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Agevolazioni fiscali finanziamenti: no al leasing

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23909/2024, ha stabilito che la cessione di crediti ‘pro solvendo’ a garanzia di un contratto di leasing non rientra tra le operazioni che beneficiano delle agevolazioni fiscali sui finanziamenti (imposta sostitutiva). La Suprema Corte ha chiarito che il beneficio è riservato solo alle operazioni che forniscono nuova liquidità per investimenti produttivi, escludendo quindi gli atti con mera funzione di garanzia. Di conseguenza, tale cessione sconta l’imposta di registro proporzionale.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni fiscali finanziamenti: la Cassazione esclude la garanzia sul leasing

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23909/2024) ha fatto chiarezza sui limiti di applicazione delle agevolazioni fiscali finanziamenti, specificando che la cessione di un credito a scopo di garanzia per un contratto di leasing non può beneficiare del regime dell’imposta sostitutiva. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il trattamento fiscale di favore è riservato solo alle operazioni che immettono nuova liquidità nel sistema produttivo, e non a quelle con una mera funzione di garanzia.

I fatti del caso: la cessione del credito a garanzia del leasing

Una società aveva stipulato un contratto di leasing finanziario. A garanzia del corretto pagamento dei canoni, la società aveva ceduto a favore dell’istituto finanziario alcuni propri crediti, attraverso un atto di cessione pro solvendo. Inizialmente, per questa operazione di garanzia, era stata versata l’imposta di registro in misura proporzionale.

Successivamente, la società contribuente ha chiesto il rimborso di tale imposta, sostenendo che l’operazione dovesse rientrare nel campo di applicazione dell’art. 15 del D.P.R. n. 601/1973, che prevede l’applicazione di una più vantaggiosa imposta sostitutiva per i finanziamenti e le relative garanzie. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, ma l’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione portando il caso davanti alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte e le agevolazioni fiscali finanziamenti

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione di merito. I giudici supremi hanno riaffermato l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità in materia di agevolazioni fiscali finanziamenti.

La “Ratio Legis” della norma agevolativa

Il punto centrale della decisione risiede nell’interpretazione della ratio legis dell’art. 15. Secondo la Corte, lo scopo della norma è favorire gli investimenti produttivi, incentivando le operazioni che forniscono nuova disponibilità finanziaria alle imprese. Il beneficio fiscale, consistente in un’imposta sostitutiva molto ridotta (0,25%), è giustificato dalla volontà del legislatore di stimolare l’economia reale e la creazione di nuova ricchezza. L’agevolazione è quindi strettamente legata all’erogazione di denaro fresco, da impiegare in attività produttive.

Distinzione tra finanziamento e garanzia

Nel caso specifico, la cessione del credito non aveva lo scopo di finanziare la società, ma unicamente quello di garantire un’obbligazione già esistente, ossia il pagamento dei canoni di leasing. Il credito era già stato erogato tramite il contratto di leasing stesso. La successiva cessione di crediti della società era un atto negoziale autonomo, con una causa contrattuale distinta e una finalità puramente di garanzia.

La Corte ha sottolineato che, per effetto della cessione, il cessionario (l’istituto finanziario) non disponeva di nuovo denaro da immettere nel ciclo produttivo. L’operazione non si traduceva in una “provvista di disponibilità finanziaria” per l’impresa, ma serviva solo a tutelare il creditore dal rischio di inadempimento.

Le motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa interpretazione della normativa agevolativa. I giudici hanno chiarito che le norme tributarie di favore sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate in via analogica a situazioni non espressamente previste. L’operazione di cessione di credito a scopo di garanzia, pur essendo collegata a un contratto di finanziamento come il leasing, mantiene una sua autonomia funzionale. Non avendo una natura creditizia o finanziaria intrinseca, non può beneficiare del regime dell’imposta sostitutiva. Di conseguenza, essa resta soggetta al regime ordinario dell’imposta di registro in misura proporzionale dello 0,50%, come previsto dall’art. 6 della Tariffa allegata al D.P.R. 131/1986.

Conclusioni: implicazioni pratiche della pronuncia

La sentenza n. 23909/2024 consolida un importante principio in materia fiscale. Le imprese devono prestare molta attenzione a distinguere le operazioni di finanziamento vero e proprio dagli atti di garanzia ad esse collegati. Solo le prime, in quanto destinate a creare nuova liquidità per investimenti, possono accedere alle agevolazioni fiscali finanziamenti previste dall’imposta sostitutiva. Le garanzie, come la cessione di crediti per assicurare un contratto di leasing, seguono il regime fiscale ordinario, con l’applicazione dell’imposta di registro. Questa distinzione è cruciale per una corretta pianificazione fiscale e per evitare contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria.

La cessione di crediti a garanzia di un contratto di leasing può beneficiare dell’imposta sostitutiva?
No, secondo la Corte di Cassazione, la cessione di crediti con finalità di garanzia non rientra nel campo di applicazione dell’imposta sostitutiva, poiché non costituisce un’operazione di finanziamento che apporta nuova liquidità all’impresa.

Qual è il requisito fondamentale per accedere alle agevolazioni fiscali sui finanziamenti previste dall’art. 15 del D.P.R. 601/1973?
Il requisito fondamentale è che l’operazione si traduca in una provvista di nuova disponibilità finanziaria, ovvero l’erogazione di denaro destinato a essere impiegato in investimenti produttivi per favorire lo sviluppo economico.

Come viene tassata la cessione di crediti ‘pro solvendo’ posta in essere a garanzia di un leasing?
Questa operazione, non beneficiando dell’imposta sostitutiva, è soggetta all’imposta di registro in misura proporzionale dello 0,50%, come previsto dall’art. 6 della Tariffa, parte prima, allegata al Testo Unico sull’Imposta di Registro (D.P.R. 131/1986).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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