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Agevolazioni gasolio: FAP non basta per l’Euro 2

Una società di trasporti ha richiesto il rimborso delle accise sul gasolio, sostenendo che i suoi veicoli Euro 2, aggiornati con filtri antiparticolato (FAP), dovessero beneficiare delle agevolazioni gasolio per categorie superiori. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che, ai fini fiscali, conta esclusivamente la categoria Euro di omologazione originale del veicolo. L’installazione del FAP migliora un solo parametro ambientale ma non riclassifica il veicolo ai fini delle agevolazioni tributarie.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni Gasolio: Il Filtro FAP non Aggiorna la Categoria Euro ai Fini Fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su una questione di grande interesse per le aziende di autotrasporto: l’accesso alle agevolazioni gasolio per veicoli di vecchia generazione aggiornati con sistemi di riduzione delle emissioni. La Corte ha stabilito che l’installazione di un filtro antiparticolato (FAP) su un veicolo originariamente omologato come Euro 2 non è sufficiente per beneficiare del credito d’imposta, confermando che ai fini fiscali rileva unicamente la classe ambientale assegnata al momento della prima immatricolazione.

I fatti del caso: la richiesta di rimborso

Una società operante nel settore del trasporto pubblico locale aveva acquistato diversi veicoli alimentati a gasolio, omologati in origine come categoria “Euro 2”. Successivamente, l’azienda aveva fatto installare su questi mezzi dei filtri antiparticolato (FAP), un intervento che, secondo una perizia tecnica e le annotazioni sulle carte di circolazione, rendeva i veicoli equivalenti a categorie “Euro 3” o superiori per quanto riguarda le emissioni di particolato.

Forte di questo “miglioramento” ambientale, la società ha richiesto all’Agenzia fiscale il rimborso di una parte delle accise pagate sul “gasolio commerciale”, un beneficio fiscale previsto dalla normativa italiana ma escluso per i veicoli di categoria Euro 2 o inferiore. L’Agenzia ha respinto la richiesta, sostenendo che la modifica post-immatricolazione fosse irrilevante. La questione è passata al vaglio dei giudici tributari, che sia in primo che in secondo grado hanno dato ragione all’Amministrazione finanziaria.

La decisione della Cassazione e le agevolazioni gasolio

La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali: la violazione della normativa nazionale sulle accise e il contrasto con la direttiva europea in materia di tassazione dei prodotti energetici. La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, confermando la decisione dei giudici di merito.

La categoria Euro originaria è l’unica che conta

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del concetto di “categoria Euro”. Secondo i giudici, quando la legge sulle agevolazioni gasolio fa riferimento alla categoria del veicolo, intende quella attribuita in sede di omologazione. Questa classificazione rappresenta una valutazione complessiva del mezzo sotto il profilo ambientale, che tiene conto di diversi inquinanti (ossidi di azoto, idrocarburi, etc.) e non solo del particolato.

L’installazione di un FAP migliora le prestazioni del veicolo solo per un parametro specifico (la massa di particolato), ma non lo equipara in tutto e per tutto a un veicolo nativo di categoria superiore. Le stesse carte di circolazione, infatti, spesso specificano che l’inquadramento in una classe Euro superiore vale “ai soli fini dell’inquinamento da massa di particolato”. Pertanto, per la normativa fiscale, il veicolo rimane un “Euro 2”.

La normativa europea e la discrezionalità nazionale

La ricorrente sosteneva che l’esclusione violasse la Direttiva 2003/96/CE, che permette agli Stati membri di applicare un’aliquota ridotta sul gasolio per uso commerciale. La Cassazione ha chiarito che la direttiva concede agli Stati un margine di discrezionalità. Sebbene essa definisca cosa si intende per “gasolio commerciale”, non impone di estendere il beneficio a tutti i veicoli indistintamente. La scelta del legislatore italiano di limitare l’agevolazione ai veicoli meno inquinanti (da Euro 3 in su) è un legittimo esercizio di questa discrezionalità, finalizzato a perseguire obiettivi di politica ambientale.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sul principio di stretta interpretazione delle norme agevolative. Le leggi che prevedono benefici fiscali, essendo un’eccezione alla regola generale, non possono essere applicate oltre i casi espressamente previsti. Non è ammessa né un’applicazione analogica né un’interpretazione estensiva. La norma esclude chiaramente i veicoli “di categoria Euro 2 o inferiore”, e tale categoria è definita dall’omologazione originaria. Qualsiasi modifica successiva, pur avendo effetti positivi sull’ambiente, non è idonea a cambiare la classificazione del veicolo ai fini fiscali.

La Corte ha inoltre ribadito che la direttiva europea non ha lo scopo di armonizzare completamente le aliquote, ma di fissare dei livelli minimi, lasciando agli Stati la facoltà di modulare la tassazione per perseguire specifiche finalità, come quella di incentivare il rinnovo del parco veicoli con mezzi meno inquinanti.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiaro: per accedere alle agevolazioni fiscali sul gasolio, la categoria Euro che conta è quella assegnata al veicolo al momento della sua prima omologazione. Le modifiche tecniche successive, come l’installazione di un filtro antiparticolato, non sono sufficienti a riclassificare il veicolo ai fini tributari. Questa decisione sottolinea la rigidità nell’interpretazione delle norme fiscali di favore e conferma la legittimità delle scelte del legislatore nazionale volte a incentivare politiche ambientali attraverso la leva fiscale.

L’installazione di un filtro antiparticolato (FAP) su un veicolo Euro 2 è sufficiente per accedere alle agevolazioni fiscali sul gasolio previste per categorie superiori?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’installazione successiva di un FAP non è sufficiente per accedere alle agevolazioni fiscali, poiché queste sono legate alla categoria Euro assegnata al veicolo al momento dell’omologazione originaria.

Ai fini delle agevolazioni gasolio, quale classificazione Euro del veicolo bisogna considerare?
Bisogna considerare esclusivamente la categoria attribuita al veicolo in sede di omologazione e riportata sulla carta di circolazione, che rappresenta la condizione ambientale complessiva del mezzo e non solo un singolo parametro di emissione.

La normativa italiana che esclude i veicoli Euro 2 dalle agevolazioni sul gasolio commerciale è in contrasto con le direttive europee?
No. La Corte ha stabilito che la Direttiva 2003/96/CE concede agli Stati membri un margine di discrezionalità. La scelta dell’Italia di escludere i veicoli Euro 2 o inferiori dal beneficio è una legittima attuazione di tale discrezionalità, finalizzata a promuovere politiche ambientali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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