respinto la richiesta con un silenzio-rifiuto, sostenendo che la fondazione non svolgeva direttamente le attività meritorie previste dalla norma. Secondo l’amministrazione finanziaria, l’ente si limitava a gestire il proprio patrimonio (immobiliare e finanziario) e a distribuire i proventi, un’attività che non rientra nell’ambito di applicazione del beneficio fiscale.

Nonostante le corti di primo e secondo grado avessero dato ragione alla fondazione, l’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando le decisioni precedenti. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Suprema Corte.

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra fondazioni ‘operative’, che svolgono direttamente le attività sociali, e fondazioni ‘erogative’, che si limitano a finanziare progetti di terzi. Secondo la Cassazione, le agevolazioni IRES per le fondazioni sono riservate esclusivamente alle prime.

L’Onere della Prova per le Agevolazioni IRES Fondazioni

La Corte ha ribadito che l’onere della prova grava interamente sulla fondazione che richiede il beneficio. Data la loro origine storica, legata alla gestione di partecipazioni bancarie, esiste una presunzione che la loro attività principale sia di natura gestoria e finanziaria, non sociale. Per superare questa presunzione, la fondazione deve dimostrare concretamente di:

1. Svolgere un’attività prevalente o esclusiva di promozione sociale e culturale in modo diretto.
2. Non avere una partecipazione maggioritaria o determinante in imprese, né esercitare poteri di intervento diretto nella gestione di banche o altre società.
3. Utilizzare la totalità o la quasi totalità dei propri proventi per le finalità istituzionali previste dalla norma agevolativa.

La Natura delle Attività Svolte

La Cassazione ha anche sottolineato che i giudici di merito non avevano adeguatamente verificato la natura delle attività finanziate dalla fondazione. L’Agenzia aveva contestato che alcuni progetti, come il finanziamento di una fiction televisiva o di spettacoli pirotecnici, non rientrassero strettamente nelle finalità di beneficenza o istruzione richieste dalla legge. Questa analisi è cruciale per stabilire se i requisiti per il beneficio fiscale siano effettivamente rispettati.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione rigorosa della norma agevolativa. L’art. 6 del D.P.R. 601/1973 è una disposizione di favore, che deroga al principio generale di capacità contributiva e, come tale, deve essere interpretata in modo restrittivo. Il legislatore ha inteso premiare gli enti che si impegnano direttamente nell’esecuzione di attività di utilità sociale, non quelli che agiscono come meri intermediari finanziari, per quanto con scopi lodevoli.

La Corte chiarisce che il concetto di ‘gestione diretta’ non esclude la possibilità di realizzare progetti tramite terzi, ma richiede che la fondazione mantenga un ruolo di controllo, supervisione e indirizzo sull’effettiva destinazione dei fondi e sul raggiungimento degli obiettivi sociali. Un’attività di mera erogazione di contributi non è sufficiente.

Inoltre, la prova dell’assenza di carattere imprenditoriale e di influenza sulla gestione di altre imprese è fondamentale. La fondazione deve fornire documenti specifici (statuto, bilanci, verbali, etc.) che attestino non solo l’assenza di partecipazioni di controllo, ma anche l’impossibilità di esercitare un’influenza dominante tramite patti parasociali o altri strumenti.

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per tutte le fondazioni, specialmente quelle di origine bancaria, che intendono usufruire delle agevolazioni IRES. Il messaggio della Cassazione è chiaro: per ottenere la riduzione dell’imposta, non basta avere uno scopo sociale nello statuto o distribuire utili. È indispensabile provare, con documentazione concreta e dettagliata, di essere un soggetto ‘operativo’ che realizza direttamente, in modo prevalente o esclusivo, le finalità meritorie previste dalla legge. Le fondazioni devono quindi essere pronte a dimostrare la natura e le modalità della propria attività, l’assenza di ingerenze gestionali in altre imprese e la coerenza delle proprie erogazioni con le finalità strettamente definite dalla norma agevolativa.

Una fondazione bancaria ha automaticamente diritto alle agevolazioni IRES?
No. La sentenza chiarisce che lo status di fondazione non è sufficiente. L’ente deve superare una presunzione di attività gestoria/finanziaria, dimostrando di svolgere direttamente attività di utilità sociale come richiesto dalla norma agevolativa.

Cosa deve dimostrare una fondazione per ottenere le agevolazioni IRES?
Deve provare tre elementi principali: 1) di svolgere in modo diretto, prevalente o esclusivo, attività di promozione sociale e culturale; 2) l’assenza di partecipazioni di controllo o di influenza determinante su altre imprese; 3) che i redditi siano effettivamente e integralmente destinati a finanziare l’attività istituzionale e non accantonati in misura rilevante.

È sufficiente per una fondazione destinare i propri utili a scopi sociali per ottenere il beneficio fiscale?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che il beneficio è legato all’esercizio diretto di un’attività meritoria (fondazione ‘operativa’), non alla mera erogazione di fondi a terzi (fondazione ‘erogativa’). La semplice distribuzione di proventi non integra il requisito richiesto dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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