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Agevolazioni IMU e amministrazione straordinaria

Una società in amministrazione straordinaria ha richiesto l’applicazione delle agevolazioni IMU, previste per fallimenti, che consentono di differire il pagamento dell’imposta. La Corte di Cassazione ha negato tale possibilità, stabilendo che le norme fiscali di favore, come le agevolazioni IMU, sono di stretta interpretazione e non possono essere estese per analogia a procedure diverse da quelle espressamente contemplate dalla legge, anche se con finalità liquidatorie.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni IMU: No all’estensione per l’amministrazione straordinaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14026 del 2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di agevolazioni IMU: il regime di favore previsto per le imprese in fallimento e liquidazione coatta amministrativa non può essere esteso alle società in amministrazione straordinaria. Questa decisione ribadisce la regola della stretta interpretazione delle norme fiscali agevolative, anche quando la procedura di amministrazione straordinaria abbia una finalità prettamente liquidatoria.

I Fatti di Causa: la richiesta di differimento del pagamento IMU

Una società holding in amministrazione straordinaria si è opposta a degli avvisi di accertamento emessi da un Comune per il pagamento dell’IMU relativa agli anni 2012 e 2013. La società sosteneva di avere diritto al beneficio previsto dall’art. 10, comma 6, del D.Lgs. 504/1992, che consente alle imprese in fallimento o in liquidazione coatta amministrativa di versare l’imposta dovuta sugli immobili solo al momento della loro vendita, con esclusione di sanzioni e interessi.

Il cuore della controversia risiedeva nel capire se questa norma, specificamente scritta per determinate procedure concorsuali, potesse essere applicata per analogia anche all’amministrazione straordinaria.

L’iter Giudiziario: le decisioni di primo e secondo grado

Sia in primo che in secondo grado, i giudici di merito avevano dato ragione alla società. Avevano ritenuto che, poiché la specifica procedura di amministrazione straordinaria era finalizzata non al risanamento ma alla liquidazione degli asset, essa fosse funzionalmente assimilabile a un fallimento. Di conseguenza, avevano confermato la debenza del tributo ma concesso il differimento del pagamento e l’esclusione di sanzioni e interessi, applicando estensivamente la norma sulle agevolazioni IMU.

Il Comune, non condividendo questa interpretazione estensiva, ha proposto ricorso per cassazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulle agevolazioni IMU

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando le decisioni precedenti. Le motivazioni si fondano su principi cardine del diritto tributario.

La natura di norma agevolativa e la stretta interpretazione

Il punto centrale della decisione è la qualificazione della norma in questione come “norma agevolativa”. Tali norme, che introducono una deroga al regime impositivo ordinario, devono essere interpretate in modo restrittivo. La Corte, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha affermato che le norme fiscali di favore sono “ad interpretazione rigida ed anelastica”, legate strettamente al loro dato letterale. Non è possibile applicarle a casi o situazioni non esplicitamente previsti, escludendo quindi ogni interpretazione analogica o estensiva.

Irrilevanza della finalità liquidatoria della procedura

La Corte ha specificato che l’amministrazione straordinaria e il fallimento sono procedure “ontologicamente diverse”, con presupposti, finalità ed effetti non sovrapponibili. Il fatto che, nel caso specifico, l’amministrazione straordinaria avesse come obiettivo la liquidazione dei beni non è sufficiente a giustificare l’applicazione di una norma prevista per altre procedure. L’eccezionalità del beneficio fiscale non dipende dagli sbocchi procedurali, ma dalla qualificazione giuridica della procedura stessa, così come definita dal legislatore.

La conferma legislativa della distinzione

A ulteriore conferma della propria tesi, la Cassazione ha evidenziato come anche la normativa successiva sulla “nuova IMU” (legge n. 160/2019) abbia mantenuto una formulazione simile, ribadendo l’esclusione delle imprese in amministrazione straordinaria dal beneficio. Se il legislatore avesse voluto estendere le agevolazioni IMU, avrebbe potuto farlo in quella sede, ma ha scelto di non farlo, suffragando un’interpretazione restrittiva della norma originaria.

Le conclusioni: il principio di diritto e le conseguenze pratiche

La Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato il ricorso originario della società, condannandola al pagamento delle spese.

Il principio di diritto affermato è chiaro: “la disciplina dell’art. 10 d.lgs. 504/1992, integrando una deroga al regime impositivo generale, è da ritenersi di stretta interpretazione e poiché tale norma fa espresso riferimento al fallimento e alla liquidazione coatta amministrativa, non è possibile farne applicazione analogica ovvero ‘estensiva’ all’amministrazione straordinaria anche allorquando abbia finalità liquidatoria”.

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche: le imprese in amministrazione straordinaria non possono beneficiare del differimento del pagamento dell’IMU e dell’esenzione da sanzioni e interessi. Esse sono tenute al versamento del tributo secondo le scadenze ordinarie, indipendentemente dalla fase in cui si trova la procedura e dalle sue finalità.

Le agevolazioni IMU previste per fallimento e liquidazione coatta si applicano anche all’amministrazione straordinaria?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la norma che prevede tali agevolazioni (art. 10, comma 6, d.lgs. 504/1992) è una norma fiscale di favore e, come tale, deve essere interpretata restrittivamente. Non può essere applicata per analogia a procedure diverse da quelle espressamente menzionate, come l’amministrazione straordinaria.

La finalità liquidatoria di un’amministrazione straordinaria permette di applicare in via analogica le norme fiscali previste per il fallimento?
No. Secondo la sentenza, la finalità concreta della procedura (liquidatoria anziché di risanamento) è irrilevante ai fini dell’applicazione di una norma agevolativa. Ciò che conta è la qualificazione giuridica della procedura, e l’amministrazione straordinaria è considerata “ontologicamente diversa” dal fallimento, con presupposti e finalità differenti.

Perché una norma fiscale agevolativa deve essere interpretata in modo restrittivo?
Perché introduce una deroga al principio generale di capacità contributiva e al regime impositivo ordinario. La Corte, richiamando i principi costituzionali e la giurisprudenza delle Sezioni Unite, afferma che queste norme sono “ad interpretazione rigida ed anelastica”, rigorosamente legate al dato letterale per garantire la certezza del diritto e l’equilibrio del sistema fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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