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Agevolazioni IAP: certificato non è più necessario

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30597/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di agevolazioni fiscali per l’acquisto di terreni agricoli. Il caso riguardava un Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) a cui l’Agenzia delle Entrate aveva revocato i benefici per la mancata produzione del certificato dell’Ispettorato agrario. La Corte ha chiarito che, per le Agevolazioni IAP, tale certificato non è un requisito necessario, a differenza di quanto previsto per i coltivatori diretti. La normativa specifica per gli IAP, introdotta dal D.Lgs. 99/2004, ha esteso i benefici senza richiedere adempimenti ritenuti incompatibili con questa nuova figura professionale, rigettando così il ricorso dell’amministrazione finanziaria.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni IAP: la Cassazione esclude l’obbligo del certificato

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale per gli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), stabilendo che per usufruire delle agevolazioni IAP sull’acquisto di terreni agricoli non è necessario produrre il certificato rilasciato dall’Ispettorato agrario. Questa decisione consolida un orientamento favorevole agli operatori del settore, distinguendo nettamente la loro posizione da quella dei coltivatori diretti.

I Fatti del Caso: L’acquisto del terreno e la contestazione fiscale

Un imprenditore agricolo professionale acquistava un terreno agricolo avvalendosi delle agevolazioni fiscali previste per la piccola proprietà contadina. Anni dopo, l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di liquidazione per maggiori imposte, contestando il mancato deposito, entro il termine di tre anni dalla registrazione dell’atto, della certificazione attestante il possesso dei requisiti di legge.

L’amministrazione finanziaria riteneva che l’obbligo, previsto storicamente per i coltivatori diretti dalla Legge n. 604/1954, si applicasse anche agli IAP. Dopo un primo giudizio sfavorevole, il contribuente otteneva ragione davanti alla Commissione Tributaria Regionale, la quale riconosceva che la normativa specifica per gli IAP non prevedeva tale adempimento formale.

L’Agenzia delle Entrate decideva quindi di ricorrere per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La posizione delle Corti di merito

La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente respinto il ricorso del contribuente. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, accogliendo le tesi dell’imprenditore. I giudici d’appello avevano evidenziato come il D.Lgs. n. 99/2004 avesse esteso i benefici fiscali agli IAP, creando una figura professionale distinta dal coltivatore diretto, con requisiti incompatibili con quelli tradizionali. Di conseguenza, non era più necessario il certificato dell’Ispettorato agrario provinciale, un adempimento previsto per una fattispecie diversa.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulle agevolazioni IAP

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la sentenza di secondo grado e consolidando un principio di diritto di grande importanza per il settore. I giudici hanno affermato che l’art. 1, comma 4, del D.Lgs. n. 99/2004 ha introdotto una normativa ad hoc per gli imprenditori agricoli professionali.

Questa normativa ha esteso agli IAP i benefici fiscali previsti per la piccola proprietà contadina, ma senza richiedere la sussistenza delle condizioni previste per i coltivatori diretti dall’art. 2 della Legge n. 604/1954. Tali condizioni, infatti, sono state ritenute “incompatibili con la nuova figura professionale che il legislatore intende incentivare”.

La Suprema Corte ha sottolineato che, con l’introduzione di una disciplina specifica per gli IAP, non si può invocare la normativa dettata per i coltivatori diretti. Pertanto, l’obbligo di produrre il certificato dell’Ispettorato agrario entro tre anni dalla registrazione dell’atto non si applica agli IAP. Questo adempimento, previsto a pena di decadenza per i coltivatori diretti, non è stato esteso alla nuova categoria di beneficiari.

Conclusioni: Un principio chiaro per gli imprenditori agricoli

La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo per tutti gli Imprenditori Agricoli Professionali. Viene definitivamente chiarito che le agevolazioni IAP non sono subordinate alla produzione del certificato dell’Ispettorato agrario. Questo orientamento semplifica gli oneri burocratici per gli operatori professionali del settore e offre maggiore certezza giuridica nelle operazioni di compravendita di terreni agricoli. La sentenza distingue in modo netto i requisiti soggettivi e gli adempimenti formali richiesti alle diverse figure di operatori agricoli, valorizzando la specificità della figura dell’IAP introdotta dal legislatore per modernizzare e incentivare il settore.

Un Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) deve produrre il certificato dell’Ispettorato agrario per ottenere le agevolazioni per la piccola proprietà contadina?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che per beneficiare delle agevolazioni fiscali, l’IAP non è tenuto a produrre il certificato rilasciato dall’Ispettorato provinciale agrario.

Perché la normativa per l’IAP è diversa da quella per il coltivatore diretto in tema di agevolazioni fiscali?
La normativa è diversa perché il D.Lgs. n. 99/2004 ha introdotto una disciplina specifica e autonoma per l’IAP. Questa ha esteso i benefici fiscali senza richiedere gli stessi requisiti previsti per il coltivatore diretto, in quanto alcuni di essi sono considerati incompatibili con la nuova figura professionale che il legislatore ha inteso promuovere.

Qual è la conseguenza del mancato deposito del certificato per un IAP entro tre anni dall’atto di acquisto?
Nessuna. Secondo la Corte, poiché il certificato non è un requisito necessario per l’IAP per accedere ai benefici, il suo mancato deposito entro il termine triennale non comporta la decadenza dalle agevolazioni fiscali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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