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Agevolazioni fiscali IAP: non serve il certificato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32450/2024, ha stabilito che per ottenere le agevolazioni fiscali IAP (Imprenditore Agricolo Professionale) per l’acquisto di terreni, non è necessario produrre il certificato dell’ispettorato agrario previsto per i coltivatori diretti. L’unico requisito fondamentale è l’iscrizione alla gestione previdenziale e assistenziale dell’INPS. La Corte ha respinto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, la quale aveva revocato i benefici a una società agricola proprio per la mancata presentazione di tale certificato entro tre anni dall’atto di compravendita.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni fiscali IAP: la Cassazione conferma, basta l’iscrizione INPS

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione cruciale per il settore agricolo: i requisiti per accedere alle agevolazioni fiscali IAP (Imprenditore Agricolo Professionale) in caso di acquisto di terreni. La Corte ha stabilito che l’unico documento necessario è la prova dell’iscrizione alla gestione previdenziale dell’INPS, escludendo l’obbligo di presentare il certificato dell’ispettorato agrario, previsto invece per la figura del coltivatore diretto. Questa decisione semplifica notevolmente l’iter per gli imprenditori agricoli professionali e chiarisce la portata della normativa.

I Fatti di Causa: La Revoca delle Agevolazioni

Il caso ha origine da un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia Fiscale nei confronti di una società agricola. L’impresa aveva acquistato un immobile usufruendo delle agevolazioni fiscali (imposta di registro e ipotecaria in misura ridotta) previste per gli Imprenditori Agricoli Professionali. Tuttavia, l’Amministrazione Finanziaria aveva successivamente revocato i benefici, contestando alla società la mancata produzione, entro il termine di tre anni dall’atto notarile, di una specifica certificazione rilasciata dall’ispettorato agrario. Tale certificato avrebbe dovuto attestare il possesso, in capo all’amministratore dell’epoca, dei requisiti previsti dalla legge per la figura del coltivatore diretto.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) avevano dato ragione alla società, sostenendo che la normativa per l’IAP è distinta e non richiede gli stessi adempimenti previsti per il coltivatore diretto.

I Motivi del Ricorso dell’Agenzia Fiscale

L’Agenzia Fiscale ha impugnato la decisione della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Genericità dell’appello: Si contestava alla CTR di aver erroneamente ritenuto generico l’appello dell’Ufficio.
2. Motivazione apparente: Si lamentava la nullità della sentenza d’appello per una motivazione meramente apparente, quasi un copia-incolla della decisione di primo grado.
3. Violazione di legge: Si sosteneva che l’amministratore della società, pur essendo iscritto all’INPS come coltivatore diretto, avrebbe comunque dovuto presentare un’istanza per ottenere l’attestazione di qualifica dagli uffici regionali competenti.

Le Agevolazioni Fiscali IAP secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito e fornendo un’interpretazione chiara della normativa sulle agevolazioni fiscali IAP.

La Semplificazione Normativa per l’IAP

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 1, comma 4, del d.lgs. n. 99/2004. Questa norma ha esteso i benefici fiscali, originariamente previsti per la piccola proprietà contadina (e quindi per il coltivatore diretto), anche alla nuova figura dell’Imprenditore Agricolo Professionale. La Corte ha sottolineato che il legislatore ha inteso incentivare e modernizzare il settore agricolo, introducendo la figura dell’IAP con requisiti propri.

La norma, secondo la Cassazione, pone una sola condizione per l’accesso ai benefici: l’iscrizione nella gestione previdenziale ed assistenziale dell’INPS. I requisiti ulteriori previsti dalla vecchia normativa (L. 604/1954) per il coltivatore diretto, come la presentazione del certificato dell’ispettorato agrario, sono incompatibili con la figura dell’IAP e, pertanto, non sono richiesti.

L’Inammissibilità dei Motivi di Ricorso

La Corte ha ritenuto i primi due motivi di ricorso inammissibili o infondati, specificando che la motivazione della CTR, sebbene sintetica, era chiara e sufficiente, superando il cosiddetto “minimo costituzionale”. Per quanto riguarda il terzo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile perché non congruente con la sentenza impugnata, in quanto introduceva una questione (l’istanza agli uffici regionali) che non era stata oggetto del dibattito nei gradi di merito.

Le Motivazioni della Decisione

La ratio decidendi della Corte si basa sulla chiara volontà del legislatore di semplificare l’accesso alle agevolazioni per gli IAP. Imporre a questa nuova figura professionale adempimenti previsti per una categoria diversa e con presupposti differenti (il coltivatore diretto) sarebbe contrario allo spirito della legge. La normativa del 2004, estendendo i benefici, ha implicitamente superato la necessità di certificazioni che attestino condizioni (come la coltivazione manuale e diretta del fondo) non sempre compatibili con la struttura imprenditoriale e manageriale dell’IAP. L’iscrizione all’INPS è considerata prova sufficiente del possesso della qualifica professionale richiesta dalla legge per ottenere le agevolazioni fiscali.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 32450/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento per tutti gli operatori del settore agricolo. Viene confermato che per un Imprenditore Agricolo Professionale, il diritto alle agevolazioni fiscali per l’acquisto di terreni è subordinato unicamente alla dimostrazione dell’iscrizione all’INPS. Non è più necessario, né può essere richiesto dall’Amministrazione Finanziaria, il certificato dell’ispettorato provinciale agrario. Questa decisione riduce gli oneri burocratici e fornisce maggiore certezza giuridica agli imprenditori che investono nel settore.

Quale documento è essenziale per un Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) per ottenere le agevolazioni fiscali sull’acquisto di terreni?
Secondo la Corte di Cassazione, l’unico requisito documentale essenziale è la prova dell’iscrizione dell’imprenditore (o dell’amministratore, nel caso di società) nella gestione previdenziale ed assistenziale dell’I.N.P.S.

Il certificato dell’ispettorato agrario, storicamente richiesto per il coltivatore diretto, è necessario anche per l’IAP?
No. La Corte ha chiarito che il certificato rilasciato dall’Ispettorato provinciale agrario non è necessario per l’IAP. I requisiti previsti per il coltivatore diretto sono incompatibili con la nuova figura professionale dell’IAP, che il legislatore ha inteso incentivare con una normativa semplificata.

Perché la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia Fiscale?
La Corte ha respinto il ricorso perché la pretesa dell’Agenzia Fiscale di richiedere un certificato previsto da una normativa superata (per la figura dell’IAP) era infondata. La legge (d.lgs. n. 99/2004) estende le agevolazioni all’IAP sulla base della sola iscrizione all’INPS, senza richiedere ulteriori adempimenti burocratici previsti per altre figure agricole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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